mercoledì 15 maggio 2019

Persuasione

Persuasione, di Jane Austen.

Devo fare una confessione: non sono una grande amante della Austen.

Anne Elliot è una giovane graziosa e sensibile che a diciannove anni ha ricevuto l'offerta d'amore di un capitano di marina, ma che per prudenza è stata persuasa a rifiutarlo. Ora, a sette anni di distanza, quell'innamorato ricompare, prima per allontanarla con la freddezza di cui solo l'amore respinto è capace, poi per riconquistarla con lo stesso ardore della gioventù. Con il suo tocco raffinato e gentile, Jane Austen ci conduce in un mondo da minuetto pervaso da un sottile struggimento, tra tazze di tè, concerti e passeggiate nella solitaria campagna inglese. Scritto nel 1817, poco prima della morte, è l'ultimo e forse il più malinconico dei romanzi della Austen. La scrittrice si volge a guardare la vita con gli occhi di una donna matura che ha conosciuto l'amore, lo ha perduto ma che ora non si vergogna più di confessarlo.

Non ho mai capito l'amore che il mondo sembra provare per Jane Austen: i suoi libri li ho sempre trovati carini ma niente di più, Orgoglio e pregiudizio per me è un sì senza passione e gli ho sempre preferito Ragione e sentimento. Emma l'avevo amato all'inizio, poi verso la metà ho iniziato a desiderarne ardentemente la fine (il mio voto è riassumibile in: troppo lungo)... insomma, diciamo che ero pronta ad incamminarmi serenamente in una strada che non comprendeva Jane Austen, avendo ormai adempiuto al mio dovere di lettrice (tre libri all'attivo, c'è di peggio).
Poi mi è capitata una recensione di Persuasione e niente, sono entrata su Libraccio e ho cercato una copia usata a cui approcciarmi.
Beh, non posso dire che ora capisco cosa mi sono persa, che un velo è stato sollevato dai miei occhi... ma posso dire di avere un libro della Austen che mi è piaciuto senza sé e senza ma.
Persuasione è l'ultimo libro dell'autrice, e si sente: c'è una maturità nelle sue parole, una malinconia, che non avevo mai trovato nei suoi romanzi precedenti.
Anne Elliot a prima vista non è una protagonista particolarmente atipica nel panorama austeniano: nubile, nobile ma non troppo, con una situazione economica prossima al disastro che non può essere evitata se non cercando uno scudo altrove (ossia un matrimonio). A distaccarla dalle altre, però, ci sono due elementi: tanto per cominciare Anne è considerata un incrocio tra il brutto anatroccolo e una Cenerentola non voluta dalla propria famiglia (che risponde alla domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta: e se il capofamiglia fosse stato la signora Bennet?), sfruttata ma mai ascoltata né dal padre né dalle sorelle che le preferiscono più o meno chiunque, anche se lei è l'unica portatrice di un neurone funzionante. Ma soprattutto c'è l'età: Anne non è una ragazzina, per i canoni dell'epoca è una donna fatta che si avvia ad un futuro da zittella, e pertanto è molto meno ingenua delle sue sorelle letterarie - che per quanto sveglie pagavano la poca conoscenza del mondo dovuta alla giovinezza. Senza contare che Anne l'amore l'aveva trovato senza troppi drammi: innamorata corrisposta del giovane capitano Wentworth, ha fatto saltare il fidanzamento perché - ragazzina com'era - si è lasciata persuadere da un'amica di famiglia che accettare la prima proposta di matrimonio di un giovanotto mezzo spiantato e dal futuro incerto sarebbe stato un gravissimo errore.
Non c'è la freschezza della gioventù in questo libro, non c'è un'eroina energica o romantica, ma una donna consapevole di aver perso la sua occasione, che con molta pragmaticità cerca di non farsi schiacciare dal rimpianto e di trovare la giusta serenità nel suo presente.
Ma siccome questo è un romanzo, Anne non può restare tranquilla col suo solitario futuro, e infatti Wentworth ritorna nella sua vita, e anche lui si distacca un po' dai classici eroi della Austen: assolutamente incapace di interagire con una donna in modo anche solo vagamente normale sì, lo è, ma lui ha avuto il cuore spezzato ed è piuttosto... arrabbiato con Anne, colpevole di non essere stata abbastanza forte, di non essere stata all'altezza delle avversità.
E a me questo è piaciuto: è un romanzo d'amore, ma dove l'amore è già stato conosciuto e ha fatto danni, dove il lieto fine è minacciato non tanto da fraintendimenti ma da quanto i due eroi hanno già vissuto perché la realtà è che Anne e Wentworth sono due ex lasciati male e non è stupido che cerchino la felicità altrove, o che non vogliano stare insieme.

Insomma, a me questo libro è piaciuto molto, anche se non ho urlato al miracolo. Ma di una cosa devo rendere merito a Jane Austen: per quanto abbia sempre scritto di gente che si sposa, non ha mai mostrato il matrimonio come una fuga dall'essere single.
E che una donna vissuta tra il settecento e l'ottocento abbia scritto d'amore lanciando però il messaggio che siamo persone complete e realizzate anche senza... beh, un po' me lo fa capire, perché tutti la apprezzano così tanto.

6 commenti:

  1. Confermi pienamente la mia impressione.
    A me Jane Austen non piace, no, più che classici i suoi mi sembrano commediole per signore, ma questo romanzo mi ha sempre ispirato moltissimo. E non sapevo perché.
    Leggendoti, l'ho finalmente capito.

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    1. Secondo me è il migliore, e quello che ha più possibilità di raggiungere anche chi non la apprezza particolarmente :)

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  2. Io sono una di quelle per cui Orgoglio e Pregiudizio è al primo posto, ma Persuasione viene subito dopo! xD

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    1. A me, invece, Orgoglio e Pregiudizio è uno di quelli che è piaciuto meno :( uno dei rari casi dove preferisco il film XD

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  3. A parte l'incredibile orgoglio che mi dà il fatto che hai letto questo libro grazie a me :D, come ti ho detto su Instagram mi fa davvero piacere questa recensione! Io adoro Jane Austen, però capisco che non può piacere a tutti, ma proprio per questo mi fa ancora più piacere un apprezzamento da qualcuno che non è fan!

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    1. È uno dei classici 'non sei tu, sono io': capisco il valore, ma non mi prende. Stranamente preferisco i film.

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