Perchè Martin il nuovo libro della serie non lo fa uscire, ma intanto ci distrae.
Senza spoiler, tanto per cambiare.
Se il passato è il prologo, allora l'opera primaria di George R.R. Martin – la più innovativa e formidabile saga fantasy del nostro tempo - necessita di una introduzione ugualmente formidabile. E alla fine, eccola: Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco. Questo volume, riccamente illustrato da oltre centosettanta tavole originali a colori, è la storia completa dei Sette Regni, incentrata sulla vivida ricostruzione delle epiche battaglie, delle brutali rivalità e delle temerarie ribellioni che hanno condotto agli eventi narrati ne Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. In una collaborazione durata interi anni, George R.R. Martin ha coniugato il proprio lavoro con quello di Elio M. Garcia Jr. e Linda Antonssen, fondatori del celebre sito web westeros.org, forse le uniche due persone che di questo mondo fantastico hanno una conoscenza approfondita quanto quella del suo stesso eccezionale creatore. Racchiuse in questo testo si sovrappongono conoscenze accumulate, speculazioni accademiche e leggende popolari tramandate da maestri e septon, negromanti e cantastorie. È una cronaca che si dipana dal Tempo dell'Alba all'Età degli Eroi, dalla venuta dei primi uomini all'arrivo di Aegon il Conquistatore, dall'ascesa di Aegon stesso al Trono di Spade fino alla Ribellione di Robert e alla susseguente caduta di Aerys II Targaryen, il Re Folle, l'evento che ha messo in movimento le lotte «di oggi» tra Stark, Lannister, Baratheon e Targaryen. Fondamentale opera di sostegno per l'intero, ipnotico universo concepito da George R.R. Martin, Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco è la prova provata che la penna è davvero più poderosa di una tempesta di spade.
Mentre i lettori sono qui ad aspettare che Martin si degni di farci sapere quando uscirà il sesto volume de Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, lui estrae dalla manica Il Diversivo.
La guida ufficiale.
Roba che le vorresti dare fuoco per lo sdegno, finchè non la vedi e ti ritrovi a sbavarci sopra.
Partiamo dall'aspetto fisico: è un libro molto grande, e molto bello: copertina rigida, di quelle un po' gommose (non so come spiegarmi) e pieno zeppo di illustrazioni bellissime. È anche rilegato per davvero: non è una di quelle edizioni economiche incollate su una copertina rigida.
Insomma, è una gioia per gli occhi.
Ma il contenuto?
Ecco, quello è interessantissimo: inizi pensando che ti piacerebbe avere un prequel sulla Ribellione di Robert, e lo finisci che lo vorresti su tutto e in effetti - ripensandoci - sulla ribellione si sa già un sacco.
Ora devo ammettere un mio limite: non ho mai letto enciclopedie sui mondi delle saghe, la cosa che ci è andata più vicina fino a questo momento era la guida turistica di Ankh-Morpork, per cui mi aspettavo che fosse una specie di saggio scritto da Martin per lettori... invece c'è un narratore: questo libro ha un'ambientazione. È scritto da un vecchio Maestro per il piccolo Tommen, e questo porta a due conseguenze:
- per quanto il narratore cercho di essere obbiettivo, in certi punti è spaventosamente di parte: Robert lo descrive come un santo guerriero
- certe cose che noi vorremmo sapere lui non le sa - tipo è convinto che gli Estranei siano leggenda - oppure le ritiene fin troppo conosciute per starne a parlare (Rhaegar, Lyanna e Robert, in particolare)
Ma il vero punto di svolta arriva con i Targaryen.
I Targaryen sono una casata strana: possono fare grandi cose o grandi casini, e in linea di massima sono i meno interessanti del mazzo. Vuoi perchè sono quasi estinti, vuoi che Daenerys era partita benissimo ma ora o comincia a muoversi verso Westeros o per me può anche morire, non è facile avere un'idea precisa su di loro: troppi aneddoti sparsi, troppe informazioni contrastanti.
Qui le cose cambiano, e i Targaryen a mio avviso ne escono veramente bene: da Aegon il Conquistatore in poi, il libro dedica un capitolo ad ogni sovrano - con approfondimenti vari ed eventuali. È lì che capisci come siano sempre stati una famiglia piena di congiure interne anche quando erano letteralmente in cinque, è lì che vedi da dove sia nato il proverbio sulla moneta lanciata dagli dei quando ne nasce uno.
Tra sovrani illuminati e sovrani pessimi, tra team di fratelli e la Danza dei Draghi (Prequel n°2), quando arrivi al re Folle un po' ti dispiace che sia l'ultimo.
Per non parlare di quando scopri che Aerys Targaryen, Tywin Lannister e Steffon Baratheon erano migliori amici, inseparabili come Ned e Robert... e poi Steffon è morto ed Aerys è impazzito, e Tywin si è visto come ha preso bene i traumi che la vita gli ha lanciato contro.
Oddio, in effetti anche il capostipite dei Baratheon era il migliore amico di Aegon il Conquistatore.
Il destino e le tragedie, proprio.
Altro personaggio che qui viene approfondito parecchio è proprio Tywin Lannister, e anche se bisogna sempre chiedersi quanto sia obbiettivo il narratore, qui viene narrata la sua gioventù e le sue imprese... e diciamo pure che se non arriva a giustificare le sue azioni, quantomeno capisci perchè abbia deciso di adottare la filosofia "fanculo i sentimenti persempreforever".
Diciamo che è divertente mettere insieme i puntini, vedere quali leggende sono applicabili alla trama, quali personaggi riconosci. Si capisce perchè Dorne sia così temuta (la sua storia consiste nello sconfiggere di brutto chiunque l'abbia sfidata), e si capiscono molte cose sulla situazione politica presente all'inizio - e durante - ASoIaF.
Comunque, una volta conclusi i Targaryen e la Ribellione, la struttura del libro cambia per passare dal generale al particolare: ogni capitolo parla di una delle sette regioni, della sua storia e della sua famiglia "regnante" (con immagini meravigliose dei loro castelli) e si può notare una cosa che fa riflettere: la politica matrimoniale. Dopo un po' inizi a notare una cosa: è rarissimo che le famiglie in carica si sposino fuori dalla loro regione. I matrimoni servono a garantire la fedeltà degli aflieri, perchè tra i lord e le varie zone c'è ancora una grande rivalità quindi la situazione che c'era all'inizio, quella nata appena prima e durante la Ribellione, è un bel po' strana. L'erede del Nord promesso a una Tully, la figlia del Nord promessa all'erede Baratheon, una trattativa in corso per fidanzare l'erede dei Lannister con la più piccola dei Tully, e il Lord della Valle legato a doppio filo a Stark e Baratheon... sembra che ci fosse davvero qualcosa in corso tra i grandi Lord dell'epoca, ma visto che quei piani - eventualmente - hanno solo aumentato la paranoia di Aerys, chissà se sapremo mai in cosa consistevano.
Una volta finita la storia dei Sette Regni il libro comincia a raccontare tutto quello che si sa sui regni vicini e meno vicini, inclusi quelli che non vedremo mai, perchè Martin si è creato un po' tutto un mondo. La cosa divertente, però, è che mentre di Westeros e degli immediati confinanti si sa molto, e il narratore cerca di mantenere un piglio quasi scientifico, più ci si allontana più le nozioni ti fanno fermare a chiederti "Ma è vero oppure no? È davvero così, o sono loro che non hanno altre informazioni?"
Soprattutto perchè da un certo punto in poi i luoghi possono tranquillamente chiamarsi Lovecraftlandia.
Per quanto riguarda la traduzione... beh, direi che è migliore rispetto a quella che delizia i lettori nella saga, ma ci sono comunque errori. Ad esempio sono andati nel panico totale perchè - avendo deciso di tradurre Hand of the King con Primo Cavaliere (notare che non è necessario essere cavalieri per ricoprire tale carica) - non potevano rendere che Orys Baratheon è considerato il primo perchè Aegon l'aveva definito la sua mano destra ("My strong right hand") e quindi ci troviamo di fronte a questo paragrafo:
Infine, [Aegon] dichiarò Orys Baratheon "mio scudo, mio prode, il mio valido braccio destro". È per siffatta ragione che Orys Baratheon è riconosciuto dai maestri come il Primo Cavaliere del re della storia.
Per la cronaca: si sono anche scordati un "primo". Dovrebbe essere "il primo Primo Cavaliere ": fa schifo, ma sennò come frase non funziona.
Ad ogni modo abbiamo anche magiche scelte come Aegon the Unworthy che diventa Aegon il Mediocre (nota: è uno che ha governato così male che gli storici dei Sette Regni pensano che lo facesse apposta, ed è considerato nell'insieme un monarca peggiore di Aerys, che ha causato la fine dei Targaryen come casa regnante).
O il nonno di un re che ne diventa il padre nel capitolo successivo (capisco che fosse difficile da seguire: in pratica tutti i figli di questo Re muoiono, lasciando il regno senza eredi diretta ma con un discreto numero di eredi con pretese al trono equamente valide. Onde evitare guerre civili il re organizza un mega-concilio per sceglierne uno, e il prescelto è un suo nipote. Nella pagina dopo dicono che è suo figlio. Perchè ci sarebbe stato tutto quel casino, se fosse stato il figlio).
O Tywin Lannister, il fratello maggiore che a dieci anni si esprime negativamente sul fidanzamento della sorella diciassettenne. Che in realtà avrebbe sette anni al momento della scena, ma si vede che un bambino di dieci anni più grande di una ragazzina di diciassette "faceva più fantasy", come l'unicorno (l'alternativa è che in inglese Martin avesse specificato che il matrimonio sarebbe stato celebrato quanto al compimento dei diciassette anni di Genna).
A parte queste sbavature, che ormai suppongo servano a far sentire a casa il lettore italiano, il libro è bellissimo e un obbligo per il fan della saga di Martin.
L'ho regalato lo scorso Natale al mio ragazzo, e prima o poi glielo fregherò per poterlo leggere XD
RispondiEliminaFarai benissimo XD in fin dei conti questi libri si regalano per poterli prendere in prestito u_u
EliminaDev'essere una vera meraviglia!!!!! *___*
RispondiEliminaLo è *_____*
Eliminail libro è bellissimo e un obbligo per il fan della saga di Martin., ok vado a comprarlo! :)
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