venerdì 28 settembre 2018

Orange

Orange, di Ichigo Takano.

Orange è un manga uscito ormai qualche anno fa (con tanto di trasposizione animata e film live action all'attivo), anche se solo recentemente ho avuto il tempo per riprenderlo in mano e rileggerlo per bene in vista della recensione. Il genere è abbastanza particolare: siamo di fronte ad un ibrido shoujo/seinen ambientato in un liceo con protagonisti adolescenti, e non è che ce siano tantissimi.

mercoledì 26 settembre 2018

Le nemiche

Le nemiche, di Carla Maria Russo.

Gli ho fatto così tanto la posta in attesa che uscisse l'edizione economica che ho fatto in tempo a prendere la copertina rigida usata.
Grazie Libraccio.

martedì 25 settembre 2018

Teaser Tuesday #199

Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore


Per strada era impossibile parlare, con il fracasso dei martelli pneumatici che continuava a uscire dalle buche nella strada; in compenso, gli operai col giubbotto fluorescente non si azzardavano a rivolgere fischi e battutacce a Robin con Strike che le camminava a fianco. Alla fine raggiunsero il pub preferito di Strike, con i suoi specchi dorati, i pannelli di legno scuro, le spine di birra di ottone scintillante, la cupola di vetro colorato e i ritratti di bellezze provocanti di Felix de Jong.
Strike ordinò una punta di Doom. Robin, che non avrebbe sopportato l'alcol, chiese un caffè.
"Allora?" disse Robin, non appena l'investigatore fu tornato dall'alto tavolo sotto la cupola. "Chi sono i tre uomini?"
"Tieni presente che posso sempre prendere fischi per fiaschi" disse Strike, sorseggiando la birra.
"D'accordo" disse Robin. "Chi sono?"
"Tipo perversi che hanno buone ragioni per odiarmi a morte."
Nella mente di Strike, una sgomenta dodicenne magrolina con cicatrici su una gamba lo scrutava da dietro occhiali sbilenchi. Era la gamba destra? Strike non riusciva a ricordare. Gesù, fa' che non sia...
"Chi?" ripeté Robin, spazientendosi.
"Ci sono due soldati" disse Strike, strofinandosi il mento irsuto. "Sono entrambi matti e violenti quanto basta per... per... "
 - La Via del Male, Robert Galbraith

lunedì 24 settembre 2018

Castelli d'Italia #193

Il castello di Formigine si trova in provincia di Modena; secondo la tradizione le sue origini risalgono al XIII secolo, mentre studi recenti le hanno fatte risalire al X secolo: il castello infatti risale al 1201. Nei secoli successivi la sua struttura fu pesantemente cambiata, e nel 1405 arrivò ad avere l'aspetto attuale, dopodiché diventò proprietà degli Estensi, per poi cambiare di proprietario diverse volte nel corso negli anni, svolgendo diverse funzioni come quella di carcere, di abitazione, o ospitare gli uffici comunali.
Il castello fu pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, e in seguito al conflitto diventò la nuova residenza comunale - fino al 2002, quando fu deciso di restaurarlo e dedicarlo ad attività culturali.

giovedì 20 settembre 2018

In my mailbox #29

Stavolta sono stata brava, e spero di continuare ad esserlo.
Ammirate il mio autocontrollo!

mercoledì 19 settembre 2018

Il condominio

Il condominio, di J.G. Ballard.

Da molto volevo leggere questo libro: dalla trama mi sembrava un'evoluzione dell'eccellente Un gioco da bambini, che ho molto apprezzato: in entrambi si parla di un idilliaco microcosmo che si contrappone alla natura umana, giusto?
In realtà non così tanto.

martedì 18 settembre 2018

Teaser Tuesday #198

Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore


La luce si sposta lentamente, pigramente, sul disco. Non ha fretta di arrivare da alcuna parte. Perché affannarsi? Alla velocità della luce, dovunque è lo stesso posto.
Re Teppicymon XXVII guardò la sfera luminosa spuntare da oltre l'orlo del mondo. Delle gru si levarono in volo dal fiume ancora immerso nella foschia.
Sono stato coscienzioso, disse il faraone fra sé. Nessuno gli aveva mai spiegato come si fa a far sorgere i sole, straripare il fiume e maturare il grano. Chi, del resto, poteva spiegarglielo?
Era lui, il dio, dopotutto. Avrebbe dovuto saperlo. Invece non lo sapeva. Quindi si era limitato a sperare, per tutta la vita, che ogni cosa andasse liscia, senza intoppi. A quanto pare, questo era bastato. Il guaio era che, se qualcosa non avesse funzionato, lui non avrebbe mai saputo perché. Un incubo ricorrente era quello in cui Dios, il sommo sacerdote, lo viene a svegliare un bel mattino... anzi un brutto mattino... sì, perché il giorno non è spuntato, quel giorno... tutte le luci sono ancora accese... una folla irrequieta rumoreggia davanti al palazzo del faraone... in cielo brillano ancora le stelle... Tutti guardano lui, ansiosamente...
E lui non riesce a dir altro che: "Mi dispiace".
Ne era atterrito. Come era facile immaginare il fiume che si ricopre di una lastra di ghiaccio, i palmizi che avvizziscono nella morsa del gelo, gli uccelli che precipitano, senza vita, dal cielo...
Un'ombra lo investì. Alzò gli occhi velati di lacrime e vide un grigio, vuoto orizzonte. Per l'orrore, spalancò la bocca.
Si alzò in piedi, gettando via la coperta, e levò entrambe le braccia al cielo, supplichevole. Il sole era scomparso. Era lui il dio. Quello era il suo mestiere. L'unica cosa che era tenuto a fare. E aveva deluso il suo popolo.
Gli pareva di udire la rabbia della folla, un clamore che cresceva via via d'intensità, finché il ritmo, sempre più ossessivo, gli divenne familiare, ed eccolo, d'un tratto, trovarsi in un deserto blu, salmastro, dove il sole splendeva in eterno e agili sagome trascorrevano nel cielo sereno.
Il faraone si sollevò sulle punte dei piedi, gettò indietro la testa, dischiuse le ali. E saltò.
Mentre si innalzava nel cielo si stupì di udire un tonfo dietro di sé. E il sole fece capolino da una nube.
In seguito, il faraone si sentirà molto in imbarazzo al riguardo.
 - Maledette piramidi, Terry Pratchett

lunedì 17 settembre 2018

Castelli d'Italia #192

Il castello di Cennina si trova in Toscana, nella zona del Chianti. La sua origine è etrusco-romana, mentre il castello vero e proprio è stato costruito nel 1167 dal conte ghibellino Brandaglia Alberigo d'Uguccione. Poiché il castello si trovava in una zona di confine, nel corso degli anni i feudatari cambiarono spesso, e fu assediato, distrutto e ricostruito svariate volte: ad esempio fu distrutto dai senesi nel 1307, mentre nel 1447 subì un assedio devastante da parte delle truppe aragonesi. L'ultima occupazione risale al 1529, da parte del principe d'Orange.
I resti del castello sono visitabili.

venerdì 14 settembre 2018

Orrori in libreria #7

Ed ecco di nuovo qui gli Orrori in libreria, la rubrica dove mostro quelle serie di libri che vorrei tanto stessero bene insieme, e invece sono un pugno in un occhio.
La protagonista di oggi è la serie dedicata al detective privato Cormoran Strike, nato dalla penna di Robert Galbraith (pseudonimo di J.K. Rowling), che io ho comprato nelle edizioni super economiche della TEA.
Chiedo scusa per la qualità delle foto ma le ho fatte con una fotocamera molto peggiore rispetto a quella che uso di solito.

mercoledì 12 settembre 2018

Sorellanza stregonesca

Sorellanza stregonesca, di Terry Pratchett.

Tremate, tremate, le streghe son tornate.
O arrivate: è vero che L'arte della magia introduceva Nonnina Weatherwax, però questo è il primo libro vero e proprio del ciclo delle streghe.
E già si vola altissimo.

martedì 11 settembre 2018

Teaser Tuesday #197

Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore


La mattina del sei gennaio 1502 si aprì con uno sgradevole cambiamento del tempo, il quale si era mantenuto per un lungo periodo mite e solatio, consentendo ai romani di godere a pieno dei festeggiamenti. Quel giorno, invece, un gelido vento di tramontana staffilava la città.
Lucrezia oziava a letto, sebbene la sua cameriera le avesse segnalato più volte che tempo di alzarsi- Si sentiva sfinita dal susseguirsi di celebrazioni cui lei, come suo dovere, si era prestata con grazia e pazienza, sfoggiando un perenne sorriso sulle labbra, sebbene un'inquietudine, cui si sforzava di non prestare attenzione, le mordesse il cuore.
Era in procinto di abbandonare Roma, che aveva sempre rappresentato il fulcro della sua esistenza, e tanti volti familiari e amati, con il rischio concreto di non rivederli mai più. Si avventurava verso un luogo sconosciuto, che forse le si sarebbe mostrato ostile e che avrebbe dovuto affrontare da sola. Si sentiva turbata e ansiosa.
"Ancora tra le colti, mia signora?" la rimproverò Angela Borgia, entrando nella stanza con l'irruenza e la spensieratezza che le erano proprie. "Arriva il gran giorno e voi poltrite a letto? Ma come è possibile? Io sento il fuoco della curiosità che mi brucia in petto, non sono riuscita a chiudere occhio! Su, animo... "
 - Le nemiche, Carla Maria Russo

lunedì 10 settembre 2018

Castelli d'Italia #191

La rocca Sanvitale si trova a Fontanellato, in provincia di Parma. Le sue origini risalgono al 1124, quando per volere del marchese Oberto I Pallavicino fu costruita una struttura difensiva per il borgo di Fontana Lata.
Nel corso dei secoli la rocca cambiò diverse volte proprietari e fu spesso attaccata, riuscendo però a resistere intatta... almeno fino al XVI secolo, quando fu trasformata da struttura militare a dimora nobiliare, arrivando ad avere l'aspetto attuale, salvo essere attaccata e danneggiata dall'esercito spagnolo le XVII secolo.
Nel 1948 la rocca fu venduta al comune di Fontanello, che avviò i lavori di restauro. Oggi la villa è visitabile.

venerdì 7 settembre 2018

Final Space

Final Space non mi interessava, sul serio: ho già un milione di serie con cui sono indietro e ho pochissimo tempo per vederle, figurarsi se avevo voglia di andare ad infognarmi in un'altra mai sentita prima.
Ma Netflix ti prende per sfinimento: ogni volta che lo accendevo ecco lì il promo, e alla fine mi sono detta "Vabbè, buttiamo un occhio".
Ora posso dire di non avere un'ulteriore serie con cui sono indietro.
L'ho finita in due giorni.
Final Space è una serie animata di fantascienza con target adulto, che narra le avventure di Gary: il nostro protagonista è un carcerato, condannato a rimanere su un'astronave per cinque anni. Ma nell'astronave c'è solo lui, gli unici altri due esseri senzienti sono il computer di bordo HUE e KVN, droide assegnato a Gary come compagno per evitare che impazzisca mentre sconta la pena (piccolo problema: Gary odia KVN con tutte le sue forze).
Le cose sono destinate a cambiare quando sulla nave di Gary arriva uno strano esserino verde, che lui battezza Mooncake, che si porta dietro eserciti e cacciatori di taglie pronti a tutti per catturarlo... perché quello è sì adorabile ma è anche un planet killer e il padrone - il perfido Lord Commander - pronto a tutto per riprenderselo.
Gary si trova quindi a dover proteggere Mooncake col suo assurdo gruppo, a cui si aggiungono il cacciatore di taglie Avogatto, la soldatessa Quinn e il figlio di Avogatto, Gatto Jr.
Personalmente ritengo la serie molto carina: è corta, dieci episodi, comincia con un cliffhanger e finisce pure peggio (meno male che la seconda stagione è confermata) e ha il pregio di avere una trama orizzontale: ogni episodio porta avanti la storia, e già dopo i primi due si comincia ad intuire che c'è un disegno più grande dietro.
Quindi ha battute, momenti drammatici, un alto tasso di violenza e un buon doppiaggio (quello originale, poi, ha delle punte di eccellenza notevoli, come  Davind Tennant, Ron Perlman e Gina Torres). Qual è il problema?
I problemi sono due: il primo è Gary, un personaggio puramente comico che a volte risulta eccessivo e fuori luogo, perché lo è nel 98% delle scene, a volte pure in quelle che dovrebbero essere drammatiche, ed l'indiscusso protagonista quindi non puoi togliertelo dalle scatole. Mai.
Il secondo problema sono i predecessori: se si parla di animazione occidentale di fantascienza per adulti, a venire in mente sono Futurama e Rick e Morty, ossia due serie di culto. Final Space non lo è: è una serie carina, con una storia solida, buona caratterizzazione dei personaggi, buon comparto tecnico... ma non ha quei picchi di genio assoluto che il pubblico tende ad aspettarsi visto che gli altri due esempi del genere sono appunto Futurama e Rick e Morty.
Quindi, a mio avviso, siamo di fronte ad un prodotto più che dignitoso, che però non riesce a fare quel passettino in più che lo renderebbe grande.
Chissà, magari ci riuscirà nella seconda stagione. Ma anche se non ci riuscisse, davvero dobbiamo lamentarci perché un genere non è composto unicamente da serie che rasentano la perfezione, ma anche da serie che sono "solamente" carine?

mercoledì 5 settembre 2018

The Song of Achilles

The Song of Achilles, di Madeline Miller.

E alla fine l'ho letto anche io.
Spoiler per un'immagine, anche se credo che si sappia tutti come va a finire.

martedì 4 settembre 2018

Teaser Tuesday #196

Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore


Ha la forma di un mezzo uovo. Sembra una colossale arnia capovolta. O una mezza luna pallida, sdraiata sulla schiena.
"Di che cosa è fatta?" domanda Artù-nella-pietra.
"Di cristallo di rocca" dice Re Leodegrance. "Un unico pezzo gigantesco."
Artù la tocca con la punta delle dite; con le palme delle mani.
"Sembra sapone" dice. "O grasso di montone."
"Dura come il diamante" replica Leodegrance. "Come un pugno di ferro in un guanto di velluto."
Adesso Artù si sporge sopra il tavolo massiccio per guardare dentro il suo emisfero. Macchioline nere simili a minuscoli girini. Stelle d'argento. Graffi e tacche. Fin dentro. Le profonde, oscure linee di faglia di questo mondo, che potrebbero spaccarlo e mandarlo in frantumi; i luccichii improvvisi e i nodi saldi che lo illuminano, lo legano e lo tengono insieme.
"Me la dette tuo padre" dice Re Leodegrance, "quando gli giurai fedeltà. Adesso io la do a te, a mo' di dote per Ginevra."
"Nulla potrebbe piacermi quanto mi piace questa tavola" risponde Artù. "Quanti uomini possono starci seduti attorno?"
"Centocinquanta" dice Leodegrance.
"Ciascuno dei miei cavalieri" dice Artù-nella-pietra, "vorrebbe farmi credere di essere il migliore. Ma quando li metterò seduti attorno a questa Tavola Rotonda, nessuno di loro sarà più in alto o più in basso di tutti gli altri."
 - Al crocevia dei mondi, Kevin Crossley-Holland

lunedì 3 settembre 2018

Castelli d'Italia #190

Il monastero di San Bruzio si trova a Magliano, in Toscana. Le sue origini risalgono all'XI secolo. Molte fonti lo danno come opera dei Camaldolesi, ma la cosa è probabilmente falsa, dato che il monastero è loro precedente, al massimo contemporaneo: l'ipotesi più accreditata è che si trattasse di una loro proprietà.
Il monastero fu fondato probabilmente attorno all'anno 1000, e i lavori completati verso la fine del XII secolo, e aveva inizialmente una pianta a croce latina. Oggi rimangono solo l'abside, due parti del transetto e tracce della cupola.