martedì 30 marzo 2021

Bright we burn

Bright we burn, di Kiersten White.

Ho finito una trilogia!

Haunted by the sacrifices he made in Constantinople, Radu is called back to the new capital. Mehmed is building an empire, becoming the sultan his people need. But Mehmed has a secret: as emperor, he is more powerful than ever... and desperately lonely. Does this mean Radu can finally have more with Mehmed... and would he even want it? 
 Lada's rule of absolute justice has created a Wallachia free of crime. But Lada won't rest until everyone knows that her country's borders are inviolable. Determined to send a message of defiance, she has the bodies of Mehmed's peace envoy delivered to him, leaving Radu and Mehmed with no choice. If Lada is allowed to continue, only death will prosper. They must go to war against the girl prince. 
 But Mehmed knows that he loves her. He understands her. She must lose to him so he can keep her safe. Radu alone fears that they are underestimating his sister's indomitable will. Only by destroying everything that came before - including her relationships - can Lada truly build the country she wants. Claim the throne. Demand the crown. Rule the world.

Dopo un'imbarazzante periodo di tempo sono giunta alla conclusione di The Conqueror Saga, una serie che è entrata di diritto nel numero di quelle letture di mero intrattenimento che dovrebbero farmi schifo, e invece no. Tra l'altro pure con dignità, stile The Lunar Chronicles, piuttosto che mero guilty pleasure alla Captive Prince.
Ad ogni modo leggere questa trilogia è stata un'esperienza particolare: avendoci messo anni, mi sono trovata con un primo libro che ricordavo di aver apprezzato, un secondo libro che ho apprezzato ma mettendoci un bel po' ad immergermi nella storia (colpa mia che non ricordavo assolutamente nulla del primo), e un terzo che mi ha coinvolta da subito ma con l'impressione che mi mancassero le basi.
Perché nel frattempo non mi sono magicamente ricordata Io sono buio.
Ma proprio per questo mi sento di dare un voto positivo alla trilogia: è una di quelle dove ogni capitolo conta, dove saltare qualcosa - o non ricordarselo - ti fa sentire come si ti mancasse qualche pezzo fondamentale della caratterizzazione dei personaggi, della loro motivazione. E non è che ti manca perché non c'è, lo sai che c'è ma sei tu che non lo vedi.
E in mezzo a tante serie in cui ci sono volumi che sembrano messi lì per fare numero, trovarne una che ti fa sentire un po' perso perché non ti ricordi cosa sia successo prima fa piacere: vuol dire che la storia, i protagonisti e chi gli gira intorno, sono coerenti, seguono una strada precisa e necessaria.

Andando a parlare di questo volume, posso dire - senza fare spoiler - che Birght we burn riesce a chiudere in modo coerente la storia di Lada e Radu. I due fratelli sono cambiati, e non solo per ciò che hanno subito: entrambi hanno lottato per realizzare le proprie ambizioni, ed entrambi si trovano di fronte al prezzo che hanno dovuto pagare per realizzarle - o quantomeno provarci.
Un aspetto che ho particolarmente apprezzato è stato proprio il rapporto tra fratello e sorella: diversi, spesso su fronti opposti, a tal punto da trovarsi a combattere per annientare l'obbiettivo dell'altro, eppure così profondamente legati, così tanto che nessuna delle loro differenze caratteriali o politiche arriva mai a mettere in dubbio l'affetto profondo che c'è tra loro.
Per quanto riguarda il lato romance, che questo è uno YA e quindi in parte ci deve stare pure lui, mi è piaciuto che fosse decisamente in secondo piano perché qui praticamente nessuno è disposto a rinunciare a qualcosa per stare con qualcuno.
Insomma, è una conclusione quasi perfetta per quello che questa storia si è proposta di essere, e sottolineo il quasi: si arriva ad un punto che se il libro fosse finito lì sarebbe stato l'ideale e invece... giunti alle ultime battute, la White semplicemente ha continuato a scrivere. Ci sono una cosa come tre epiloghi, ognuno più improbabile per l'altro. È chiaro che questa storia, per come si è sviluppata e per la natura della sua protagonista, non può avere un finale classico, eppure la White ci prova andando a mio avviso a smorzare la chiusura di questa comunque soddisfacente avventura.
Onestamente, considerando che anche il finale de La buia discesa di Elizabeth Frankenstein non mi era piaciuto per niente, inizio a sospettare che sia proprio Kiersten White a non saper scrivere i finali.
Ma si tratta in ogni caso di una lettura che consiglio.

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