mercoledì 10 luglio 2019

Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Le sette morti di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton.

Non sono solo gli young adult del momento a non piacermi!

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento - la morte del giovane Thomas Hardcastle - ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...

Ho scoperto l'esistenza di questo libro su instagram: fino a poco tempo fa era in tutte le foto e in tutte le stories, e ammetto che mi intrigava vedere così tanta attenzione su un libro che non fosse uno young adult e non fosse stato scritto da un'autrice di culto all'estero. Ho letto la trama, e anche se si tratta di un giallo ho deciso di provarci: in fin dei conti se sono strani hanno possibilità di piacermi, e questo sembrava un incrocio tra Downton Abbey, Agatha Christie e una specie di fantasy.
Le possibilità che scattasse la scintilla c'erano tutte.
Ma, purtroppo, così non è stato: ho trovato Le sette morti di Evelyn Highcastle noioso e confuso, mentre proseguivo con la lettura non mi sembrava di trovare i pezzi del puzzle da rimettere insieme quanto di avere di fronte qualcuno che mi tirava addosso coriandoli con la pretesa che riuscissi a tirarci fuori qualcosa di sensato.
Quindi partiamo dalle cose positive: l'ambientazione mi è piaciuta molto, e alcuni aspetti del delitto si sono rivelati interessanti, soprattutto perché non si tratta solo di capire chi vuole Evelyn morta, ma anche di capire perché e se c'entra qualcosa quanto accaduto a Thomas anni prima.
E questa è la fine dei lati positivi dato che tutto il resto per me è un obbiettivo mancato: dico subito una cosa che nella quarta non c'è, ossia che la linea temporale saltella allegramente di qua e di là. Quando Aiden si sveglia in un corpo, può essere il primo giorno, o il quarto, o il sesto, o il secondo, e può anche tornarci per il 'preseguo'. Questo per me è un problema enorme (e soggettivo) perché detesto con tutto il mio essere quando la linea temporale è così incoerente. Tecnicamente questo avanti e indietro degli eventi dovrebbe aiutare il lettore - dopo l'iniziale straniamento - a ricostruire la dinamica della giornata che si concluderà con la morte di Evelyn, ma io l'ho trovato solo fastidioso e confusionario, e non sono neanche riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio: ok, sono tutte persone ambigue nella migliore delle ipotesi, con sporchi segreti e la moralità di un serpente a sonagli, ma per via della narrazione spezzata ho avuto la netta impressione di non conoscere nessuno, col risultato che poco mi importava dei loro problemi e dei loro segreti - per quanto questi potessero risultare importanti per il finale. Cosa ancora più grave, questo è valso non solo per i secondari, ma anche nei confronti dei protagonisti (Aiden ed Anna) e della vittima, Evelyn, di cui non solo non mi importava il destino, ma neanche chi l'avrebbe uccisa o se fosse possibile salvarla.
Poteva essere interessante come Aiden vada a perdere la propria identità mano a mano che si sveglia nella coscienza di perfetti sconosciuti, ma non l'ho trovato adeguatamente approfondito, alla fine non c'è nessuna differenza tra la sua voce prima e dopo questa consapevolezza.
Il finale, poi, l'ho trovato francamente assurdo: a parte che il delitto non mi è sembrato così impossibile da risolvere come tutti millantavano, ma la spiegazione di cosa stia succedendo ad Aiden... a me è sembrata una roba buttata lì per fare il colpo di scena e ficcarci dal nulla un significato profondo che c'incastrava poco con quanto avvenuto fino a quel momento.

Insomma, per me questo libro si è rivelato un'enorme delusione, ma poiché si tratta di un'opera dalla struttura molto particolare non me la sento di sconsigliarlo. A voi potrebbe piacere.

4 commenti:

  1. Ho sempre guardato con titubanza questo libro, impaurita dalla confusione che tutti lamentano... e quindi, no, per me resta un no per ora.

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    1. Tieni presente, comunque, che io faccio parte di una minoranza 😬

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  2. A me, letto prima del gran parlarne, aveva appreso molto in positivo nonostante la struttura faticosa. Piaciuto molto anche quel finale metaforico, moraleggiante.

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    1. Io, invece, non ci ho trovato né capo né coda 😓

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