venerdì 6 dicembre 2019

Instant Family

Ho da poco deciso di abbonarmi ad Amazon Prime: un po' perché le spedizioni in un giorno mi fanno comodo, un po' perché i miei giorni da pirata stanno volgendo al termine e 3 € al mese sono più gestibili di un numero imprecisato di malware.
Ovviamente, come ho fatto l'abbonamento come sono entrata in un periodo in cui non ho comprato più niente, mentre per le serie... diciamo che sto sfruttando il servizio per recuperarmi This is us, serie splendida ma il cielo mi è testimone che sono un fiume di lacrime dopo ogni puntata.
Comunque, alla fine ho deciso di guardarci anche un film: Instant Family, ad alto tasso emotivo visto che parla di famiglie affidatarie, ed ispirato alla storia del regista, Sean Anderson, che ha adottato tre bambini.

Pete ed Ellie sono una coppia non più giovanissima che, dopo aver raggiunto la stabilità economica, inizia a pensare ad avere un bambino. C'è solo un problema: anche se sono ancora "in tempo" per un figlio biologico si rendono conto che sarebbero dei genitori anziani e così, complice una battuta, iniziano a pensare di adottare un bambino un po' più grande. Si iscrivono ad un corso per genitori affidatari, lo completano, ma quando si trovano ad incontrare i bambini succede l'inaspettato: l'affinità la sentono verso Lizzie, una ragazzina di quindici anni.
Ma non è finita lì perché Lizzie ha due fratelli più piccoli: Juan di dieci anni e Lita di sei.
In sostanza Ellie e Pete passano da zero figli a tre figli in una notte, e come cambiano le loro vite è ciò che va a costruire la trama.
Instant Family mi è piaciuto: non è un film perfetto, e credo che uno dei difetti più evidenti stia nel fatto che non si capisce bene cosa vuole essere. Sembra una commedia, ma non è così divertente: alcune gag sono abbastanza infantili e tendono verso il cringe, e la sceneggiatura non è la più brillante del mondo. Allo stesso tempo non è un dramma, perché anche se ci sono un sacco di momenti commuoventi e drammatici, non ne ha il tono.
Forse questo è dovuto al fatto che è ispirato a una storia vera, e diretto da chi quella storia l'ha vissuta: non eccede troppo né in un verso né nell'altro, e almeno a me ha lasciato l'idea di un film che non è un capolavoro, e non lo sarà mai, ma che ha cuore e un fondo di verità.
I personaggi li ho trovati molto carini: Ellie e Pete non sono genitori meravigliosi, sono una coppia che si ama ma che si ritrova ad affrontare questa immensa avventura che cambierà le loro vite per sempre senza sapere minimamente a cosa andranno incontro... perché gli insegnamenti, le 'linee guida' date loro al corso per genitori affidatari non coprono tutte variabili e soprattutto sono conosciute anche dal 'nemico', quando ci si trova di fronte ad un ragazzino che di famiglie ne ha passate un bel po' e nessuno è mai voluto restare.
C'è una scena in cui i due discutono dell'eventualità di mollare perché non sanno più dove sbattere la testa, e ho apprezzato che non sia stata girata con toni tristissimi, cupi, per tirare fuori a forza le lacrime dallo spettatore: è una scena molto umana, non over the top, fatta per mostrare l'esaurimento che accogliere tre estranei in casa propria - e dover investire il 100% su di loro - comporta.
Anche i bambini non sono male: a spiccare è Lizzie, e mi è piaciuto come è stata scritta. Non è la classica adolescente da film odiosissima, ma un'adolescente che ne ha passate tante e che non si fida. Non si scende nei dettagli, ma si capisce che lei si aspetta che Pete ed Ellie siano di passaggio, che la tengano solo per senso del dovere e pietà, senza contare che lei desidera ancora il ritorno glorioso della madre biologica.
Juan e Lita sono adorabili, mai eccessivi e mai di troppo sulla scena, più pronti a fidarsi della sorella maggiore, ma inizialmente ingestibili per non aver mai avuto un minimo di stabilità... e alla fine è tanto dolce vedere come, piano piano, le cose iniziano a funzionare.

I personaggi di contorno tendono ad essere più stereotipati, e sono quelli che stemperano la situazione: il gruppo di supporto per i genitori affidatari è esilarante, con storie assurde, prese in giro feroci, e di base quel senso di cameratismo dato dall'essere tutti nella stessa sgangherata barca.
Ho apprezzato moltissimo - da un punto di vista personale - che le assistenti sociali fossero mostrate come esseri umani a cui importa di quello che fanno, qualcuno a cui rivolgersi, e non come dei mostri burocrati spaccafamiglie.
Come esponente del gruppo in questione sentitamente ringrazio.
Assistenti sociali are people too
E ho anche apprezzato che la madre biologica dei bambini non venisse demonizzata ma fosse mostrata come una donna che vorrebbe rimettersi a posto, ma non ci riesce non perché cattiva, ma perché frutto di un contesto a lei avverso in tutto.

In definitiva: un film molto carino che consiglio, per una serata senza troppi impegni. E ditemi che non sono l'unica ad essere stata sorpresa dal fatto che sia uscito al cinema: questo è un film perfetto per la televisione.

2 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto più del previsto, e mi sono anche commosso.
    Visto qualche mese fa, con grande sorpresa.

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    Risposte
    1. È un film che senza troppe pretese che riesce a sorprendere :)

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