A quanto pare qualsiasi ambito narrativo che mi riguardi ultimamente sta subendo il fascino dell’Asia, non solo le letture.
Ebbene sì: anche io ho guardato Non siamo più vivi, serie coreana che mescola un’ambientazione teen ad il genere horror, nello specifico quello riguardante gli zombie.
E ammetto che mi sta venendo il sospetto che i coreani con gli zombie ci sappiano fare: in effetti è comprensibile che una nazione dove viene posto un accento così grande sulle differenze di classe sia in grado di sfruttare al meglio una creatura che era nata, in parte, per rappresentare anche quello.
E ammetto che mi sta venendo il sospetto che i coreani con gli zombie ci sappiano fare: in effetti è comprensibile che una nazione dove viene posto un accento così grande sulle differenze di classe sia in grado di sfruttare al meglio una creatura che era nata, in parte, per rappresentare anche quello.
Certo, questo prodotto non ha la straziante perfezione di Train to Busan, né la meticolosa cura per i dettagli di Kingdom, ma rimane perfettamente godibile se quello che volete sono dodici puntate di survival horror con un sacco di zombie in un ambiente circoscritto.
I nostri protagonisti sono un gruppo di adolescenti che, in un giorno che inizia come tutti gli altri, si trova invece a dover sopravvivere ad un'epidemia zombie che ha come epicentro il loro liceo.
Sul motivo per cui proprio un liceo sia il luogo in cui si libera un virus che trasforma la gente in morti viventi non dico niente, perché fa parte della trama. Ma sappiate che, per quanto il motivo sia piuttosto idiota, questa è una di quelle storie dove ti spiegano i motivi dell'epidemia.
Non siamo più vivi, a mio avviso, è una serie intrattenente che non punta ad un meticoloso realismo: basata su un webcomic in cui - a quanto ho potuto capire - le dinamiche tra i personaggi sono piuttosto esasperate, soprattutto all'inizio mette in campo alcune reazioni non proprio realistiche, su tutte il preside che non vuole allertare le autorità su quanto sta succedendo per proteggere il buon nome della scuola... quando c'è gente che sta venendo ammazzata ad una velocità impressionante.
Se da un lato certi comportamenti possono risultare incomprensibili o esagerati allo spettatore (in particolare allo spettatore occidentale, che in Asia il bullismo non è propriamente come da noi), dall'altro ci troviamo di fronte ad una serie dal comparto tecnico più che sufficiente: ci sono tantissimi zombie, tutti con un make-up credibile e gli attori che sono praticamente dei contorsionisti. Non ho beccato nemmeno una persona con movimenti meh o con trucco e parrucco al risparmio, messa sullo sfondo per far numero. Allo stesso modo la serie è girata in un modo che riesce a far sembrare la scuola un'ambientazione claustrofobica e ad ampio respiro contemporaneamente.
Ho trovato anche interessante come parallelamente ad il gruppo di studenti protagonista si seguano anche le vicende di altri personaggi dislocati in varie posizioni, così da avere un'idea a tutto tondo di come proceda la situazione: abbiamo i soldati chiamati a rispondere all'emergenza, abbiamo un punto di vista politico, abbiamo una coppia di poliziotti che si trova a far fronte all'improvviso dilagare dell'emergenza (che ad una certa sono diventati il relief comico), e addirittura qualche momento con uno streamer che decide di fare una diretta.
In definitiva Non siamo più vivi è una buona serie, con piani intelligenti e piani completamente idioti, momenti commuoventi, un tasso di morte tra i personaggi principale piuttosto alto - per una serie di 12 episodi, qualche cliffhanger messo lì per tenerti col fiato sospeso che poi ha una soluzione che tira fuori la Annie Wilkes che è in tutti noi, e strani momenti in cui gli zombie sono mille miliardi ma attaccano uno alla volta.
Nell'insieme mi ha divertita molto, e può essere considerata sia autoconclusiva che aperta ad una seconda stagione.
Nonostante i pareri positivi, le serie coreane continuano a non essere nelle mie corde. Sono decisamente più in sintonia con le produzioni giapponesi. Per non parlare del fatto che non ho mai potuto sopportare gli zombie.
RispondiEliminaInteressante che ti abbia "divertita". Ho sentito pareri di chi l'ha trovata davvero angosciante.
Ha aiutato a trovarlo divertente il fatto che non voglia essere troppo serio 😬 Sul fronte serio c'è Train to Busan che mi ha devastato l'anima.
EliminaTrain to Busan e altre serie a tema zombie mi sembravano interessanti sulla carta, ma hanno un piccolo difetto: sono terrorizzata. Segreto svelato, è la mia paura irrazionale.
RispondiEliminaQuesta serie mi attira *molto*, è ovunque, tutti a tesserne lodi. Basta, devo vederla! Ma in pieno giorno lol
La tua recensione mi rincuora, soprattutto perché mi sembra che il sentimento di angoscia soffocante sia spezzato da momenti più leggeri. Una fifona come me non può che tirare un sospiro di sollievo, soprattutto perché ci sono le spiegazioni!
Non sai quanto ho odiato REC, illogico, lì per farti paura e basta con un'esorcismo messo lì a caso
REC l'ho visto una vita e mezzo fa, ricordo solo la sensazione di jumpscare costante.
EliminaDei vari prodotti, Train to Busan è il migliore perché oltre alla componente horror aggiunge dei personaggi costruiti ed interpretati bene e, soprattutto, punta moltissimo sul coinvolgimento emotivo più che sulla paura e basta.
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