mercoledì 31 gennaio 2018

Non è te che aspettavo

Non è te che aspettavo, di Fabien Toulmé.

Ci ho messo quasi un mese ad infrangere il voto di non comprare niente prima di smaltire in modo concreto la TBR, ma a mia discolpa si tratta di una cosa che volevo da quando è stata annunciata e che merita di essere conosciuta.

Fabien Toulmé è diventato padre di una bambina Down.
Dall'istante in cui l'ha saputo, ha lottato contro se stesso per accettare questo fatto, e quando sua figlia è nata si è dovuto reinventare per accettarla e accettarsi. E un giorno ha deciso di scrivere e disegnare questo libro, toccante e lieve, per spiegare la sua trasformazione, il suo percorso di accettazione. Fabien Toulmé è diventato fumettista, per amore di sua figlia. Per raccontare quell'amore.

Non è te che aspettavo è una graphic novel francese, autobiografia di Fabien Toulmé, portata in Italia da BAO Publishing, e racconta la nascita del rapporto tra Fabien e la figlia Julia. Il titolo, durissimo, si riferisce al fatto che Julia è una bimba trisomica, ossia con la sindrome di Down.
La storia copre poco più di tre anni: Fabien e Patricia vivono in Brasile (lei, infatti, è brasiliana), hanno una bimba - Louise - di quasi quattro anni e sono elettrizzati ed ansiosi all'idea di aspettare un secondo figlio. Patricia è incinta di due mesi, e noi vediamo le paure e le ansie di Fabien. Vediamo gli esami, quelli sicuri al 99% e le rassicurazioni che va tutto bene, che la nascitura è perfettamente sana.
Loro non lo sanno, ma stanno collezionando 1% come se piovessero, non aiutati dal fatto che, a metà gravidanza, si trasferiscono in Francia e devono cambiare tutti i medici. E così quando nasce una bimba disabile è un fulmine a ciel sereno, sono impreparati a tutti i livelli.
Fabien Tulmé è brutalmente onesto nel mostrare i suoi sentimenti: il dolore, la disperazione, la rabbia verso i medici che non si sono accorti di niente, verso i genitori dei bambini "normali"... verso sé stesso.
Perché Fabien rifiuta Julia completamente: non riesce a prenderla in braccio, non prova niente per lei, la vede come un peso, una condanna a vita. Gli torna in mente il compagno di classe deriso e chiamato mongoloide dagli altri bambini.
Arriva a sperare che Julia non sopravviva ai suoi problemi cardiaci.

Non è te che aspettavo è una storia vera, dura, ma anche dolce e commuovente: si vede il percorso di Fabien per arrivare ad amare sua figlia, a volerla proteggere, ma anche l'ingresso nel mondo della disabilità per due persone che non sanno niente e devono imparare sia come muoversi che come superare i loro pregiudizi e la loro ignoranza, che devono accettare la bambina che hanno avuto al posto di quella che aspettavano, capire cosa comporta avere la sindrome di Down e trovare un'equipe di specialisti che seguirà lo sviluppo di Julia... con la piccola già nata che verrà mandata a casa a giorni. L'autore mostra bene quanto fossero sopraffatti e la paura di non riuscire ad essere genitori di una bimba disabile, la sua paura di non essere il padre che Julia ha sempre meritato.
In questa storia la forza dei legami familiari scalda il cuore: Patricia e Fabien sono una coppia solida che regge il colpo senza spezzarsi, lei non si arrabbia mai per la sua difficoltà ad accettare la figlia. Louise è adorabile, ed avendo solo quattro anni quando nasce la sorellina, non ha nessun problema ad amarla incondizionatamente da subito anche se è diversa dagli altri. Julia è un concentrato di tenerezza.
Lo stile di disegno è molto semplice: si nota un po' che è l'opera prima di Toulmé, le vignette sono molto ordinate, senza particolari guizzi per renderle più dinamiche od energiche, ma devo dire che sono sempre stupita da come un tratto apparentemente così basilare riesca a trasmettere così tante emozioni. A questo proposito ho trovato interessante la gestione dei colori: è praticamente in bianco e nero, ma ogni capitolo è dominato da una tonalità specifica così da poter seguire il progredire dello stato d'animo della famiglia.

Si tratta, alla fine, di una lettura molto bella ed importante, utile a sdoganare il tema della diversità intesa non solo come colore della pelle o orientamento sessuale. Penso che coloro che hanno vissuto la stessa esperienza di Toulmé possano ritrovarsi, e veder riconosciuta la complessità dei sentimenti che hanno provato, mentre chi non c'è passato può non dico capire, ma almeno realizzare che certe frasi sono offensive.
Tipo il "non ve lo meritate" per un genitore può voler dire "non ti meriti tuo figlio", e se non ti arriva un calcio negli stinchi è perché pensa "poveretto/a, non capisce".
Mi è piaciuto molto l'approccio alla diversità brasiliano: lì una credenza popolare è che sono i figli a scegliere i genitori, quindi avere un bimbo portatore di handicap è un attestato di fiducia, di essere stati ritenuti all'altezza.
Quindi non fatevi spaventare dal tema pesante, da un padre che per un attimo desidera che la figlia muoia: è una storia d'amore, che quando arriva permette se non di superare, almeno di ridimensionare le avversità.


9 commenti:

  1. Non ho mai letto nessuna graphic novel, ma questa la aggiungo subito alla wishlist! Io mi stavo emozionando già a leggere la tua recensione!

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    1. Immagina com'è il libro vero e proprio ç_ç
      Imho può essere un buon punto di partenza per le graphic novel: è molto ordinata e si segue molto bene :)

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  2. Ciao, sono arrivata al tuo blog tramite un commento trovato su altro post :)
    Ho iniziato a seguirti, spero passerai a ricambiare. Se fosse per sempre
    Ti aspetto, ale

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    1. Ciao, benvenuta :)
      Ricambio volentieri, ma tramite feedly: blogspot da un po' non mi aggiunge ai follower con l'account del blog ma con quello legato alla mail di lavoro, per motivi che ignoro ç_ç

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  3. Ero scettica, perché non leggo moltissime graphic novels e perché il tema non mi ispirava tantissimo, ma dopo aver letto la tua recensione questo finisce in wishlist per direttissima!!!

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    1. È sempre un piacere allungare a caso le wl altrui XD

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  4. *Va a comprare graphic novel e pacchetto di fazzoletti*
    *ovviamente prima i fazzoletti*

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  5. Mi ispira considerevolmente. Bella recensione!

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