mercoledì 1 aprile 2015

The Long Earth


The Long Earth, di Terry Pratchett e Stephen Baxter.

Ok, vi siete spiegati perfettamente: questo è il vostro parco giochi.

1916: the Western Front. Private Percy Blakeney wakes up. He is lying on fresh spring grass. He can hear birdsong, and the wind in the leaves in the trees. Where has the mud, blood and blasted landscape of No Man's Land gone? 2015: Madison, Wisconsin. Cop Monica Jansson is exploring the burned-out home of a reclusive (some said mad, others dangerous) scientist when she finds a curious gadget - a box containing some wiring, a three-way switch and a...potato. It is the prototype of an invention that will change the way Mankind views his world for ever. And that is an understatement if ever there was one...

A me piacciono i vecchi videogiochi. Final Fantasy VII è uno dei miei giochi preferiti ever, e ho ancora la play1 apposta per poter giocare a Chrono Cross (devo solo trovare il tempo... ) e di base adoro i gdr vecchio stampo.
In particolare ho scoperto di amare una cosa che ho odiato finchè, in Final Fantasy, è stata tolta: la mappa del mondo. La possibilità di girare liberamente, di poter finire in qualsiasi luogo, di... perdersi senza speranza, nel mio caso. Di mettere da parte la quest principale per andare a vedere che c'è lì.
Perchè vi dico questo? Perchè The Long Earth è l'aver messo da parte la trama per esplorare la mappa del mondo di Terry Pratchett e Stephen Baxter.
Dove sono? Dove devo andare? PERCHÈ SONO QUI? VOGLIO UN GPS!
Questo libro si basa su una parola inglese che non si traduce semplicemente in italiano.
"To walk" è facile: camminare. Ma "to step"? Fare un passo, procedere, gradino... un po' più difficile renderlo nella nostra lingua, ed è una parola fondamentale.
La nostra storia è ambientata in un mondo dove, un giorno, appare su internet un progetto. Un progetto stupido, un aggeggio da costruire, e un sacco di ragazzini ci provano per ingannare il tempo. Ma l'oggetto non è un giocattolo: è lo strumento che permette agli essere umani di "fare un passo", il passo che li porta in una Terra alternativa. E in un'altra. E in un'altra. E in un'altra.
Un numero infinito di Terre parallele, pure ed incontaminate, pronte ad essere non invase ma ripopolate dagli esseri umani, assenti in tutte.
"Stepper" è il nome di questi congegni in grado di cambiare il mondo, o i mondi.
E lo cambiano, eccome: iniziano migrazioni massa, l'economia mondiale crolla completamente e la piccola percentuale di persone che non è in grado di passare da un mondo all'altro inizia a covare rancore verso quelli che possono farlo.
Il nostro protagonista è Joshua, uno "stepper" naturale, ossia in grado di viaggiare tra i mondi senza l'ausilio di nessun meccanismo: scoperta questa abilità a tredicenne, a ventotto anni viene reclutato da Lobsang (un'intelligenza artificiale che ha ottenuto diritti umani affermando di essere la reincarnazione di un meccanico tibetano) per fargli da guida attraverso tutte le Terre, usando un'astronave di nome Mark Twain.
Follia in senso buono
E qui è dove Pratchett e Baxter hanno deciso di mettere da parte la trama per esplorare la mappa del mondo: questo libro è circa 400 pagine di world building, con Joshua e Lobsang che viaggiano in lungo e in largo senza che si capisca esattamente qual è il punto, e ogni tanto ci sono parti con protagonista gente a caso, tipo le cronache di una ragazzina la cui famiglia ha deciso di trasferirsi su un'altra Terra, lasciando indietro il fratello incapace di viaggiare.
Si vedono anche alcune note stonate, tipo una colonia sparita lasciandosi dietro solo pozze di sangue, e la crecente consapevolezza che là fuori non ci sono solo gli umani come razza senziente: ci sono minimo due razze (chiamate Troll ed Elfi dai protagonisti), che potrebbero come non potrebbero avere intenzioni violente, e una minaccia cosmica di proporzioni immani.
E chi ha scoperto gli stepper? Perchè ha deciso di condividere la scoperta su internet?
Solo che queste ultime cose, che imbastiscono una trama dalla portata immensa, esplodono negli ultimi capitoli perchè il libro è un crescendo e non te ne accorgi finchè non arrivi alla fine: non so come questi due siano riusciti a creare un puzzle che non noti finchè, alla fine, anche l'ultimo pezzo va al suo posto.
Cosa ho letto?
Insomma, The Long Earth è un libro parecchio strano: per la maggior parte del tempo non puoi che chiederti dove si sta andando a parare, perchè la sensazione è quella di girare a vuoto in un'ambientazione che sembra non avere fine, poi alla fine ti rendi conto che sta succedendo di tutto e di più e quando i due autori decidono di riportare l'attenzione sulla trama principale... si possono avere i seguiti ieri al più tardi?

Oh, e il nemico ha il nome più figo della storia dei nemici.

6 commenti:

  1. Interessante, adoro le cose strane *_*

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  2. Mi fai venire voglia di provare a leggere in inglese! Non ci ho mai provato perché ho paura di non capire nulla...

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    1. Pratchett non è l'autore ideale per cominciare: ci sono troppi giochi di parole, e a volte dialetti. Io ho cominciato con Harry Potter: semplice, e la storia la conoscevo :)

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  3. Nonostante il nome di Pratchett in copertina (che è una garanzia, fosse anche un elenco di liste della spesa!) ero comunque scettica verso questa serie, perché... beh, detto semplicemente non è proprip il mio genere.. ma tu mi hai convinto! :)

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    1. Onestamente in questo libro la voce di Pratchett l'ho sentita meno rispetto a - per dire - Good Omens. Ma alla fine mi è piaciuto, nonostante ci metta veramente tanto ad ingranare: per certi versi è la definizione di libro introduttivo XD

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