giovedì 30 gennaio 2014

Spartacus


Chi è Spartacus? La risposta è semplice: il gladiatore trace che capeggiò la terza guerra servile e arrivò a minacciare concretamente Roma. E con minacciare concretamente intendo che Spartaco è uno dei due uomini che se vinceva l'Impero Romano non ci sarebbe mai stato.
L'altro è Annibale.
Dopo di loro, nessuno ci andrà mai così vicino.
Tuttavia la domanda difficile è un'altra: cos'è Spartaco? Spartaco è un film di Kubrick. Spartaco è un mito. Spartaco è un nome che andava per la maggiore negli pseudonimi dei partigiani. Spartaco è l'uomo che spezza le catene per il diritto alla libertà, che voleva tornare a casa e, come tutti gli eroi, scelse un principio invece dei suoi desideri, morendo con gli uomini che aveva guidato piuttosto che abbandonarli. Spartaco è un ideale.

Ma io parlerò della serie televisiva targata Starz.

La serie di Spartacus è andata in onda dal 2010 al 2013, conta tre stagioni (Sangue e Sabbia; Vendetta; Guerra dei Dannati) ed un prequel (Dei dell'Arena). È una serie che ha coinvolto tutti i suoi spettatori in un dramma umano in quanto l'attore che interpretò Spartacus nella prima stagione, Andy Whitfield, morì di cancro (il prequel fu girato poco dopo la diagnosi per prendere tempo, nella speranza della sua guarigione) e il sostituto Liam McIntyre non è riuscito a far breccia come lui nel nostro cuore. Cosa dovuta non solo all'affetto, ma anche al fatto che Whitfield aveva una caratteristica importante: sotto la violenza, il sangue, la patina di eccesso che è il marchio di fabbrica stilistico della serie, si vedeva il cuore spezzato del personaggio, una sensibilità, un'ingenuità, quasi innocenza, così umana che rendeva impossibile non soffrire con e per Spartacus. Oltre al fatto che aveva il carisma.
McIntyre, per quanto abbia il fisico, fa molta più fatica ad appropiarsi del personaggio ed è meno credibile nel ruolo di trascinatore di folle. Ci ho messo una stagione e mezzo ad apprezzarlo e lo stesso in tanti, una volta finito, ci siamo chiesti come sarebbe stata la serie se.

Comunque. Questa è una serie che rientra nel nutrito gruppo di cose che, a primo impatto, mi hanno fatto dire "schifo" e che poi ho amato tanto tanto. All'inizio pensavo che si trattasse di un'americanata, dato che ad uno sguardo fugace è solo tette e sangue.
Non proprio la prima cosa che mi veniva in mente se pensavo al personaggio storico. Cioè, il sangue sì. Le tette meno.
Poi però capita l'amico, quello che invece si è appassionato e tu lo sai che, gusti permettendo, se gli piace tanto schifo non deve fare e quindi mi sono armata di santa pazienza e ho iniziato a guardarla.

Il risultato è che alla fine io e mia madre eravamo sul divano a piangere per l'ultimo episodio.
Sì, ho guardato una serie come Spartacus con la mia mamma.
Che credo sia più fan di me.

Questo sangue ha fatto un provino
Spartacus è una serie dal taglio eccessivo: figlia de Il Gladiatore e 300, è esagerata in tutto. La violenza è estrema: da un taglietto partono sei litri di sangue (che si sparge e cade in modo rigosamente coreografico), arti strappati, teste tagliate in un colpo solo, letterali bagni (o docce) di sangue.
Una violenza fumettistica, quasi da cartone, in cui la cg è evidente e spesso tutto è al ralenty, eppure ti rendi conto che gli autori sanno esattamente quello che fanno nel momento in cui ti accorgi che c'è violenza e violenza: quella esageratissima fatta per esaltare lo spettatore, e quella meschina (ma non per questo più contenuta) fatta per farti stare male. Sanno giocarci, con questa sottile differenza, saltando di qua e di là dalla linea a seconda di quello che vogliono. È una serie eccessiva nelle scene di nudo gratuite maschili che femminili, e nelle scene di sesso (per ogni combinazione possibile di sesso e numero di partecipanti, nonchè gadget). Eppure... questo è un mezzo accuratamente scelto per raccontare una storia, che incidentalmente è una Storia.
E dopo i primi episodi, se non si tratta proprio di scelte stilistiche ostiche, funziona.

Funziona perchè gli autori non hanno puntato tutto sulla patina: hanno puntato tutto sui personaggi e sulle loro vicende. Spartacus non la ricorderò come una serie dove si tromba e si ammazza, ma come una serie che mi ha coinvolta emotivamente, che sapevo come sarebbe andata a finire e non potevo non soffrire nel saperlo e con la consapevolezza che sarei stata peggio di quanto pensavo, perchè sono riusciti e a farti affezionare e a far sì che ti importi, a farti sperare che magari gli sceneggiatori faranno quello che all'inizio avresti odiato, ossia cambiare il finale. Almeno un po'. Almeno per qualcuno.
Ma i maledetti sono stati molto più fedeli di quello che poteva sembrare, nel raccontare gli eventi: sono romanzati, ci sono libertà storiche (sia per fatti che per ambientazione), che non sono lì per scioccare lo spettatore ma per cucire tra un evento e l'altro. Tanto tempo è passato, i dettagli del vero Spartaco non li conosciamo più (ammesso e non concesso che li abbiamo mai saputi in primo luogo), e il telefilm usa i punti di buio per inventare, per passare dal Dato Documentato A al Dato Documentato B. Quello, o per costruire i personaggi e i dialoghi: che importa se la scalata sociale di Batiato, un lanista, era impossibile nella Roma dell'epoca? Il suo personaggio, i suoi intrighi, sono una delle cose più belle della prima serie e ci hanno donato un Villain con una storia e delle motivazioni talmente credibili da far rimpiangere la sua (inevitabile) fine. Che importa se non tutti i combattimenti tra gladiatori si concludevano con la morte (erano troppo costosi per perderne uno a serata)? Sono combattimenti fichissimi con coreografie che mandano al diavolo le leggi della fisica. A chi importa se Giulio Cesare non ha mai preso parte alla Guerra Servile? Era un'occasione troppo ghiotta per non sfruttarla, e funziona benissimo.
La romanzata, poi, può partire da fatti reali, o da reali teorie: che Spartaco fosse un militare trace che aveva combattuto per i romani, che la moglie fosse una veggente, che Spartaco non fosse il suo vero nome... elementi usati tutti come base per lo Spartaco fittizio, l'uomo tradito da Roma che cerca di ricongiungersi all'amata che gli ha predetto grandi e tristi cose se scenderà in battaglia.

[Nota: guardarlo con mia madre ha un valore aggiunto: la signora ha una passione per la storia di notevoli proporzioni, e soprattutto ha avuto la voglia di coltivarla. Quindi guardare la serie con lei significa avere una spiegazione in diretta su alcune cose. Ad esempio quando gli schiavi conquistano una città: nella realtà Cuma, nel telefilm Sinuessa. Perchè cambiare? Beh, a Sinuessa ci fu una ribellione di schiavi che finì nel sangue (il loro). Coincidenza? Io non credo
Più il fatto che Spartaco davvero contattò i pirati, ma per inserire l'evento nella trama del telefilm serviva una città portuale...
Spiegazioni in diretta, dicevo. Oppure spoiler, perchè conosce l'ordine di morte dei generali ribelli, ed è riuscita (in una serie dove tutti muoiono e tu lo sai) a spoilerarmi il decesso di un personaggio. Ci vuole talento.]

Ma parlavo dei personaggi, che sono il punto forte della serie. Li ho amati tutti, anche quelli che odiavo (sì, lo so che sembra un controsenso). Ho amato Spartacus, sempre in conflitto tra gli ideali e gli istinti. Crisso con la sua furia inarrestabile. Gannicus con il suo amore per la vita e la vena di autodistruzione. Enomao e la sua forza morale. Perfino Nevia, riuscita a tramutare la sofferenza in rabbia ma non in forza.
Ma ho amato Batiato, così umano e così manipolatore. Lucrezia, in grado di compiere gli atti più efferati per amore. Crasso, un uomo d'onore che non combatte per lo schieramento più onorevole. Cesare che impara a conciliare l'impulsività e l'intelligenza.
E Sura, Mira, Saxa, Agron, Nasir, Ashur, Barca, Donar, Varro, Kore...
L'avreste detto che qui si soffre come cani per le ship?!
Una serie in grado di costruire bei personaggi, e omaggiarli nel modo più commuovente, e in grado di costruire grandi ambientazioni: la prima serie, con l'Arena (scritta con la maiuscola per l'importanza rivestita nel telefilm). Il sangue e la sabbia, elementi simbolici di grande potenza, e una gabbia che ha fatto delle catene motivo di orgoglio: loro sono gladiatori, ed esserlo è fonte di identità e di uno status sociale, seppur minimo. La prima serie ha gli intrighi, ha i combattimenti, la consapevolezza che la ribellione inizierà quando questi uomini rifiuteranno ciò che sono stati manipolati, addestrati, ad amare. Sabbia impregnata del loro sangue, versato per il proprio onore. Ma in realtà per il divertimento dei romani. Un'etichetta, un codice di comportamento, un'identità che non abbandoneranno mai del tutto, riconoscendosi sempre come gladiatori e andandone fieri.

Un'ambientazione particolare, chiusa, con personaggi particolari. E quando è iniziata la guerra, quella vera, tutti noi ci siamo chiesti: e adesso? Riusciranno a mantenere lo standard, ora che hanno perso l'arena e un ottimo cattivo?
La risposta, per quanto riguarda la seconda serie, è nì. Un po' per il recasting: è sempre duro per una serie, figurarsi quando riguarda il protagonista e per motivi che peggio di così non si può. A questo si è aggiunto che il cattivo della seconda stagione è una barzelletta.
Non me la sento di dare la colpa all'attore: il problema è che Glabrus è stato dipinto come un inetto dal minuto uno, un'uomo meschino che tiene impegnato Spartacus prima di far scendere in campo l'avversario vero. Questo cattivo wannabe è scritto ed interpretato come un'incapace, privo della profondità che aveva caratterizzato Batiato.
Un autogol notevole, considerando che era il fulcro della vendetta personale di Spartacus.
Come ho detto altre volte, gli eroi non fanno una grande figura quando prendono a calci in culo un imbecille. E Glabro è un'imbecille.
La seconda serie in pratica funziona perchè intrattiene, ma con meno anima rispetto alla prima stagione. E arriva Nasir

Per fortuna c'è la terza, con cui ho un dibattito in corso con la genitrice: lei pensa sia la più bella, io ancora preferisco la prima anche se la terza la amo.
Nella terza c'è Roma, la Roma vera. Nella terza c'è Crasso e per dieci episodi viene creato un parallelo tra i due leader. Nella terza ci sono i dubbi morali perchè i romani sono schiavisti, ma i ribelli sono incontrollabili. I romani uccidono schiavi innocenti perchè schiavi, i ribelli uccidono donne, vecchi, bambini perchè romani. Entrambi gli schieramenti compiono massacri odiosi e disturbanti, e nessuno ne esce pulito. Tranne Spartacus, che cerca di tracciare una linea, di essere migliore di coloro che odia, laddove guida migliaia di persone che vogliono vendicarsi sfogando la rabbia repressa e liberando gli istinti.  E c'è la fine. L'inevitabile fine. Quella che sapevi dall'inizio che sarebbe arrivata, eppure non sei pronto. Quella che, come in Romeo e Giulietta, speri fino all'ultimo che sarà diversa.
E non lo è mai, e ci stai sempre malissimo.
Il finale di Spartacus è il miglior finale di stagione che abbia visto in tutta la mia vita. E ci sono ottime possibilità che lo sarà sempre.
Un omaggio, un tributo a questi personaggi che conosciamo di nome e che hanno reso vivi.
Le tue lacrime sul tuo sangue, quello che cade dal buco dove stava il cuore prima che te lo strappassero via e andassi a scrivere una recensione per elaborare il lutto.

Perchè alla fine chissenefrega delle esagerazioni a volte ridicole; dell'assurda tendenza dei romani di costruire su strapiombi; del fanservice così esasperato che a volte disturba (sul serio, dopo quattro minuti di orgia ho capito, si può anche andare avanti con la trama, o vedere qualcuno che viene ammazzato, non so, fate voi); dei gladiatori di Batiato che sono dei figoni e tutti gli altri dei mostri ma quando scoppia la ribellione c'hanno tutti il fisico; che è sempre estate tranne quando inizia la ribellione, allora a volte c'è la tormenta nel campo di Spartacus e il sole in quello romano; che i ribelli non hanno mai le armature perchè devono sempre essere seminudi. Sono stagioni di archi narrativi, di personaggi che crescono ed evolvono. Sono stagioni zeppe di storie d'amore, e non me l'aspettavo proprio.
Apprezzo che abbiano mandato al diavolo quei puristi della tv che si nascondono dietro il "ma mettere rapporti omosessuali tra i protagonisti farebbe scendere gli ascolti". Agron e Nasir sono pucciosissimi.

Mi aspettavo una serie fracassona e divertente, che appaga i bassi istinti con violenza estrema e corpi scolpiti sempre in mostra. E l'ho ottenuta. Solo che hanno aggiunto anche dei bei dialoghi, dei bei intrighi politici ed umani, hanno tenuto l'anima della vicenda, quella che a distanza di secoli continua a farci appassionare alla storia di un uomo che ha lottato per quello che era giusto in un'epoca in cui non era così scontato farlo. È una serie piena di citazioni colte, non ultima quella alla celebre scena "Io sono Spartaco" (ironicamente circa 3 secondi e mezzo dopo il mio "Peccato che per come è impostata la serie non potranno mettere un "I'm Spartacus"... ben giocata, sceneggiatori. Ben giocata).
A volte mi chiedo cosa penserebbe Spartaco, nel vedere che noi, gli eredi dei fottuti romani, ricordiamo ancora la sua storia, in cui lui è l'eroe.

Note: se decidete di guardarlo, non iniziate dal prequel: i primi due minuti sono il finale della prima stagione.
E perdonate errori di battitura vari, sono al mio primo portatile e cambiare la tastiera è sempre un dramma.

6 commenti:

  1. Sai che mi hai incuriosito, ora come ora ho troppe serie già iniziate, ma questa estate potrei iniziare questa!!!

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    1. Secondo me merita,anche se credo sia una di quelle che si amano o si odiano, viste le scelte stilistiche estreme XD

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  2. Bellissimo post! Mi hai fatto venire una voglia incredibile di guardare questa serie, anche se di solito le evito per partito preso: io DEVO avere il lieto fine... è imperativo.

    E complimenti alla mamma!!!! :)

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    1. Qui il lieto fine è solo un desiderio destinato a non essere esaudito ç_ç ma cavolo se il finale non è meraviglioso T^T

      Riferirò i complimenti alla signora :D

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  3. Troppo fumettistico, un americanata è meglio game of thrones che è fantasy, oppure viking molto ben fatto si vede gli ultimi due sono prodotti europei.

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  4. ciao! sono d'accordo con te su praticamente tutto quello che hai scritto su questa serie :) anch'io, come te, mi ero approcciato alla visione con un "meh" (trascinato da mio fratello), per poi scoprire una serie che mi ha davvero coinvolto e catturato! Avrei voluto non finisse, ma tant'è, la storia è la storia :) mi è dispiaciuto tantissimo del cambio di attore... ma non mi è dispiaciuto il sostituto, secondo me ha pagato molto lo scotto di essere subentrato.
    ps: ho anch'io un blog (di musica però), si chiama Inchiostro Sonoro :) se ti va dagli un'occhiata! sono ancora alle prime armi però!

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