venerdì 13 luglio 2012

Viaggio verso Agartha


Viaggio verso Agartha - Children who chase lost voices è un film di Makoto Shinkai uscito in Giappone nel 2011 e, dopo essere stato presentato al Future Film Festival di Bologna è uscito in blu-ray anche nel nostro paese.
In genere non compro a scatola chiusa, soprattutto blu-ray, ma il film mi è stato consigliato da un'amica che ha gusti molto simili ai miei, e così quando l'ho visto lì, in negozio... non ho resistito.
L'ho adorato.

La storia vede come protagonista Asuna, una bambina delle medie spesso sola a casa per via del lavoro della madre, che si diverte a captare trasmissioni con la radio amatoriale lasciatale dal padre. Un giorno, mentre va al suo posto preferito, viene aggredita da uno mostro e salvata da un misterioso ragazzo.
Da lì parte il viaggio che la porterà, assieme al professore Morisaki, a trovare ed esplorare Agartha, il regno perduto sotterraneo, dove si dice vivano ancora gli dei e tutto sia possibile... anche riportare in vita i morti.
È un film poetico e incredibilmente dolceamaro, sulla vita, sulla bellezza e la crudeltà del mondo, sul dover dire addio e andare avanti.
Tecnicamente è grandioso: le animazioni sono fluidissime, il character design delizioso e gli ambienti spettacolari: vedere per credere . In un paio di punti mi ha ricordato alcuni film di Miyazaki (nel dettaglio: Laputa; Princess Mononoke; Spirited Away).
Nonostante un inizio un po' lento e la lunghezza (ben 116 minuti), il film non ha punti morti, e riesce a dare una base al mondo in cui è ambientato e a mettere in campo un gruppo di personaggi ben studiati e a cui è facile affezionarsi, anche quando non si condividono le loro scelte. L'unico punto dolente è la protagonista, le cui motivazioni risultano confuse e poco comprensibili, visto che fondamentalmente si imbarca in un viaggio pericoloso e di cui non conosce la durata per... un ragazzino conosciuto il giorno prima?

Pollice verso per l'edizione: nessun contenuto speciale, solo il film, e il doppiaggio è terribile... ad un certo punto ho avuto l'impressione che una delle compagne di classe di Asuna fosse doppiata da un uomo che parlava in falsetto. Lì, dopo nemmeno dieci minuti, sono passata al doppiaggio originale coi sottotitoli.
In sostanza, un film da vedere.


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