mercoledì 6 febbraio 2019

Il primo re

Ed eccomi qua, reduce dalla visione di un film italiano al cinema. Che per me è una cosa rara, anche se devo ammettere che negli ultimi anni qualcosa si è mosso nel nostro panorama artistico: Perfetti sconosciuti; The End; Lo chiamavano Jeeg Robot; la trilogia di Smetto quando voglio; Gatta Cenerentola... sono film che mostrano la volontà, ma soprattutto la capacità,  di fare qualcosa di diverso.
Che per fortuna non muore prima di nascere: Matteo Rovere, regista de Il primo re, l'avevo già conosciuto con Veloce come il vento (recuperatelo).

Il primo re è un film che ho deciso di vedere al cinema dopo che facebook mi suggerì il trailer nella home: da quelle poche immagini si percepiva una cura che, purtroppo, non siamo affatto abituati ad associare a prodotti nostrani, tant'è che rimasi sinceramente sorpresa nel vedere un nome italiano alla fine del trailer.
Poi, oltre alla questione "aiutiamo il nostro cinema a casa nostra", c'è stata la trama: un film storico sulla leggenda di Romolo e Remo, e la fondazione di Roma. Era ovvio che sarei andata a vederlo alla prima occasione utile.
Il film, lo dico subito, mi è piaciuto moltissimo. Partiamo dai dati tecnici, per quello che posso: gli effetti speciali mi hanno convinta, soprattutto la scena iniziale (è una di quelle che mi fa davvero chiedere "ma come l'hanno girata?"). La fotografia di Ciprì è splendida, nove scene su dieci sono evocative, la costruzione delle immagini è curatissima, le luci e i colori colpiscono lo spettatore. La colonna sonora è davvero bella: una cosa a cui inizialmente non avevo fatto caso è che siccome il film non è molto parlato la musica è presente praticamente in ogni scena , eppure non stanca mai e non diventa mai banale. Trucco e costumi sono ottimi, rozzi e sporchi perché questa non è Roma come siamo abituati ad immaginarla ma i quattro disgraziati (poco più che uomini delle caverne) che l'hanno fondata. La troupe, da quello che so, è stata affiancata da un gruppo di storici de La Sapienza, per essere certi che il tutto fosse storicamente attendibile dal punto di vista di costruzioni, equipaggiamento e costumi, ma soprattutto della lingua. Perché questo è sì un film italiano, ma non è un film in italiano.
È in proto-latino, coi sottotitoli.
Il che rende ancora più impressionanti le performance degli attori: quanto avranno provato, quanto saranno stati bravi, per recitare con scioltezza e convinzione, in latino?
(evitando, tra l'altro, l'effetto Brancaleone)
E ora passiamo alle cose di cui mi intendo di più: trama e personaggi.
Dico subito che Rovere non ha fatto una trasposizione della leggenda: Romolo e Remo non sono gemelli, e niente lupa.
I fratelli sono due pastori/cacciatori, sopravvissuti durante l'infanzia alla distruzione del loro villaggio. Sono legatissimi, quasi simbionti, e Remo ha reso parte integrante della sua personalità le ultime parole della madre: prenditi cura di tuo fratello, finché sarete insieme non sarete soli.
Il film gioca molto sul concetto di complementari ed opposti: i due fratelli sono come due metà della stessa persona, eppure sono diversissimi. Remo è più materiale, forte in modo quasi inumano, combattente brutale e abilissimo. A lui basta Romolo per sentirsi completo, per proteggerlo è disposto a tutto, anche ad abbandonare (senza troppi rimpianti) gli dei.
Romolo è più riflessivo, crede fermamente che nel mondo ci sia qualcosa di più, e soprattutto che una presenza divina sia necessaria a non sentirsi abbandonati e persi in un mondo incomprensibile ed ostile.
Ho amato come i due incarnassero le due anime di Roma: l'embrione della potenza militare e quello della spiritualità, come si capisse che dovessero esserci entrambi per vivere e vincere... e come sia meglio che uno dei due sia sottomesso all'altro.
Il concetto degli opposti è affrontato in modo molto particolare anche in altri modi, e secondo me il più interessante riguarda l'atmosfera: siamo in un mondo antico (o molto giovane, a seconda dei punti di vista), dove nessuno sa cosa sia niente. Tutto, nella scena, è ammantato da un alone di mistico: i temporali, il fiume, la foresta, la nebbia, gli animali... il fuoco (qui apro e chiudo una parentesi dedicata alla Vestale, fedele non al popolo che serve ma al dio che serve). L'intento di mettere in scena una versione il più storicamente attendibile possibile, e contemporaneamente mostrare una superstizione così totale da farti venire il dubbio che abbiano ragione, l'ho trovato affascinante, anche se può risultare alienante: a parte questo, si vede pure che il personaggio che finisce per allontanarsi dalla religione non è quello razionale ma quello folle, quello che perde ogni compasso morale e la capacità do guardare al quadro generale.
Siamo di fronte ad un capolavoro? Assolutamente no. Tanto per cominciare, nonostante l'aria da colossal, questo non è un film per tutti ed è destinato a lasciare forti perplessità (banalmente anche solo il fatto che noi a Roma siamo abituati ad associare gente di un certo livello, qui siamo di fronte ad uomini animaleschi e violentissimi).
Un vero e proprio problema, per me, è la mancanza di quei 15-20 minuti iniziali volti a creare il contesto: il film ti lancia subito nel dramma totale e boh, personalmente so che il nemico principale è rappresentato da Albalunga perché me l'hanno detto, ma dato il mio percorso di studi ho rimosso ogni informazione a riguardo più o meno in seconda media, e per me i suoi emissari potevano essere letteralmente chiunque.
Allo stesso modo non ho trovato del tutto riuscito l'intento di creare una tragedia  (perché di questo si tratta) sui due fratelli, senza però mostrarceli prima dell'inizio delle loro vicissitudini, rendendo più complicato, per noi spettatori, comprendere l'evoluzione di Romolo e Remo dato che non abbiamo modo di vedere il punto di partenza; tantopiù che questo è un film dove nessuno dei personaggi ha un metro di valori in cui lo spettatore si possa identificare.

Nonostante ciò io ne stra-consiglio la visione al cinema, anche se non dovesse fare per voi secondo me vale la pena sostenere il progetto.
E poi il discorso finale, unito ai titoli di coda, è esaltante come pochi.

8 commenti:

  1. Ti direi che potrebbe interessarmi, ma per prima cosa mi spaventa la lingua e i sottotitoli, mi spaventa perchè io che di storia ne so relativamente poco, non mi aiuta a entrare nel contesto (che come dici tu non è nemmeno spiegato all'inizio..).
    Per cui no, anche se mi sarebbe piaciuto fosse un sì.

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    1. Io ormai sono talmente abituata a vedere cose coi sottotitoli che non mi ha dato nessun fastidio XD
      Mah, secondo me dovresti dargli una possibilità, al di là di tutto è un film molto godibile :)

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  2. Devo correre, allora, correre!
    Ma poi Borghi come fa a non sbagliare un colpo?

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  3. Anche io adoro Borghi è veramente troppo bravo... lo devo assolutamente vedere questo film :-)

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    1. Secondo me è il tipo di film che va visto al cinema, anche se alla fine non dovesse piacere al 100% :)

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  4. Purtroppo in questo periodo di andare al cinema per me non se ne parla proprio, però sono davvero curiosa. Non è il mio genere, ma tutto quello che hai scritto mi ha incuriosito tantissimo, dalla cura per i sottotitoli al fatto che sia in latino, e questa versione della storia sembra particolarmente interessante :)

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    1. Lo è :) spero possa piacerti anche se non rientra proprio nel tuo genere.

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