Il giorno dei Trifidi, di John Wyndham.
Suppongo si sia capito da alcuni post che non nutro un'amore smisurato nei confronti della Mondadori: tra alcuni lavori a membro di cane (la traduzione de La Corona di Mezzanotte per citare il più recente), alcune idee semplicemente demenziali (i flipback: sembravano stupidi e si sono confermanti tali) e decisioni incomprensibili (in una serie hanno pubblicato prima il secondo volume e poi il primo), ammetto di essere arrivata a disprezzarla. Però quando hanno deciso di ristampare alcuni classici della fantascienza sono stata davvero, davvero felice.
Perchè le CE possono vivere in questo mondo alternativo dove il digitale è il male, ma i lettori generalmente sono contenti di vedere in libreria quello che gli piace e se amano un libro lo comprano.
Quindi mi sono scaricata un bel po' di libri di fantascienza fuori catalogo, ma se tornano in libreria (o nel kindlestore) li compro.
Il primo segnale è una straordinaria pioggia di meteoriti verdi che scende su Londra illuminandone il cielo notturno e toglie la vista a chiunque vi assista. Poi, l'invasione: quei corpi celesti contenevano infatti i semi di piante mostruose che crescono a una velocità mai vista, si spostano e inghiottono qualunque essere vivente, umani compresi. Solo una piccola colonia sull'isola di Wight è ancora immune, ma la civiltà, impazzita di terrore, per sopravvivere si è riassestata su spietate basì feudali... Ospitato a puntate sulla rivista americana "Colier's" nel 1951, "Il giorno dei Trifidi" è stato un immediato successo, la prima affermazione di massa della fantascienza al di fuori del ristretto ambiente degli appassionati, dopo gli ormai lontani trionfi di H.G. Wells. Da un giorno all'altro, i silenziosi e letali trifidi si sono conquistati un posto nell'ampia galleria di creature mostruose che l'uomo è andato nei secoli evocando per dare corpo ai più nascosti fantasmi della propria immaginazione.
Avete visto la copertina? Avete letto la quarta? Toglietevele dalla testa perchè non c'entrano nulla col libro. È vera e propria pubblicità ingannevole: i trifidi non vengono dallo spazio, non sono kraken volanti viola e di base quello che il lettore viene preparato ad aspettarsi non succede.
L'altra possibilità è che la quarta sia stata scritta da qualcuno che guardava il film tratto dal libro mentre correggeva la traduzione de La Corona di Mezzanotte, e questo spiegherebbe tante cose.
Devono sempre sbagliare qualcosa |
Piccolo problema: i trifidi non sono semplici piante, sono veri e propri organismi vegetali dotati di intelligenza, capaci di muoversi, velenosi e - soprattutto - carnivori. Una minaccia gestibile grazie all'unico senso che rende gli umani superiori: la vista.
Questo nemico dell'umanità non viene dallo spazio ma è stato creato dall'umanità stessa, arrogante e non solo certa della propria superiorità, ma incapace di riconoscere la pericolosità di una razza ritenuta inferiore.
Più o meno |
Quando la pioggia di metoriti - e anche qui non è esattamente una calamità venuta dall'universo profondo - causa la ciecità della popolazione, il mondo cambia radicalmente: Bill (scampato alla catastrofe grazie ad un ricovero ospedaliero) si trova all'improvviso in un ecosistema che da un giorno all'altro vede la fine degli umani come specie dominante. I ciechi vagano disperati nelle città e la percentuale di vedenti è così bassa da rendere fisicamente impossibile occuparsi di loro, tant'è che Bill e Josella (altra vedente) sono costretti all'inizio a non palesarsi, e in seguito a dover scegliere tra due linee di condotta opposte: quella di Beadley, votata alla sopravvivenza anche a costo di abbandonare i ciechi al loro destino, e quella di Cokey, violento fanatico pronto ad imprigionare i vedenti pur di aiutare le vittime. Ma ci sono anche gradevoli sfumature, come 'teniamo le donne perchè in grado di partorire figli non ciechi e abbandoniamo i maschi a morire'.
Su tutto la minaccia dei trifidi, che mentre gli uomini cercano la direzione da prendere fanno la loro mossa per la conquista del pianeta: più numerosi e ormai superiori alla maggior parte delle persone, sono il nemico supremo sempre dietro l'angolo, sempre intorno a te.
E capace di imparare.
C'è anche chi ha gradito la cosa |
E c'è la condanna di un'umanità che, al massimo della propria arroganza e ciecità metaforica, ha creato il proprio nemico mettendosi a giocare in un campo dove - non essendo Dio - non era in grado di controllare tutte le conseguenze. E sì, tutto questo lo fa nel 1951.
I trifidi sono una figura interessante e quietamente terrificante: più che mostri venuti dagli abissi ricordano gli zombie... ma peggiori perchè dotati di intelletto.
Nota di curiosità: pensavante che l'inizio di The Walking Dead ricalcasse quello di 28 Giorni Dopo? Errore, entrambe le scene dei protagonisti che si svegliano in ospedale per trovarlo vuoto e fuori c'è stata la fine del mondo sono una citazione a questo inizio.
Insomma, a me questo libro è piaciuto proprio tanto e ve lo consiglio.
Porca miseria, perché non l'ho ancora letto??? *_*
RispondiEliminaGià, pechè? XP
EliminaHo sempre voluto leggere questo libro, e adesso ne ho ancora più voglia! *___*
RispondiEliminaCaspita, anch'io ero convinta che "The Walking Dead" stesse citando "28 giorni dopo" nel primo episodio... E invece entrambi omaggiavano questo grande classico, quindi! ^__^
Prima di scrivere la recensione ricordavo che entrambi omaggiavano qualcosa, ma non ricordavo che era questo qui XD
EliminaAvrei dovuto farci caso, leggendo u_u
Cmq leggilo, imho è notevole.