mercoledì 15 maggio 2013

La Guerra Gallica


La Guerra Gallica, di Giulio Cesare.

C'è qualcosa di lusinghiero nel dire "Sì, ora sto leggendo il De Bello Gallico" e vedere come tutti ti guardino con aria confusa ed ammirata. Certo, c'è chi ti fa notare che ti piace perchè lo stai leggendo tradotto (ed è cosa buona e giusta rispondere "Ovviamente."), e tu intimamente lo sai che ti è venuta voglia di leggerlo perchè stavi guardando Rome, e quando Cesare dice che non ha avuto tempo di scrivere  mentre era al fronte ti sei messo a ridere perchè in realtà aveva scritto il De Bello Gallico. E poi realizzi che ce l'hai in casa perchè fa figo averlo ma in effetti non l'hai mai letto.


Cesare, fonte di salvezza al liceo perchè scrive chiaro, non come Cicerone che gioca con la sintassi come se fosse il lego. Cesare, che tutti ricordiamo più di Ottaviano (universalmente riconosciuto come il politico più geniale della storia del mondo). Cesare, che perdere con onore contro di lui vuol dire che potevi prendere a calci in culo la maggior parte della gente. Cesare, che sotto sotto Asterix ci sta sulle palle perchè lo ridicolizza ma quando studiamo tifiamo per Vercingetorige.

Non si può recensire La Guerra Gallica, è come cercare di insegnare alla nonna come si cucina: non sei degno.
Ma puoi notare che, in effetti, Cesare era uno di noi: questi sono appunti che aveva scritto per chi volesse redigere le cronache della guerra, non le cronache della guerra che voleva dare alle stampe (per così dire). Quindi ogni tanto fa quello che facciamo tutti con scritti non destinati al pubblico: inizia a un tempo verbale e finisce in un altro (sul serio: comincia al passato, poi all'improvviso passa al presente), che è una cosa per cui strapperei le dita a chiunque (inclusa me stessa) ma se l'ha fatto Cesare... certe cose non cambiano mai, e sono universali.

All'inizio pensavo che l'avrei trovato noioso, ma mi sono ricreduta quasi subito: Cesare scrive bene, nel senso che non ti rendi conto di quanto tempo fa è stato scritto questo libro: è chiaro, conciso. Spiega tattiche, usi, costumi, luoghi. L'evento storico raccontato e spiegato non solo da chi l'ha vissuto ma da chi l'ha creato.
Non ci sono personaggi, ci sono popoli, c'è lo scontro tra due civiltà, tra grandi condottieri.
Cesare sa benissimo che chi leggerà le sue parole non lo farà per sapere cos'è successo ma come è successo ed è questo che narra. Lo fa per tutti, non solo per gli esperti: non so nulla di strategie militari, eppure me le ha fatte capire. Mi ha fatto vedere com'erano i romani e com'erano i galli e le loro società (anche se, ovviamente, non con un punto di vista imparziale). E per questo credo di volergli un po' bene: ha palesemente lasciato questi scritti pensando alle genrazioni future... magari non così tanto future, ma il De Bello Gallico l'ha scritto anche per noi.

Una bella lettura, e fa impressione pensare che quelle sono parole che ha pensato Giulio Cesare in persona.

Ma sotto sotto tifavo ancora per i galli.

Piccola nota: l'input per la lettura mi è venuto dalla serie televisiva Rome, che ha come protagonisti due personaggi originali: Tito Pullo e Lucio Voreno. Immaginate la mia faccia quando Cesare scrive un aneddoto su due centurioni di nome Tito Pullo e Lucio Voreno, su cui è evidentemente ricalcata la mloro prima scena.







Libro di giugno per la sfida di lettura: Antonio e Cleopatra di William Shakespeare.

5 commenti:

  1. Non avevo mai neanche preso in considerazione l'idea di leggere Cesare.
    Adesso, però, hai stuzzicato la mia curiosità!
    Ti farò sapere quale sarà la mia decisione definitiva :3

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  2. Io invece mi sono approcciata a questo classico dopo aver sentito parlare alla radio nel programma "Alle 8 della sera" da Elio. Concordo praticamente su tutto qullo che dici, su come non credevo potesse piacermi, su come invece l'ho apprezzato tatissimo, e su come, nonostante l'ammirazione per Cesare, anch'io tifavo inutilmente per i Galli!

    Caso vuole poi che io la serie Roma la stia guardando invece in questi giorni, e mi viene sempre più l voglia di leggere anche il De Bello Civili che nella mia edizione stava nello stesso volumone.

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    1. Poveri Galli, alla fine volevano solo essere liberi e non dover rendere conto a Roma :(

      Il De Bello Civili tenta moltissimo anche me... quella serie mi ha fatto venire una grandissima voglia di ristudiare tutto la storia di Roma XD peccato l'abbino cancellata alla seconda stagione ç_ç

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  3. Era da tanto che lo volevo leggere, ma ultimamente me ne ero dimenticata XD dopo aver letto questa recensione l'ho ordinato da ibs,a breve sarà mio *-*

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