giovedì 12 dicembre 2013

The 5th Wave


The 5th Wave, di Rick Yancey.

Non conosco The Passage (ancora), ma avrete notato che sono un filo difensiva con Il Gioco di Ender. Cavolo, lo sono anche contro i suoi stessi seguiti! Quindi non sono stata impressionata dal "X meet Y" del marketing. Solo incuriosita.
In retrospettiva, credo che avrebbero dovuto puntare più su una cosa tipo "The Host meet uno scrittore competente".

The Passage meets Ender’s Game in an epic new series from award-winning author Rick Yancey.
After the 1st wave, only darkness remains. After the 2nd, only the lucky escape. And after the 3rd, only the unlucky survive. After the 4th wave, only one rule applies: trust no one.
Now, it’s the dawn of the 5th wave, and on a lonely stretch of highway, Cassie runs from Them. The beings who only look human, who roam the countryside killing anyone they see. Who have scattered Earth’s last survivors. To stay alone is to stay alive, Cassie believes, until she meets Evan Walker. Beguiling and mysterious, Evan Walker may be Cassie’s only hope for rescuing her brother—or even saving herself. But Cassie must choose: between trust and despair, between defiance and surrender, between life and death. To give up or to get up.


Io che mi approccio ad uno YA
Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro, quando l'ho iniziato, e non so bene cosa ne penso neanche adesso che l'ho finito. Non mi ha fatto schifo, ma neanche mi ha colpita particolarmente... la cosa che mi viene da dire è "Non è il mio tipo". Un po' come quando esci con qualcuno che è carino, simpatico, non ha niente che non vada... ma non scatta quello che dovrebbe scattare, e non c'è un motivo particolare.
In effetti, a meno di grandi sorprese nei seguiti, credo che io e questa serie rimarremo solo amici, o cordiali conoscenti. 
L'inizio è molto buono: si apre con Cassie, la nostra protagonista, completamente sola. Forse è l'ultima umana sulla Terra, non lo sa lei e non lo sappiamo noi. I primi capitoli fanno avanti indietro tra il presente e il passato, mostrandoci come sopravvive un giorno dopo l'altro, aggrappandosi ad una promessa forse irrealizzabile, ma che è l'unica cosa in grado di darle la forza di andare avanti fino a domani, e mostrandoci come si sia arrivati all'adesso.
Badass
La routine, i dilemmi e le soluzioni tattiche di una ragazzina priva di esperienza, che spera solo di non sbagliare alla grande, mi hanno coinvolta parecchio, ed erano così dettagliati che ho iniziato a chiedermi seriamente se avrebbero tenuto conto di quello che generalmente viene sempre saltato, quando ci sono protagoniste femminili in un mondo post-apocalittico: e gli assorbenti? Sul serio, è una cosa che mi chiedo sempre, sarà perchè quando sono ciclata credo che piuttosto che muovermi per salvare il mondo lo lascerei saltare in aria, che sarebbe un'opzione migliore. Ma in fin dei conti siamo donne, e siamo capaci di fare una vita normale anche mentre sanguiniamo dall'interno. Per più giorni consecutivi. Siamo badass.
Comunque, da Cassie veniamo a sapere che c'è stata un'invasione aliena, o meglio: gli alieni sono arrivati, non sono scesi e hanno iniziato a lanciare le piaghe d'Egitto cercando di sterminare la razza umana. Più il classico raggio elettromagnetico in grado di disattivare un telefono e un'automobile, passando per il tostapane, secondo l'assodato concetto che se ha un pulsante (o una chiave) funziona con lo stesso principio.
L'atmosfera è di incertezza: ogni persona è una minaccia potenziale, un po' perchè gli esseri umani tendono a regredire quando in situazioni di crisi (The Walking Dead -comic- docet), un po' perchè c'è la concreta possibilità che gli alieni infestino corpi umano, o abbiano modo di passare per umani, per cui quando incontri uno sconosciuto devi scegliere: sparargli, ed essere certo di sopravvivere, o scommettere che non ti sparerà prima lui?

Insomma, il libro andava decisamente bene, poi ha iniziato a tendere verso il "alla grande", quando hanno iniziato a cambiare i punti di vista: raggiunto il presente, per mantenere l'attenzione su una situazione più globale rispetto alla sola Cassie, Yancey inzia ad alternarsi tra vari personaggi: Zombie, un altro adolescente sopravvissuto che si ritrova nel campo di addestramento della resistenza umana, il piccolo Sammy e la sua confusione dopo che tutto ciò in cui credeva, addirittura uno degli alieni.
Il non indifferente problema è che le voci sono molto, ma molto molto, simili tra loro e considerando che non è come con Martin, che dice nel titolo del capitolo chi è che parla, qui chi è che parla si capisce più dalla situazione che dal modo in cui si esprime. Not cool. Sul lato positivo la storia del campo di addestramento è interessante, più della protagonista, ma su questo tornerò in coda.
Wait, what?
Per adesso direi che il libro è mediamente interessante, scritto mediamente bene (ossia non ti fa venir voglia di strapparti i capelli né per la disperazione né per il fangirlismo). E per un po' è anche originale, voglio dire... non c'è niente di originale. È come una partita a carte: Yancey usa le stesse identiche carte che ti sei trovato davanti ogni singola volta. 
Solo che invece di briscola gioca a scopa.
All'inizio sei perplesso, sei sorpreso, ma dopo aver capito a cosa si sta giocando sai cosa aspettarti, e non essendo questo un libro che punta a riscrivere il panorama della fantascienza, se di fantascienza conosci qualcosa è facile capire dove si andrà a parare - nel grande schema della trama generale. E io conosco un po' di fantascienza. Non tantissima, ma quanto basta.
Abbastanza da farmi venire in mente La Guerra dei Mondi, Il Gioco di Ender, un'accenno a The Host e qualcosa di Final Fantasy 9, relativamente ad una manciata di svolte narrative o descrizioni. Non sfacciati plagi come quelli di Paolini, ma quello che serve a riconoscere le carte e le mosse.

I personaggi sono gradevoli: non sono i personaggi definitivi della mia vita, ma diciamo che se morissero (e secondo me di qui alla fine della serie ne moriranno) ci rimarrei male, e non è poco (anche perchè nell'ultimo libro che non mi ha fatta impazzire quando i personaggi morivano mi veniva da ridere). La mia preferita è Ringer (nel campo di addestramento tutti i ragazzini hanno un soprannome), principalmente perchè più che un personaggio di uno YA con ambientazione post-apocalittica sembra un personaggio di un libro di fantascienza con ambientazione post-apocalittica. C'è differenza tra le due tipologie. E spero che nel seguito non venga inserito il suo pov, se dovesse finire per trasformarla in uno di quei personaggi che si sono letti nella quasi totalità del genere. Anche Zombie (sigh, i soprannomi sono davvero cretini) non mi è dispiaciuto, perchè ha un'evoluzione, è stato segnato e viene segnato dagli avvenimenti. Nel limbo Sam, che ha cinque anni e pur passando l'inferno rimane all'incirca uguale, dalla prima all'ultima pagina. In effetti la sua funzione, più di essere un personaggio vero e proprio, è di incarnare la possibilità di riscatto degli altri: per Cassie, che ha nel fratellino l'ultimo legame con la famiglia, l'ultima cosa da salvare, e soprattutto per Zombie, che vede nella protezione del bambino un modo per redimersi dopo la perdita della propria sorella.
I due protagonisti, Cassie ed Evan, sono molto in generic-landia. Evan in particolare: è uno dei personaggi per me meno approfonditi, e comprendere le sue motivazioni o i suoi pensieri mi è risultato impossibile. 
E poi c'è Cassie, che è stata una delusione grandissima: all'inizio mi ha piacevolmente sorpresa. Forte, decisa, pronta a tutto per sopravvivere, eppure vulnerabile nel suo terrore costante, credibile nei commenti sarcastici perchè vederla in quel modo è molto più facile che affrontare un giorno dopo l'altro l'orrore a cui ha assistito, e a cui continuerà ad assistere. C'è l'istinto di sopravvivenza, il dolore, la tenacia.
Cassie ed Evan
Poi incontra Evan. E oddio se non è un punto di caduta totale: nel momento in cui entra in scena il figone, Cassie subisce una metamorfosi totale nell'eroina YA generica, perde improvvisamente ogni capacità di mettere un piede davanti l'altro senza inciampare, e scusatemi, ma una che dopo la morte del 98% della popolazione mondiale, dopo aver visto morire i genitori, dopo aver visto il proprio fratellino venir portato via da forze ostili, dopo essere stata quasi uccisa e aver ucciso, si mette a commentare costantemente l'aspetto fisico suo, di lui, di lei, degli altri... a me non sembra un'adolescente credibile. A me sembra scema. Tra l'altro è inutile che continui a dire a tempo indeterminato che non può fidarsi di Evan perchè chissà se sta tramando qualcosa, che nel mondo com'è ora è impossibile... e poi non fa altro che fidarsi di lui dicendo che non si fida di lui, o che non vuole fidarsi di lui.
E poi c'è l'amore.
Ora, anche se non sembra, non sono completamente contro le storie d'amore: mi è piaciuto un sacco Tiger Lily, e lì la trama è la storia d'amore. Ma inserire a forza una relazione tra i personaggi principali perchè per contratto ci deve essere lo trovo svilente: è banale a livello narrativo perchè non c'è tensione, non c'è dubbio. Io so che i personaggi si metteranno insieme con la stessa certezza con cui so che dopo il 3 c'è il 4. Perchè è ovvio, perchè è sempre così, perchè è routine che sia così.
Ed è noioso.
Romantico
Soprattutto quando l'unica giustificazione al sentimento è "così fan tutti", perchè ormai non c'è neanche bisogno di renderlo credibile: sono bellini, sono pucciosi, dicono di volersi bene quindi sono shippabili e sono amore vero per sempre, anche se, a conti fatti, si conoscono da tre giorni e non siamo in un'ambientazione che giusfica la cosa come una favola disney. Ed è per questo che ammiro Kate Griffin, che ha lottato con il suo editore e chi di dovere perchè NON AVEVA SENSO che Matthew ed Oda si innamorassero. Questo sbandierare l'amore romantico come se fosse il più alto dei sentimenti, il più potente, quello che se non lo provi non hai vissuto, svilisce gli altri sentimenti, e gli altri tipo di amore: posso voler bene qualcuno che non è il mio partner, posso essere disposta a sacrificarmi e a lottare, per qualcuno che non è il mio partner. Posso mettere davanti a me stessa qualcuno che non è il mio partner. Farlo per il mio partner non è più potente, più puro, più coinvolgente perchè lo sto facendo per il mio partner. E che cavolo.
Per non parlare di una cosa che va sotto spoiler:
Evan, che è un'infiltrato alieno, è inquietantissimo perchè è uno stalker della peggior specie: a parte che è un'assassino, ma è il tipo che ti pedina costantemente, che viene la notte a spiarti, che legge il tuo diario e poi se ne esce con "ma io ti amo". Già questo a me mette i brividi. Ma poi c'è il fatto che lui ha vissuto come umano, con gli umani... è mai possibile che decida di risparmiare una sconosciuta, di cambiare fazione, perchè si è innamorato di lei guardandola da lontano? Francamente più lo guardavo (leggevo) più pensavo "stronzate", e mi veniva in mente il Dottore e quello che diceva lui, sul risparmiare una persona a caso: "You let one of them go but that's nothing new. Every now and then a little victim's spared because she smiled, 'cause he's got freckles. 'Cause they begged. And that's how you live with yourself. That's how you slaughter millions. Because once in awhile - on a whim, if the wind's in the right direction - you happen to be kind".
E siamo onesti con noi stessi: è molto più credibile e potente del "Ma io ti amo e ti ho sempre amata!"

Mi rendo conto che, di nuovo, sembra che il libro sia una tragedia. Ho una vena polemica che mi rende più facile dire perchè una cosa non mi è piaciuta rispetto al perchè mi è piaciuta. Per cui adesso cercherò di mettere l'accento sulle cose che secondo me funzionano, o quantomeno di elencarle.
Per metà del libro, va tutto bene: è diverso dagli altri, la protagonista è carina (anche se petulante), e i flashback sull'invasione sono davvero belli, una delle mie parti preferite. Lo stile non è male: semplice, scorrevole, con dei paragrafi davvero azzeccati, e non c'è l'overdose di punti esclamativi (che odio). Mi ha fatto strano trovare abbreviazioni stile "wtf", che per me sono linguaggio più da web che da narrativa.
Ho apprezzato che ci fossero vari punti di vista, perchè rendono la storia più ricca e più sfaccetata, inoltre la parte nel campodi addestramento dei bambini è interessante, anche se viene persa l'occasione di affrontare dilemmi morali legati ai bambini soldato. Non si può avere tutto.
I personaggi iniziano a convergere verso lo stesso punto abbastanza presto, che sembra una cazzata ma provate ad essere all'ultimo libro uscito di Martin, a fare la mappa di chi è dove, e che ha detto che l'ultima battaglia sarà alla Barriera, e capirete

Detto questo, non è male. Ci sono buone possibilità che legga anche il seguito.
E sarebbe una serie tv fighissima.

2 commenti:

  1. La prima cosa che mi viene da dire, naturalmente, è... leggi "Il Passaggio" appena possibile, Kate: sono quasi sicura che lo adorerai! ;D La seconda è che ora sono ancora più indecisa se leggere questo libro oppure no XD, ma una cosa è certa: la sua lettura non rientrerà certamente fra le mie priorità immediate! ;D La prospettiva multipla è una roba abbastanza difficile da gestire, questo ormai l'ho capito e sperimentato sulla mia pelle: mi spiace sentire che Yancey non sia esattamente un novello Martin... ma, d'altro canto, mi stupisce anche poco: gli autori di YA veramente bravi (ma intendo bravi sul serio) sono pochi, e comunque solitamente hanno scritto abbastanza da aver imparato due o trecento lezioni a furia di scrivere e riscrivere, pubblicare e ripubblicare... Chissà! ;D

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    1. Vedrò di procurarmelo, mi sono incuriosita :D
      Con questo libro credo sia anche stata una questione di target: sono ampiamente fuori, magari se fossi stata più piccola come prima esperienza di fantascienza non sarebbe stata male :) più che altro è la storia d'amore che non si regge: se proprio era necessario inserirla, sarebbe stata molto più coinvolgente a partire dal secondo libro... ma chissà, forse anche questo è perchè sono ormai troppo in là con gli anni per credere nell'amore formato istantaneo. Cmq meglio di molto altro, e con alcune idee discretamente belline.

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