lunedì 27 gennaio 2014

Il giorno della memoria



Cosa si può dire, che non sia già stato detto? Come si rimane in silenzio, con la paura che il "tutto è già stato detto" diventi una scusa per dimenticare?

Sono stata a Dachau, un luogo dove non puoi fare altro che stare in silenzio, dove c'è una ghiaina che fa un rumore del diavolo anche solo se sposti il peso da una gamba all'altra. Una ghiaia che hanno voluto i sopravvissuti perchè il silenzio era un modo come un altro per annullare la persona, per renderti un fantasma, e non volevano che nessuno camminasse senza fare rumore, senza far sapere che c'è, mai più. Non lì.
Eppure so che non sarò mai in grado di visitare un campo facendo rumore, perchè lì la morte ha vinto. Ha innegabilmente vinto, e la vita ora è passeggera, testimone dell'orrore che rimane sacro ed inviolabile, testimone di quello che possiamo fare.
È inutile dire che sono state belve: le belve non lo fanno. Sono gli uomini ad essere in grado di compiere atrocità tali da restare sulla coscienza comune. Da farci dire "mai più" di fronte ad una cosa che non avrebbe mai dovuto essere e che un animale, una belva, non farebbe mai.

In questo giorno, che serve a ricordare chi è caduto per la follia umana, non posso fare a meno di pensare alla nostra natura, di come dalle cose più turpi siamo in grado di far nascere anche le cose migliori. Penso a quelle persone che hanno avuto il coraggio di nascondere qualcuno. Che hanno lottato facendo cose incredibili, pena la morte immediata nella migliore delle ipotesi, per salvare qualcuno perchè era la cosa giusta. Troppo poco, si può dire. Non abbastanza.
Però in un certo senso lo è. Penso a Rommel, e al piano per assassinare Hitler, che speravano riuscisse ma era indispensabile a prescindere dal risultato: nelle lettere un punto è chiaro. Provarci, per dimostrare che non erano tutti così. Lasciare alla storia che ci avevano provato.

Ci abbiamo provato, a dire no. Ma non conosciamo i nomi di tutti quelli che l'hanno detto a nostro nome, a lasciarci la speranza che se fossimo stati lì, in quel momento, avremmo potuto fare la cosa giusta perchè era possibile farla. C'erano i partigiani che chiedevano agli alleati di bombardare i binari per fermare i treni, e suppongo ci sia stato lo sgomento di chi ha rifiutato e ha capito dopo la portata di quel rifiuto. C'era Schindler, che si è rovinato per salvare i "suoi" ebrei. C'era Wallenberg, mandato a Budapest con l'ordine di salvare più persone possibili. C'era Perlasca, commerciante padovano che si finse console di Spagna per salvare gli ebrei ungheresi. C'era Albert Goring, che per aiutare ebrei e dissidenti arrivò a falsificare la firma del fratello. La resistenza danese, che salvò il 99% degli ebrei danesi portandoli in Svezia.
E tanti, che non conosciamo. E nel giorno della memoria, è anche loro che dobbiamo ricordare. Loro, che dimostrarono che si poteva fare di più.

Che rendono migliore e peggiore quello che è successo. Si poteva fare di più, ma si poteva fare anche meno.

2 commenti:

  1. Qualsiasi cosa pensi sia già stata detta hai fatto bene a ridirla :3 per non dimenticare tutto è lecito

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