sabato 27 luglio 2013

How to Succeed in Evil


How to Succeed in Evil, di Patrick E. McLean.

A volte finisco per avere periodi tematici senza farlo apposta: qualche tempo fa mi ritrovai a guardare tre telefilm di zombie uno di seguito all'altro. A quanto pare adesso è il turno dei supereroi, tra Wild Cards 1 e 2, e aggiungendo questo libro qua.
Che comunque più diversi di così non possono essere, perchè se Wild Cards introduceva la cattiveria e il cinismo, McLean inserisce nel mondo dei comics la nemesi naturale di tutto e tutti: il buonsenso.

How to Succeed in Evil is not a self-help page for the maladjusted. It it is the story of Edwin Windsor, Evil Efficiency Consultant. He’s like Arthur Anderson for Supervillians.
Just because a person can melt walls by winking at them or build a device to threaten the very fabric of our reality doesn’t mean that they know how to manage investments or squeeze money out of a scheme. Just look at M.C. Hammer. (Not that’s he’s evil or super — just that he’s exquisitely bad with money.)
But the problem with supervillians is that they are all too egomaniacal to listen to good advice. (They always pay, but they never listen.) So Edwin gets so fed up with this state of affairs and decides to go into business for himself. This results in an efficient, ruthless (and often very funny) brand of evil.


Quante volte abbiamo visto un film, o letto un fumetto/libro, pensando che se al posto del cattivo ci fossimo stati noi avremmo conquistato il mondo, e facendoci anche una bellissima figura? E non siamo nemmeno in pochi, visto che on-line le liste di cosa fare nel caso si decidesse di diventare dei Signori del Male sono ampliate da anni.

Intelligenza media di un SuperEroe e/o SuperKattivo
McLean ha scritto un libro dove il protagonista incarna il lato più razionale e vagamente sociopatico di tutti noi, quando la trama raggiunge livelli di idiozia così palesi che mantenere la sospensione dell'incredulità è impossibile, e si finisce inevitabilmente a tifare per il cattivo nonostante l'esasperazione per la sua idiozia.
Edwin è un consulente per cattivi, una persona geniale, glaciale e tremendamente logica, che cerca di inserire un po' di buon senso in un mondo fatto di ordinaria follia. Raccoglie l'urlo di dolore dei nostri neuroni maltrattati, affrontando con coraggio scienziati folli (che credono di essere scienziati ma sono solo folli) mostrando come, con piani più contenuti, è possibile fare più danno e guadagnare di più, ottenere insomma un vero potere.
E alla fine, dopo averlo visto vincere e fallire contemporaneamente (perchè Edwin ha, ovviamente, sempre ragione e lo capirebbe anche un bambino... ma questo si dimostra con la sconfitta dei suoi clienti che non ascoltano e quindi è anche una sconfitta), lo vediamo dire "Ok, ora basta. Adesso il cattivo lo faccio io.". E finalmente c'è la rivincita: un super villain che usa intelligenza, efficienza e buon senso. Praticamente inarrestabile, direi.

I personaggi sono molto, molto, interessanti: Edwin è fantastico, perchè non è un buono. È freddo, razionale, ragionevole. L'intelligenza senza l'emotività. Ma con il senso dell'umorismo, sennò non è divertente da leggere.
Ho apprezzato tantissimo che non commettesse i classici errori, tipo che quando inizia ad essere arrabbiato perde concentrazione, anzi: proprio perchè ha un obbiettivo è più prudente. Poi quando ha le crisi depressive perchè il genere umano è stupido mi piegavo in due.
Topper è l'avvocato di Edwin, ed è un nano con problemi di gestione della rabbia. Oltre che uno dei migliori nel suo campo, perchè contrariamente a molte sue contrparti fumettistiche, Edwin si circonda di persona competenti, e quando lavori in modi legali ma moralmente discutibili ti serve di più un buon avvocato che una bomba nucleare. Così come ti serve anche un'ottima segretaria in grado di gestire i lunatici che ti piombano in ufficio, ed ecco entrare in scena Agnes, che più inglese di così non si può, in grado di maneggiare te' e tranquillanti con una mano sola, e impegnata in una personale crociata contro la maleducazione.

Ma ovviamente un libro non può non avere degli antagonisti. E se è divertente vedere all'inizio Edwin che fa a pezzi gli altri villain con il suo cervello, alla fine il nemico di un cattivo non può che essere l'eroe. Ed ecco quindi Excelsior, che è Superman senza se e senza ma. Un uomo in crisi esistenziale, a cui viene sempre chiesto di salvare tutto e tutti, e che non può dire di no anche se vorrebbe. Sotto il diretto controllo del governo, Excelsior non ha scelta su cosa fare dei propri poteri e della propria esistenza, ed inizia ad essere stanco di non poter mai decidere da solo cosa fare o come pensare. Bellissimo il suo rapporto con Gus, l'uomo che l'ha trovato quando era solo un bambino spaventato, e che riesce a rapportarsi con lui proprio perchè non ne ha paura. Al massimo ha paura per lui, quello che gli succederà quando rimarrà solo... eppure è anche vagamente manipolatorio, nel suo modo di portarlo ad agire come lui ritiene giusto.
In effetti, se Edwin è quello freddo e amorale nella sua spietata logica, Excelsior è quello che porta una dimensione più emotivo al libro: all'inizio è tutto molto comico e divertente, ma quando leggi di un super uomo che non sa se può piangere o meno perchè quando gli bruciano gli occhi può anche sparare raggi laser e quindi si trattiene di default... beh, non voler entrare nel libro per abbracciarlo è difficile.


Lo stile l'ho adorato: McLean riesce a gestire benissimo i salti tra momenti estremamente comici e momenti estremamente tristi, rendendo la transizione naturale e non spiazzante. È bravissimo anche nel creare i personaggi: quelli prettamente fumettistici... beh, sono delle spietate parodie, ma quelli che vuole rendere più umani lo sono. Lo sono tantissimo. E riesce anche a rendere memorabili le comparse: la prostituta Selene appare per due pagine e mezzo, ma è così azzeccata, così riuscita, che sono rimasta sorpresa dal non vederla diventare un membro fisso del cast (ma in tal senso nutro speranze per il seguito).
Il difetto più grande è la natura episodica del libro: è come se dentro ci fosse tre storie e mezzo strizzate insieme a forza, e non necessariamente utili a qualcosa se non a dare un po' di contesto. Un po' coem se la serie fosse nata come raccolta di racconti brevi, e per trasformarla in libro ne siano stati scelti alcuni da cucire in una trama più o meno omogenea.
In definitiva, un libro ben scritto e divertente, e credo proprio che mi leggerò anche gli altri.

There is no shame in defeat. There is only shame in avoidable defeat - in, to be perfectly honest, stupidity.

8 commenti:

  1. Sembra davvero divertente, a dir poco! :D Un libro di cui non avevo mai sentito parlare... si tratta di una serie, quindi? Mi ha fatto pensare un po' (anche se probabilmente c'entra moooolto poco) a uno dei miei film d'animazione preferiti, "Megamind"! ^^

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    1. È molto divertente, e molto poco conosciuto :) qui ci sono un po' di informazioni (e gli altri libri) http://succeedinevil.com/
      Con Megamind ha in comune di essere una parodia dei super eroi, ma è molto più cinico XD

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    2. Grazie mille per il link, Kate, ora vado a spulciarmi per bene tutti i titoli! :D Se l'autore vale anche solo la metà di Pratchett o Adams, è una lettura da non perdere! ;D

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    3. Oddio, non è all'altezza di di tali nomi, ma come hai detto tu stare sotto (e di tanto) a Pratchett o Adams vuol dire cmq saper tenere la penna in mano XD

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  2. Nuova follower, molto carino il tuo blog :)

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  3. Oh, mi intriga moltissimo questo libro!!!

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