venerdì 13 giugno 2014

Lirael


Lirael, di Garth Nix.

Che c'è di più bello di finire il numero 2 di una trilogia, soffrire un po' perchè te ne manca solo uno e poi ciao ciao a mondo e personaggi, e scoprire che ad ottobre esce il prequel e da quello che ho capito l'autore sta pensando di andare un po' avanti?
È Natale a giugno?
Spoiler su Sabriel.

Lunghi anni sono passati da quando re Petrus e Sabriel - la regina Abhorsen, custode del labile confine tra la Vita e la Morte - hanno sconfitto il malvagio Kerrigor. Sono stati anni di pace e di prosperità per l'Antico Reame, ma adesso una nuova minaccia sembra levarsi dal Regno dei Morti. Messaggeri dalla vicina Ancelterra segnalano infatti l'avvistamento di gruppi di cadaveri misteriosamente tornati in vita, e strani fenomeni magici si stanno verificando nei pressi del Lago Rosso. Anche tra le Clayr - le veggenti che vivono nel ghiacciaio del Nord - c'è grande preoccupazione. I cinque baluardi che, da sempre, proteggono l'Antico Reame dagli attacchi delle forze del Male stavolta appaiono impotenti e l'unica speranza sembra essere una ragazzina, Lirael, che ha quattordici anni e vive nelle caverne ghiacciate delle Clayr, e nelle cui vene scorre un antico retaggio.

Secondo volume, cambio generazionale. È sempre un po' traumatico: non fai in tempo ad affezionarti che ti ritrovi i protagonisti declassati a comprimari e perfetti sconosciuti al loro posto... ci vuole un po' ad accettare che Sabriel e Petrus li vedremo di sfuggita e, parlando da gattofila, ho avuto qualche problema nel trovarmi di fronte a Cane Screditato come mascotte animale magica super potente.
Ma, perplessità iniziali a parte, non ho potuto fare a meno di apprezzare questo volume quanto Sabriel e, per certi versi, di più. 
Quando ho capito che si andava a salire

Lirael è uno di quei casi dove vedi l'evoluzione. Mi spiego: nel primo libro la trama mi aveva colpita per la sua linearità, per la presenza di uno scopo preciso e di personaggi poco propensi a farsi distrarre per il gusto di allungare il brodo. Qui invece il conflitto è più nebuloso, il nemico ignoto e il suo piano un grosso punto interrogativo.
Non è un male, nè sminuisce il libro precedente: è Garth Nix che affronta un libro in modo diverso, riuscendo a non mettere in ombra nessuna delle sue opere ed è interessante perchè lo fa con lo stesso stile narrativo.
Se in Sabriel l'eroina e il co-protagonista si sapevano cosa fare e lo facevano, qui Sameth e Lirael non sanno da che parte girarsi: sono due ragazzini con un destino già scritto e nessun talento per adempierlo.
Sameth è l'apprendista Abhorsen, terrorizzato dalla morte, completamente negato e con tutte le conseguenze psicologiche dovute all'esserne consapevole. È dotato nella magia della carta e nell'usarla per costruire artefatti magici, ma deve abbandonare questo "capriccio" per dedicarsi anima e corpo a qualcosa che non vuole fare e che non sa fare; risultato: autostima sotto le scarpe, pessimo carattere, indecisione cronica perchè tanto non è mai all'altezza. Ha un destino, ma non lo vuole.
Lirael è una figlia del Clayr, bloccata in un'eterna infanzia perchè in lei il dono della Vista non si sveglia. Veggente priva del dono della Veggenza e senza nessuna altra strada possibile, Lirael al contrario di Sameth è quella che il suo destino lo aspetta con dolorosa impazienza, con il terrore costante di essere sbagliata, la crescente ansia verso il futuro perchè quello che dovrebbe fare non può farlo. Ne segue che Lireal è scostante, introversa, leggermente arrabbiata e con qualche tendenza al suicidio.
Lirael, Sameth, e la loro allegria
Sono i nostri eroi, che inizialmente stanno anche un po' sulle balle perchè evitano responsabilità, si piangono addosso, complicano inutilmente le cose per fare di testa loro. Poi ci pensi un attimo e devi ammettere che sono ben costruiti e realistici: non sono i classici protagonisti che si chiedono "perchè io?" e ridendo e scherzando diventano forze della natura. Sono due adolescenti che si chiedono perchè è toccato a loro di essere totalmente inadeguati al ruolo che li aspetta, che si chiedono perchè tutti ci riescono e loro no.

Insomma, sono gli opposti di Sabriel e Petrus, che qui hanno raggiunto la loro naturale evoluzione: già da novellini erano più o meno a loro agio nei panni di erede al trono e futuro Abhorsen, qui dopo vent'anni sono diventati ottimi sovrani ed ottimo Abhorsen, e se non si occupano del Problema è perchè ci sono notevoli diramazioni politiche che esigono la loro presenza.
In effetti un'altra cosa aggiunta in questo libro sono le conseguenze dell'avere il Nostro Mondo a confine con una terra magica, e come le differenze culturali possano essere sfruttate da una mente malvagia: in Ancelterra non credono nella magia, ed ecco quindi la possibilità di spingere per l'immigrazione clandestina. Centinaia di persone che vengono uccise subito da poteri che non comprendono allo scopo di creare un esercito di non-morti.
Ben giocata, necromante, ben giocata.

Insomma, in questo volume abbiamo un'espansione del primo: personaggi più sfaccettati e con più evoluzione (anche perchè Sameth o lo fai evolvere o lo uccidi per dare piacere al lettore); più battibecchi (Mogget vs. Cane Screditato!); finalmente esposizione, che questo libro ha un sistema magico fantastico e un'ambientazione fichissima; trama più complessa.
Gli unici lati negativi imho sono che all'inizio Sameth non si regge, e che è una storia spezzata a metà (dall'editore, ho scoperto): chiaramente Lirael è la prima parte di Abhorsen.
Esigo più Mogget vs. Cane Screditato nel prossimo volume!
(il disegno non è mio)

4 commenti:

  1. Non la conoscevo questa serie! Vado a informarmi meglio! :)

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    1. È una serie molto carina :) non è meravigiosamente meravigliosa, ma ha diversi spunti interessanti e ben cestiti :D

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  2. A me ispira anche se non la conosco *-*

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