lunedì 22 giugno 2020

Dura pioggia cadrà

Dura pioggia cadrà, di Paolo Logli.

Si continua a smaltire non solo la tbr, ma anche la tbr tematica.

Nella Roma dei nostri giorni – notturna e avvolta in misteri antichi come il Tempo – vive nascosto il druido Merlino. Come Artù, Lancelot e Parsifal, il mago è sopravvissuto alla caduta di Camelot, quando il sogno di fondare una nuova era di pace si era infranto sotto l’attacco dei tradimenti e della brama di potere. Il compito dei quattro eroi è proteggere Excalibur, la spada magica che può cambiare il corso della Storia, in attesa di trovare qualcuno degno d’impugnarla di nuovo. Condannati alla vita eterna, costretti a confrontarsi con le proprie debolezze, i quattro eroi però si sono persi: alcuni hanno lottato su fronti opposti, altri hanno dimenticato il senso della loro missione. Ma dopo sedici secoli una nuova minaccia incombe sul pianeta, e Merlino deve ritrovare i tre compagni per un’ultima, disperata impresa. Dalle mura di Castel Sant’Angelo alle strade di Dublino, dalle trincee della Grande Guerra all’orrore di Hiroshima, il noir si colora di sovrannaturale, la ricostruzione storica accoglie il crudo romanzo metropolitano, dando vita a un’originale e indimenticabile invenzione letteraria.

Ho comprato questo libro non so quanti anni fa, stava ormai diventando una cosa imbarazzante il non averlo ancora letto.
Dura pioggia cadrà non è esattamente un retelling del ciclo arturiano, direi che si pone più come ideale seguito e per questo credo che sia più adatto a chi ha almeno un'infarinatura base su quello che dovrebbe essere accaduto e quali siano i personaggi di cui seguiamo le nuove gesta.
Il romanzo di Logli è un'opera particolare: il nostro protagonista è Merlino. Un Merlino diverso da come siamo abituati a vederlo, perché il vecchio druido è impegnato da millenni in una missione tanto cruciale quanto... sfiancante dal punto di vista emotivo. Proteggere Excalibur, che di fatto significa stare nascosti assicurandosi che non venga trovata.
Solo nel tempo, senza potersi ricongiungere ai compagni di ventura, che stare insieme attirerebbe l'attenzione di chi, invece, la spada la vuole per motivi non proprio puri.
Quindi c'è la spada, c'è l'organizzazione nemica che la vuole, ci sono gli eroi che devono proteggerla ormai quasi spezzati dal tempo, stremati ed esauriti per aver visto il mondo andare avanti, la loro realtà cambiare e venire dimenticata, gli amici ormai morti e divenuti polvere. 
Un pacchetto abbastanza basic per una storia destinata ad intrattenere, che però riesce a trovare la sua strada senza sembrare una copia di letture già fatte.
Durante tutta la trama, noi viaggiamo - con Merlino - tra presente e passato: quello che era, quello che è, e piano piano i pezzetti che ci hanno portato alla situazione attuale.
Mi ha fatto piacere vedere un Merlino ancora padrone dei suoi poteri, i cui limiti sono prettamente umani e condivisibili: tante volte mi sono trovata di fronte al mago, al druido, che nel momento del bisogno si ritrovava con poteri minati dal tempo o dal destino. Vederlo non dico al massimo, ma pericoloso e potente quanto la leggenda narra è stato piacevole, e ha dimostrato che Logli non solo non ha avuto paura di mettere in campi i poteri magici devastanti, ma anche che ha saputo controbilanciarli con l'uomo che li usa: i poteri ci sono, ma è il mago ad essere esausto, la situazione ad essere disperata.
Il limiti stanno nell'umano, non nel sovrannaturale.

Noterete che sto parlando solo di Merlino: ecco, un difetto che ho trovato al libro è che i personaggi è come se fossero una spirale discendente. Mi spiego: Merlino è il primo che conosciamo, ed è quello caratterizzato meglio, quello di cui più mi interessava sapere le sorti. Poi abbiamo Parsifal: lo vediamo per secondo, caratterizzato bene (sul serio, l'ho amato) ma leggermente meno. Poi incontriamo Artù, il grande condottiero, l'uomo che non si arrende mai, che è sopravvissuto a grandi dolori e ancor più grandi tradimenti... e siamo di nuovo nel sufficiente ma meno rispetto a Parsifal.
Poi c'è Lancelot, che lo incontriamo per ultimo ed è quello caratterizzato peggio.
Però ci sono Morgana e Mordred che meritano, anche se un certo colpo di scena su di loro l'avevo capito subito, e anche lì... ho apprezzato come Morgana, con tutti i suoi poteri e i suoi piani, avesse delle motivazioni così incredibilmente umane, il modo in cui si percepiva il dolore di una bambina a cui non gliene frega niente, del bene superiore, quando il bene superiore ha decretato la distruzione della sua famiglia senza colpa alcuna.
Un pollice verso, invece, per l'ambientazione: non ho avvertito niente né dell'Italia né di Roma: per tutto il tempo ho avuto l'impressione che il libro avrebbe potuto essere ambientato ovunque, e non sarebbe cambiato niente.

In definitiva un libro particolare, con uno stile non scontato, che mi è piaciuto pur non essendo un capolavoro.

3 commenti:

  1. Non conoscevo, ma sembra molto particolare. Che bello il titolo!

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    1. È davvero molto particolare, non perfetto ma interessante :)

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  2. Questo non penso che lo leggerò, anche se sembra molto interessante, ma se dici che è rivolto a chi il ciclo arturiano lo conosce già bene, non fa per me. Poteva intrigarmi l'ambientazione, ma anche lì dici che non è ben gestita, quindi passo! Però il titolo è molto bello!

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