sabato 22 giugno 2013

Paradisi Perduti


Paradisi Perduti, di Ursula K. Le Guin.

Ci sono autori che amo non solo per quello che hanno scritto, ma anche per quello che hanno vissuto. Ursula K. Le Guin è uno di questi: assieme ad Anne McCaffrey è stata una delle prime scrittrici donne di fantascienza, nonchè la prima a vincere due Premi Hugo e due Premi Nebula per gli stessi due libri: ha fatto doppietta. Due volte. In un genere reputato prettamente maschile.

A oggi è considerata il più grande autore di fantascienza vivente, e se le donne sono prese sul serio quando scrivono fantascienza è grazie a lei (e alla McCaffrey, che è stata la prima donna a vincere un premio Hugo e un Nebula).
Insomma, non importa cosa di lei venga pubblicato: io lo compro.

Sono passati centoventi anni dalla partenza dalla Terra, e ne mancano ancora più di quaranta all'arrivo a Nuova Terra, il pianeta che, si spera, potrà ospitare la prima colonia umana fuori dal sistema solare. L'astronave è gigantesca. La vita a bordo delle migliaia di esseri umani è perfettamente programmata, per conservare l'equilibrio sociale, biologico, ecologico, genetico. Ma ora, alla quinta generazione nata in viaggio, sta accadendo qualcosa di imprevisto: molti semplicemente non vogliono arrivare a destinazione. La vita sull'astronave è perfetta, perché lasciarla per un futuro incerto su un ignota palla di polvere? Ma il conflitto tra chi vuole portare a termine la missione e chi vuole continuare il viaggio all'infinito non è l'unica crisi che mette in crisi la missione. I navigatori della nave sono a conoscenza di un segreto che potrebbe far precipitare gli eventi con risultati imprevedibili.

Paradisi Perduti è un libro corto, quasi un lungo racconto piuttosto che un romanzo: appena 150 pagine che ci narrano la storia della Discovery.
Ogni capitolo è un momento a sé stante, il piccolo pezzo di un puzzle che ci mostra una storia: la Le Guin non ci racconta niente.
Non ci racconta di Luis e di Hsing, ma ce li fa vedere nella loro vita, nella loro amicizia, nelle loro scelte, e tratteggia con precisione e poesia la vita quotidiana in un ambiente che per noi è alieno, eppure comprensibile: la prima pagina, in cui un padre spiega alla propria figlioletta (nata e cresciuta in un'astronave) il concetto di pianeta è genialità pura e semplice, perchè è ovvio che il semplice, assodato fatto che vivi fuori dal pianeta e non dentro il pianeta crei confusione in qualcuno che ha sperimentato solo il vivere dentro qualcosa perchè fuori c'è il niente.

Il ciclo di evluzione/vita che si vede sulla Discovery è particolare ed interessante: non importa quanto tutto sia progettato nei minimi particolari per permettere la sopravvivenza nella migliori condizioni possibili, sono i fattori psicologici umani a sfuggire al controllo, in particolare la necessità di avere fede in qualcosa, di trovare un significato più profondo e spirituale alla propria vita. Ed è lì che nasce la fonte di conflitto: una religione che vede nel viaggio il punto più alto dell'esistenza, e la tentata manipolazione per impedire l'atterraggio così da continuare una vita sicura e prive di sorprese, ed evitare il salto nel buio, nell'incertezza che comporta lo
scoprire di nuovo come si vive in un'ambiente naturale, dove la luce delle stelle brucia, dove la pioggia non ha orari precisi, dove le stagioni cambiano.
Alla fine lo scontro è tra due modi di vivere: quello certo, sicuro, dove sai esattamente come e quanto morirai (perchè una nave non può andare avanti in eterno) e quello incerto, alla giornata, dove non sai quello che ti aspetta.
La narrazione di una vita, più che delle vicende di alcuni personaggi.

Lo stile della Le Guin è perfetto. Semplicemente perfetto.
Ogni singola parola è al suo posto, si può quasi immaginare l'autrice che corregge e corregge per trovare la descrizione migliore, la costruzione della frase migliore, il vocabolo migliore. Il risultato è un esempio di stile, uno scritto dalla meticolosa precisione e privo di qualsiasi sbavatura.
In sostanza, questo libro per me è un piccolo gioiello della fantascienza.

5 commenti:

  1. Non amo tantissimo la fantascienza (anche perché ho letto pochissimi libri appartenenti a questo genere! XD), però adoro la LeGuin... quando mi deciderò a buttarmi sullo sci-fi vero e autentico, credo proprio che comincerò da questo! ;D

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    1. Non me ne intendo nemmeno io, ma credo che questo sia un buon inizio :D

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  2. Anche io adoro la LeGuin, e la ammiro anche moltissimo per gli stessi motivi da te citati. Però la conosco poco! Specie per quanto riguarda la sua produzione fantascientifica, di cui ho letto solo quel capolavoro di "La mano sinistra delle tenebre". Oltre a questo (che finisce subito in wishlist) quali altri suoi titoli mi consiglieresti? :)

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    1. Mi è piaciuto da morire La Falce dei Cieli, e anche Città delle Illusioni l'ho trovato interessante :)

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