Recensire questa trilogia rappresenta per me un peculiare fallimento, la prova che le cose organizzate su questo blog non riesco a farle: contrariamente a mio solito ho letto questa trilogia in fretta, finito il primo volume mi sono fatta regalare il secondo a Natale, ho comprato e iniziato il terzo il giorno stesso dell'uscita.
Ma non l'ho recensita via via che leggevo quindi comunque arriverò in ritardo rispetto a tutto il mondo e comunque i dettagli me li sarò scordati.
Almeno sono fedele a me stessa.
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.
Nonostante abbia letto La guerra dei papaveri nel 2021 conoscevo la trilogia da quando è uscita in patria, visto che ai tempi ne parlarono parecchio. Mi interessò, ma non abbastanza da recuperarla e quanto è arrivata in Italia il prezzo del libro era tale da farmi avvicinare con estrema cautela.
Poi però è successo che ne hanno parlato molto bene alcuni recensori di cui tendo a fidarmi, che i libri sono molto belli esteticamente e - lo ammetto - mi faceva gola l'idea di averli in libreria, perciò alla fine ho deciso di dargli una possibilità.
Sono stata contenta di averlo fatto. E anche di essere arrivata "tardi" perché così non ho dovuto aspettare chissà quanto per concludere la storia.
La guerra dei papaveri, di R.F. Kuang, è stato uno dei primi romanzi fantasy con ambientazione asiatica entrato nel mio radar (ma non so se è stato anche uno dei primi a farsi notare in generale). L'ambientazione è ispirata dalle guerre sino-giapponesi e se non ricordo male la Kuang aveva iniziato a raccogliere materiale per scrivere una saga storica salvo poi realizzare di non essere in grado e pertanto aver virato su una serie fantasy dove però inserire il materiale appreso.
Non sapendo io assolutamente niente delle guerre sino-giapponesi, è onesto dire che mi sono approcciata alla lettura più o meno a scatola chiusa, sapendo solo che ad un certo punto ci sarebbe stata una guerra e che la protagonista, Rin, veniva descritta come un personaggio grigio nella migliore delle ipotesi.
La guerra dei papaveri è un libro con una struttura particolare: all'inizio l'impressione è quella di trovarsi di fronte a qualcosa che viene da descrivere come "young adult fatto bene", nel senso che Rin è un'adolescente e i suoi amici pure, senza contare che la prima metà della storia è ambientata all'Accademia militare e ci sono quelle classiche dinamiche che si possono trovare in ogni storia di ambientazione scolastica con adolescenti, con Rin che viene ostracizzata da molti in quanto orfana di guerra, povera e di provincia.
È stata una parte che ho apprezzato molto, considerando che apprezzo l'ambientazione scolastica in generale, e nel caso specifico ho trovato che fosse un buon espediente per fornire ai lettori i dettagli dell'ambientazione: un contesto storico, culturale, geografico e politico che Rin sta imparando a conoscere nel dettaglio, e noi con lei.
Può spiazzare, probabilmente, il brusco cambio di direzione che avviene a metà: ad un certo punto, infatti, il testo cambia bruscamente direzione e cambia tutto. Il luogo in cui ci troviamo, i personaggio con cui siamo, gli obbiettivi... un improvviso stravolgimenti di tutte le carte in tavola fino a quel momento, con anche un discreto cambio di toni perché iniziano ad avvenire cose disturbanti e brutali, e i personaggi ne sono - giustamente - segnati.
Avrete notato che non sto parlando della componente fantasy di questo universo narrativo: beh, è presente ed importante, però... diciamo che non siamo di fronte ad una storia dove l'elemento fantastico definisce prepotentemente l'ambientazione, quanto in una storia dove tale elemento è funzionale alla trama e al modo in cui può essere usato.
In sostanza La guerra dei papaveri è un solido primo libro, che presenta il suo cast di personaggi, mette sul tavolo le regole del gioco, e soprattutto ha un inizio e una fine: non può essere considerato un autoconclusivo, ma ha una trama al suo interno che una volta arrivata alla fine ti lascia soddisfatto.
Insomma, per me questo libro (ma in linea di massima la serie) è ben oltre la sufficienza.
Anche a me piace molto l'ambientazione scolastica, tipo college e adoro quando i libri anche se facenti parte di serie, almeno ti lasciano con la storia che lascia soddisfazione.
RispondiEliminaMi sa che lo metterò in lista. Bella recensione!
Io invece sento parlare per la prima volta da te di questa trilogia, ma devo dire che già mi intriga molto! Bella anche la copertina!
RispondiEliminaMi è piaciuta tanto, ci sono momenti in cui si sente e che è un'opera prima ma in definitiva è una di quelle che ti fa venire voglia di seguire l'autrice :)
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