mercoledì 26 settembre 2018

Le nemiche

Le nemiche, di Carla Maria Russo.

Gli ho fatto così tanto la posta in attesa che uscisse l'edizione economica che ho fatto in tempo a prendere la copertina rigida usata.
Grazie Libraccio.

Mantova, corte dei Gonzaga, giugno 1501. Quando Isabella d'Este scopre che suo padre, il duca di Ferrara Ercole I, ha scelto come moglie per l'erede al trono la donna più discussa della penisola, Lucrezia Borgia, figlia bastarda del papa, già sposa di due mariti, il primo ripudiato, il secondo ucciso in circostanze ambigue, il suo animo ne resta completamente sconvolto. La figlia di una tenutaria di bordello, come amava definirla, non può mischiare il suo sangue con quello purissimo e regale degli Este. Accolta con freddezza e disprezzo da tutti, Lucrezia, donna di fascino e di straordinaria bellezza, amante del lusso e del divertimento, riesce tuttavia a guadagnarsi i favori di almeno una parte della corte ferrarese, in particolare dei giovani e affascinanti fratelli di Isabella, attratti dalle feste memorabili e dalla folta schiera di damigelle di cui si circonda, fra le quali brilla l'astro della irresistibile Angela Borgia. Questo successo genera fra le due donne una ostilità ancora più marcata e nuovi e più accaniti contrasti, che culminano con il tentativo da parte di Lucrezia di umiliare la rivale nella sua femminilità, portandole via un affetto a lei molto caro. Ma la marchesa di Mantova, donna di impareggiabile classe, cultura e acume, abile e scaltra più delle sue stesse spie, non è persona da lasciare impuniti gli oltraggi subiti e la sua vendetta sarà feroce e implacabile. Intorno a queste due donne indimenticabili, gli intrighi, i tradimenti, le congiure che dilaniano due fra le più potenti corti del Rinascimento, ma anche gli amori travolgenti e impossibili, forieri di stragi e tragedie familiari.

Carla Maria Russo è un'autrice molto prolifera in ambito di narrativa storica, che ho conosciuto grazie alla duologia su Caterina Sforza.
Personalmente sono ancora troppo indietro in questo genere per leggere libri che non trattino di figure storiche e periodi che già conosco (motivo per cui, ad esempio, non ho mai preso in considerazione l'acquisto de L'amante del Doge), perciò sono bel lontana dal recuperare tutta la sua produzione, ma questo libro lo volevo: chi mi segue saprà che ho passato un periodo in cui cercavo libri sui Borgia (due serie televisive a tema e un videogioco dove sono importanti lasciarono il segno), e dopo svariate letture mi sono resa conto che un'altra figura aveva catturato il mio interesse.
Isabella d'Este.
Ora, non posso farle un'introduzione degna, perciò mi limito a dire che fu una delle donne più influenti del Rinascimento e che la sua strada incrociò quella di Lucrezia Borgia: Isabella, infatti, era sorella di Alfonso d'Este, ossia il terzo marito di Lucrezia. Due donne conosciutissime nel loro tempo, icone per motivi diversi e abituate a primeggiare senza competizione degna di nota: era ovvio che, una volta messe nello stesso ambiente, le due cognate si sarebbero odiate e si sarebbero fatte una guerra sotterranea più o meno continua.
Il libro di Carla Maria Russo non copre tutta la vita delle due protagoniste ma si limita a raccontare l'ingresso di Lucrezia nella famiglia d'Este e il grande scandalo di cui la Borgia fu l'involontaria causa scatenante: due fratelli di Alfonso, il cardinale Ippolito e Giulio, si innamorarono di Angela Borgia, nipote di Lucrezia, e questo portò ad uno scontro dalle conseguenze pesantissime per la famiglia d'Este e, un po', confermò la fama della Borgia di portare sfortuna in qualunque casa entrasse.
E dopo questa doverosa premessa parliamo un po' di questo libro che, pur essendomi piaciuto, devo confessare che mi ha leggermente delusa, nel senso che è partito molto male, poi si è ripreso, ma alla fine ho dovuto ammettere con me stessa che mi aspettavo un filino di più... ma andiamo con ordine.
Il problema che ho riscontrato all'inizio è dovuto ad una scelta dell'autrice: come ho detto ha deciso di raccontare un periodo specifico della vita dei personaggi, e il risultato è che noi entriamo bruscamente in una storia già iniziata.
Le trattative per il matrimonio tra Lucrezia ed Alfonso sono in linea d'arrivo, e la Russo si trova a doverci spiegare chi sono i personaggi, cosa pensano, le loro motivazioni... in pagine e pagine di esposizioni e conversazioni in cui i personaggi più che dialogare riassumono la loro posizione e il loro pensiero.
Perché Lucrezia vuole entrare a far parte della famiglia d'Este, perché loro non la vogliono ma sono praticamente obbligati a prenderla, i rapporti tra i membri delle famiglie... non è una narrazione che procede bene perché non c'è il tempo di farla progredire: bisogna che il lettore ne sia informato il più velocemente possibile in modo che possa capire la trama.
Personalmente credo che a questo punto all'equilibrio del libro avrebbe giovato coprire un arco più lungo di eventi, così da poter vedere degnamente l'antefatto invece di averlo sbattuto in faccia in quel modo, oppure dare per scontato che i lettori avessero già un'infarinatura di base sull'argomento.
Fortunatamente dopo qualche capitolo il problema scompare e lo stile della Russo torna ai livelli che avevo imparato ad apprezzare.
La narrazione procede per punti di vista: Lucrezia, Isabella, Angela, Giulio, Ippolito, qualche capitolo di Alfonso e Francesco, ma anche la corrispondenza, sia quella ufficiale che quella delle spie, che permettono di avere una visione d'insieme completa di quello che sta succedendo più o meno in ogni momento (e di soffrire per i personaggi che invece non lo sanno).
Mi è piaciuto molto che il linguaggio fosse molto curato, con l'utilizzo di alcuni vocaboli e costruzioni della frase un po' antichi, che permette di immergersi ancora di più nell'atmosfera rinascimentale: non ci sono sbavature o termini talmente moderni da incrinare la sospensione dell'incredulità (ricordo ancora un "ok" in ambito medioevale), anzi è uno di quei casi dove puoi anche imparare qualche parola nuova, cosa sempre piacevole in un libro.
Altra cosa bella è che una volta superato lo scoglio delle pagine iniziali è molto facile seguire gli eventi, non importa quanti siano i personaggi coinvolti e quanti sotterfugi ci siano di mezzo: abbiamo la fortuna di una penna abbastanza esperta da non farti perdere tra persone e fatti, e una storia in grado di appassionare anche se le location son due in croce (Mantova e Ferrara, con Roma che a volte fa la guest star). Ecco, le ambientazioni devo dire che mi hanno delusa: tanto tratteggiati bene i personaggi, quanto anonime le loro corti: da Lucrezia Borgia ed Isabella d'Este mi sarei aspettata di più, invece il modo in cui organizzano le proprie case e l'ambiente culturale non si vedono mai.
Peccato.
I personaggi sono sicuramente il punto di forza: in uno scontro tra titani come questo era alto il rischio che l'autrice non fosse parziale, che dipingesse una delle due donne come la cattiva della situazione. Invece Carla Maria Russo è abbastanza brava da non farlo: Isabella e Lucrezia sono alla pari, di loro vediamo i pregi e come siano carismatiche abbastanza da resistere ai loro difetti, ad esempio i capricci di Lucrezia e la superbia di Isabella (in particolare temevo per Isabella, che è meno popolare di Lucrezia ed era davvero una... persona difficile, mettiamola così).
Tra l'altro non si punta neanche sul melodramma facile di due donne che avrebbero potuto essere amiche se ne avessero avuta la possibilità e blablabla: ce l'hanno avuta, la possibilità, e non gliene è fregato niente di coglierla. Non si piacevano, punto.
Ma per quanto il loro contrasto sia epico, rimane difficile da gestire perché queste due son state faccia a faccia raramente e imbastire un libro di narrativa su uno scontro che avviene a distanza, spesso attraverso terze parti e senza un confronto finale è un po' un suicidio stilistico... ma ecco che La Storia viene in soccorso ai poeti: cosa c'è di più universale di un amore contrastato, di una bellissima fanciulla contesa tra due fratelli? Quindi abbiamo anche la storia di Angela, Giulio e Ippolito, quella che quando la vidi nel telefilm pensavo se la fossero inventata e mi sembrava pure una roba troppo romanzata (un po' come lo scandalo della collana), perché la vita a volte sorpassa la fantasia in modi che nessuno potrebbe immaginare e che, se non fossero veri, in una storia sembrerebbero esagerati.
È interessante vedere Lucrezia e Isabella, che tanto sanno e tanto possono, troppo impegnate nel loro scozzo per accorgersi del dramma che si sta consumando sotto i loro occhi finché non è troppo tardi, e possono solo cercare di rimettere insieme i pezzi al meglio delle loro capacità per evitare non dico il disastro - per quello è tardi - ma almeno il disastro totale.
E ho anche trovato interessante come i rapporti familiari siano gestiti in modo quasi inverso: se da un lato si tira quasi un respiro di sollievo a vedere un libro che parla di Lucrezia senza la sua ingombrante famiglia appresso (Cesare c'è, ma più come presenza minacciosa ai margini), dall'altro scalda il cuore vedere come Isabella lotti per tenere insieme i fratelli e la sua famiglia d'origine (tranne Beatrice, che viene nominata giusto un paio di volte).

Quindi che dire? Un libro imperfetto, che in definitiva mi è piaciuto ma... conoscendo l'autrice, mi aspettavo di più.
Lo consiglio? Sì, ma se doveste scegliere tra questo e I cigni di Leonardo, vi direi di dare la precedenza a quest'ultimo.

8 commenti:

  1. E' un genere che mi piacerebbe leggere ma poi quando mi ci metto mi annoio, soprattutto per il periodo storico. Preferisco i film o le serie tv :P

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    1. Io invece sono persa per tutti e tre (libri, film e serie), ma ci aggiungo pure i documentari XD

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  2. Io, invece, per rispondere a Autmn, reggo poco il genere anche al cinema. In quei casi, mi faccio ispirare da regia e cast, confidando di non sbadigliare troppo. Ma sarebbe l'ora di cambiare idea, sì. Magari con qualcosa di questa autrice, che incrocio spesso e ogni tanto viene a presentare i suoi romanzi dalle mie parti?

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    1. A me invece se una cosa è in costume (o pseudo-costume come Reign e Da Vinci's Demons) già mi ha in pugno o quasi XD
      Secondo me potresti dare una possibilità al genere storico con questa autrice, però magari con il libro su Caterina Sforza. Dei tre suoi che ho letto questo non è brutto, ma non lo reputo il migliore :)

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  3. Mi segno sia questo che I cigni di Leonardo! La narrativa storica mi affascina sempre tanto, ma poi finisce che mi limito a leggere sempre e solo fantasy XD

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    1. Segna, segna :D
      Il brutto di avere un genere preferito è che poi si finisce per non spaziare :(

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  4. Inizio a segnarmi il titolo, che non si sa mai! Il fatto che il libro inizi "a metà della storia" non mi fa proprio impazzire, ma tutto il resto sembra interessante. E' anche vero che sono anni che non leggo un libro storico, anche se, per colpa tua, continuo a segnarmi titoli su titoli, quindi prima o poi qualcosa riuscirò anche a leggerlo!!!

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    1. I regret nothing XD
      E poi hai letto quell'assurdo libro con Loki protagonista, puoi dare una possibilità anche a questo XD

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