lunedì 6 maggio 2013

Kissed by Fire

Dopo una puntata ad alto tasso di adrenalina ne segue una ad alto tasso di dramma.
Dramma costruito scena dopo scena, per approfondire personaggi, ambientazione e società: siamo alla terza stagione ma i Sette Regni hanno ancora molto da dire.
In questo episodio: onore, leadership e backstory.

Alla base della Fratellanza senza Vessilli, con in sottofondo il tema musicale del Signore della Luce, Thoros di Myr pronuncia una preghiera prima del duello tra il Mastino e Beric Dondarrion che si conclude con il familiare "the night is dark and full of terrors". Oltre a creare una bella atmosfera inquietante si vede come tutti i membri della Fratellanza si siano convertiti alla religione di R'hllor, abbandonando i Sette Dei e gli Antichi Dei.
Il Mastino sembra tranquillo, finchè non vede l'arma di Beric: una spada in fiamme. Il terrore dell'uomo ustionato è palpabile, e cresce per tutto il combattimento: Sandor combatte come se la sua parte razionale cercasse di controllare il terrore irrazionale ed istintivo che il fuoco gli causa.
E il combattimento è uno dei più esaltanti che tutta la serie ci abbia mai regalato.

Arya pregusta il momento in cui Sandor verrà ucciso, ma siccome questi sono i Sette Regni  è il Mastino a uccidere Beric.
La piccola Stark perde un altro pezzo di fiducia nel mondo: lei lo sa che Sandor è colpevole. Eppure ha vinto. Eppure verrà lasciato andare incolume. Un'altra prova che la giustizia non esiste, come se aver visto decapitare il padre non fosse abbastanza.
Ma c'è anche altro a cui pensare: Beric Dondarrion non è così morto come sembrava. O meglio, non più: è stato riportato in vita da R'hllor (sei volte in tutto). Questo dio a quanto pare agisce attivamente.

E questo comporta un dovere: come disse Terry Pratchett in Soul Music ci sono domande di cui conosciamo già la risposta ma che nonostante questo dobbiamo fare. Perchè se non le facciamo, allora non siamo umani.
Could you bring back a man without head? Not six times. Just once.
Arya deve chiederlo. Deve sapere se c'è una possibilità per Ned, anche se si vede che non ci spera. Anche se si vede che, quando Thoros le dice di no, il cuore le si spezza ancora un po'.
Non importa che Beric cerchi di spiegarle che tornare dal mondo dei morti significa diventare un'ombra di sé stessi, un destino che non augurerebbe mai ad un uomo che ammirava: lui è vivo, ed è questo a contare agli occhi di una figlia.
Tuttavia Arya non ha ancora avuto una giornata abbastanza brutta, un'altro pugno allo stomaco la aspetta: Gendry non ha intenzione di seguirla a Delta delle Acque. Il ragazzo vuole unirsi alla Fratellanza come fabbro, perchè stanco di essere sballottato in giro, a servire qualcuno spesso incompetente e che sempre se ne frega di lui. Per la prima volta si trova di fronte ad un gruppo alla pari, persone che hanno scelto chi seguire e non si sono torvati un leader imposto dal caso.
Non importa che Arya gli dica di essere pronta ad essere la sua famiglia: Gendry sa che nel momento in cui la piccola tornerà dalla madre e dal fratello, nobili (addirittura un Re), lui tornerà ad essere il fabbro bastardo e lei la dama d'alto rango.
(No, non ho inteso il "you'll be my lady" in senso romantico, anche perchè Arya nel telefilm ha undici-dodici anni).

Un'altra persona che ha affrontato il dubbio di chi servire è Barristan Selmy: il vecchio cavaliere ha seguito il codice fino in fondo. Non apprezzava Aerys, il Re Folle, che uccideva persone perchè le voci in testa glielo dicevano. Non apprezzava Robert, guerriero tanto valoroso quanto pessimo sovrano.
Avrebbe servito anche Joffrey, perchè il suo compito non è giudicare né esprimere pareri. Ma una volta libero, Barristan ha deciso di scegliere, di offrire i suoi servigi a qualcuno in cui crede e stima.

E siccome a Westeros la reputazione è tutto inizia a ventilare a Jorah l'idea di levarsi di torno per evitare che la sua pessima reputazione si rifletta su Daenerys una volta tornati in patria.
Daenerys, intanto, continua a raccogliere consensi con gli Immacolati permettendogli di non chiamarsi come insetti.
Anche se Verme Grigio ribatte che il nome datogli dai genitori è quello con cui è stato fatto schiavo, mentre è stato liberato con quello inumano.

Anche per Jon inizia a profilarsi un futuro conflitto di lealtà: il ragazzo sta subendo il fascino della cultura dei Bruti, uomini che hanno un loro tipo di onore.
Jon rivela i punti deboli dei Guardiani (solo tre castelli presidiati su diciannove) per recitare la sua parte, ma è per motivi personali che cede all'attrazione per Ygritte (e a quanto pare qualcosa la sa). Adesso ha ceduto ai suoi sentimenti, e presto dovrà compiere una scelta simile a quella di tanti altri prima di lui: il suo onore o il suo cuore.

Chi, invece, il conflitto di lealtà l'ha già affrontato è Jaime.
L'odissea sua di Brienne sembra giunta a termine: Locke e i suoi, finalmente, li consegnano a Roose Bolton che non pare gradire il trattamento riservato ai due, e libera Brienne. Con Jaime... beh, prima di mandarlo da un medico lo trolla un bel po' dandogli mooolto lentamemente notizie sulla sua famiglia. Una volta saputo che stanno tutti bene, l'adrenalina che ha tenuto in piedi lo Sterminatore di Re viene meno.
Qui facciamo la conoscenza un po' più approfondita di Qyburn: un ex Maestro che, a quanto pare, è l'equivalente dello scienziato pazzo: la catena gli è stata tolta perchè faceva esperimenti un po' troppo estremi O_o
L'apice però lo raggiungiamo nei bagni di Harrenal: Jaime e Brienne, finalmente, possono lavarsi (e quanto bisogno ne hanno). Insieme, con massima costernazione di Brienne che quando si tratta di comportarsi da donna è di una fragilità disarmante. Jaime non perde occasione di maltrattarla verbalmente, insinuando la sua inadeguatezza visto che lui ha perso la mano e Renly è morto, ma quando si rende conto di averla ferita davvero... assistiamo a una cosa che a quanto pare non è mai successa prima: Jaime si scusa.
Chiede a Brienne una tregua, e quando la ragazza ribatte che le tregue si basano sulla fiducia...
I trust you.
La fiducia deve essere reciproca, ed ecco che un Jaime febbriciante ma terribilmente lucido finisce per raccontare a Brienne la sua versione dei fatti che l'hanno trasformato  nell'infame Kingslayer.
Noi abbiamo sempre disprezzato Jaime: va a letto con sua sorella, ha cercato di uccidere un bambino. Ma nei Sette Regni questo non è di dominio pubblico: Jaime è disprezzato per essere uno spergiuro, per aver ucciso il re convenienza. Per schierare la sua famiglia coi vincitori all'ultimo minuto, per non essere nel carro dei perdenti di fronte a Robert.
Questo lo sappiamo per voce di Ned Stark, che a Jaime l'ha rinfacciato nella prima serie.
L'onore. Che è vincolato a regole contraddittorie, che non coincide con la cosa più giusta da fare, che divide il mondo in bianco e nero: Jaime ha ucciso Aerys perchè Aerys voleva distruggere Approdo del Re.
Jaime, in una manciata di secondi, ha sacrificato la sua reputazione futura per salvare migliaia di vite innocenti.
You think the honorable Ned Stark wanted to hear my side? He judged me guilty the moment he set eyes on me.
Forse pensava che avrebbe potuto spiegare, ma quando Ned è entrato nella sala del trono l'ha condannato con uno sguardo. Semplicemente non importava perchè Jaime l'avesse fatto. Importava solo che l'avesse fatto. Quel giorno, anche per mano di Eddard Stark, Jaime ha iniziato a diventare il cinico uomo che è oggi.

Brienne è scioccata: in un certo senso è cambiata la sua percezione del mondo, perchè l'uomo di fronte a lei è sempre stato la rappresentazione del cavaliere negativo, quello che ti dicono "Se continui così diventerai come lui". All'improvviso salta fuori che l'ignomia di Jaime nasce da un atto di estremo onore.
Tell me, if your precious Renly commanded you to kill your own father and and stand by while thousands of men, women and children burned alive, wouldn't you done it? Would you kept your oath then? 
Io credo che Brienne sia così sconvolta anche erchè sotto sotto sa che, al posto di Jaime, avrebbe fatto la stessa cosa.
Non sono sicura di Ned: quando ha dovuto scegliere tra il bene del regno e il suo onore ha scelto il suo onore. Si è piegato solo per le sue bambine. Non per le bambine degli altri

Ma non ci sono solo gli uomini che seguono: ci sono anche gli uomini che hanno deciso di essere seguiti.
In questo episodio abbiamo il primo minutaggio concreto dedicato a Stannis, e iniziamo a capire meglio l'uomo profondamente amareggiato che ci sta di fronte: ha una tristissima vita familiare.
A parte che vive in una  caverna ammobiliata (ora comprendo perchè nei libri è così incazzato con Robert per averlo sbattuto lì), le sue scarse capacità relazionali hanno colpito duramente la sua famiglia: Selyse è una fanatica religiosa, talmente devota a R'hllor da considerare il tradimento del marito con Melisandre non solo un atto divino, ma l'unico modo di non essere d'intralcio al suo uomo. E in attimo si vede come sia stata soprattutto la sua incapacità di produrre un erede a colpire la sua stabilità emotiva: questo è un mondo dove una donna serve solo a sfornare figli, possibilmente maschi, e Selyse ha fallito. I suoi bambini sono nati morti, e Stannis non è riuscito a dimostrarle il suo affetto, a darle il suo sostegno.
She gave you a son. I gave you nothing.
Le ha permesso di tenere i feti sotto formalina, probabilmente per darle sollievo e alimentando invece la sua follia. L'istinto materno di Selyse è investito completamente nei figli non nati, al punto da considerare la sua unica figlia indegna ed inutile, una mera distrazione per Stannis.
She's my daughter. I want to see her.
Il fatto che Stannis chiaramente ami la sua bambina non lo rende meno imbarazzato di fronte a lei: Shireen è una delle cose più dolci e tenere che Game of Thrones abbia messo in campo, con i suoi libri, le sue inquentanti canzoni e la sua amicizia con Davos: l'ex-contrabbandiere è l'unico amico della piccola, e quando scopre della sua prigionia Shireen corre a portargli libri da leggere... ed è così adorabile: lei è una lettrice. Non riesce assolutamente a concepire come si possa dire di no ad un libro e quando Davos le confessa che non sa leggere... provvederà lei. Perchè al suo amico vuole regalare la cosa più bella che ha: la lettura.

Le cose continuano a peggiorare per l'altro Re, quello a cui la corona è stata praticamente imposta dai suoi uomini: Robb Stark.
Lord Karstark raggiunge il punto di rottura: la morte dei due figli per mano di Jaime, più la fuga dell'uomo a causa di Catelyn, più il progressivo pessimismo delgi uomini del Nord lo porta a compiere un'atto infame: il brutale assassinio dei due scudieri Lannister. Due bambini innocenti, colpevoli solo del nome che portavano.
Robb è furibondo, soprattutto per l'età dei due prigionieri, e non posso chiedermi se non vedesse Bran e Rickon al loro posto, o il destino che attenderebbe Sansa se la voce arrivasse fino a Tywin, e non riesce a farsi rispettare dal Lord.
Karstark non ha l'ipocrisia di spacciare la sua vendetta per giustizia, ma afferma che, così come è colpevole lui lo è anche Catelyn: lei si è sentita libera di tradire Robb per mettere in pace il suo cuore di madre, lo stesso ha fatto lui per il suo cuore di padre.
Ovviamente a questo punto il giovane re non ha scelta se non condannare il vecchio alfiere, fosse solo per affermare la propria autorità, ma... le forze dei Karstark costituiscono la metà dell'esercito e alla morte del loro signore sicuramente abbandoneranno la guerra.
Tutti consigliano la cosa più logica, ossia tenere l'uomo in ostaggio per assicurarsi la fedeltà dei suoi uomini, ma l'educazione di Ned ha il sopravvento: come può Robb parlare di giustizia se non condanna gli assassini di bambini? Quindi sotto la pioggia, in una scena che rimanda all'esecuzione compiuta da Theon, Robb decapita il suo primo uomo.
Un gesto che non sa di giustizia, ma solo di perdita dell'innocenza, una decisione non voluta ma imposta dalle circostanza. Le ultime parole del lord lasciano il segno.
Kill me and be cursed. You are no King of mine.
Privo di metà dell'esercito, Robb sembra ormai sconfitto. C'è solo una possibilità per ribaltare le sorti della guerra: attaccare la casa dei Lannister, Casterly Rock.
Ma per farlo è necessario il supporto di Walder Frey, l'unico a non aver schierato il suo esercito.

E poi Approdo del Re, dove le cose sembrano tranquille. Così tranquille che ci si può dimenticare che il regno è in guerra, e Tyrion sembra quasi pensare questo di Olenna quando la invita a discutere delle nozze reali. Un avversario degno del nano, che viene prontamente zittito quando l'anziana Lady gli sbatte in faccia quelo che i Tyrell stanno facendo per il regno: di base hanno sostituito i Lannister come famiglia peina di soldi e di potere.
Cersei ne è consapevole, motivo per cui incarica Petyr di indagare su eventuali piani dei suoi nemici... cosa che Petyr fa: mentre Sansa e Margaery parlano di come sarà possibile alla piccola Stark sfuggire da Approdo del Re, Loras si lascia scappare il piano del matrimonio con un giovane ed aitante servitore, che ovviamente è una spia di Ditocorto.
Che quindi va da Sansa ad indagare, e qui c'è un vero avanzamento nel carattere della ragazzina: Sansa prova attivamente a raggirare Petyr. Non si fida e cerca di guadagnare tempo facendo leva sull'attrazione che lui ha per lei, con qualche impacciato flirt nel tentativo di manipolarlo.
La rezione di Petyr è assai interessante: scoppia d'orgoglio. Si poteva sentirlo pensare "Guardatela! Guardate quanto è carina la mia bambina mentre cerca di essere tutta manipolatrice e di usarmi! Non è adorabile?"
Ovviamente Petyr è un pesce troppo grosso per la piccola Sansa, e quindi procede a rompere le uova nel paniere a tutti, della serie "se non posso averla io, la darò ai Lannister": Tywin è furibondo all'idea che i Tyrell stiano cercando di prendersi il Nord (perchè con Bran e Rickon presunti morti, e Robb che è un traditore e a meno di vincere finirà o ucciso o alla Barriera, Sansa è l'erede di Grande Inverno) e decide di prenderlo prima lui: Sansa sposerà Tyrion. E già che ci sono, Cersei sposerà Loras.
Perchè chi se ne frega della felicità di chiunque, quando c'è da mettere al sicuro gli interessi di famiglia.


Perfezione. In questo episodio c'erano un sacco di scene che aspettavo da quando ho saputo che facevano la serie tv, e sono perfette. Jaime e Brienne sono stati immensi, il monologo uno dei più belli della storia della tv, non c'era neanche bisogno della colonna sonora. Tirate tutti i premi addosso a Nikolaj adesso.

2 commenti:

  1. La 3x05 è stata la mia preferita fino ad ora, puntata asssssssssssssolutamente strepitosa, Jaime e Brienne sono stati perfetti *^* Tra me e Nikolaj è amore puro ormai u.u
    E la scena Jon/Ygritte? Oro.

    Oggi ho visto la sesta, ossignore quanto amo questa serie!

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    1. Nikolaj deve vincere tutto, sta facendo un lavoro stupendo su Jaime *-* e la chimica con Gwendoline è perfetta *^*
      Mi è piaciuto un sacco anche come hanno reso la famiglia di Stannis ç_ç

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