Cercasi Ben disperatamente fa parte del filone "Capacità di amare incondizionatamente di un animale aiuta una persona con la vita a pezzi/un ragazzino autistico": in genere si tratta di cani, dato che i gatti hanno modi diversi e più controversi di mostrare affetto.
Tipo portarti in dono i cadaveri più o meno mutilati delle loro vittime.
Stavolta abbiamo la storia di Julia Romp, madre single di un bambino autistico la cui diagnosi è arrivata tardissimo (sette anni circa). Julia è brava nel descrivere la loro vita piena di sfide, con un passo avanti e tre indietro, il dolore di non avere un rapporto pieno con il figlio (non può abbracciarlo, e lui non le ha mai detto che le vuole bene), il sentirsi giudicata come madre perché la disabilità di George non è visibile e sembra solo maleducazione, la paura per il futuro; tutte cose che cambiano con l'arrivo di Ben, un gatto randagio, e tra lui e il bambino scatta la scintilla: Ben diventa la porta attraverso cui George riesce a relazionarsi col mondo... finché il micio non scompare e Julia deve ritrovarlo. Non c'è, purtroppo, molto altro da dire: Julia Romp non è una scrittrice con una voce forte o particolare. È un libro tranquillo e senza guizzi, con uno stile che si limita ad essere corretto senza eccellere, col risultato che la storia - che pure avrebbe il potenziale per coinvolgere e commuovere - si limita ad essere carina e basta.
Ma a volte c'è bisogno di storie che ti danno la certezza del lieto fine.
A volte, nella nostra vita di lettori, si trovano libri capaci di spiazzarci completamente. Heather, più di tutto a me ha lasciato una profonda confusione perché è un libro che - se faccio la lista dei pregi e dei difetti - dovrei bocciare senza pietà, eppure... eppure c'è qualcosa che me lo impedisce.
La storia è semplicissima: Mark e Karen Breakstone sono persone mediocri con una vita mediocre. Felici, ma non troppo; ricchi, ma non troppo; di successo, ma non troppo; in crisi, ma non troppo. Il loro unico, vero successo è Heather, l'adorata figlia bellissima e talentuosa, una ragazzina amatissima che dopo un'infanzia serena sta entrando nella ribellione dell'adolescenza.
Poi c'è Bobby, che dotato lo sarebbe pure lui, ma non abbastanza per uscire dal degrado e dalla violenza in cui è nato e cresciuto.
E poi basta, non c'è nulla: Weiner tramite piccoli episodi ci racconta brevemente questa famiglia tutto sommato normale, in modo volutamente asettico ed impersonale. Sono i fatti messi su carta come semplice cronaca, come se la mediocrità dei Breakstone si riflettesse anche sulla narrazione.
E a me non è piaciuto: troppo freddo lo stile, troppo breve il racconto, troppo non approfondito.
Solo che.
Solo che si sente tantissimo che Weiner l'ha voluto scrivere così, non gli è venuto così per caso o incompetenza... e sospetto che la sensazione sgradevole che mi ha lasciato lo stile fosse parte di ciò che l'autore voleva farmi provare.
Non è una lettura per me, ma è ben lontano da essere una lettura che non mi ha fatto provare niente.
Mi ispirano entrambi.
RispondiEliminaIl primo, per il gattino in copertina: facile, ho aperto il post per lui.
Il secondo, nonostante le riserve, per una trama che non avevo approfondito. :)
Siamo gattari semplici: vediamo un micio, apriamo il post. O leggiamo il libro, o guardiamo il film XD
EliminaMi accodo: comprerei il libro solo per il gatto sulla copertina.
RispondiEliminaE parla una che ha uno scaffale di libri dedicato solo ai gatti.
I gatti hanno poteri: ci fanno fare ciò che vogliono loro XD
EliminaFinora ho sempre cercato di evitare i libri con protagonisti degli animali: li adoro come non mai (figuriamoci: attualmente ho "solo" due cani, ma in passato ho allevato di tutto, dai gatti ai criceti, passando per canarini, tartarughine e pesciolini rossi..), ma perché ho sempre il terrore che l'autore possa giocarsi la carta dell'emozione facile e distruggere il cuore di noi poveri lettori facendo andare il suo animaletto incontro a una dipartita prematura e brutale! Posso leggere qualsiasi tipo di scena violenta o macabra, ma una cosa del genere non riuscirei mai a sopportarla! XD
RispondiEliminaPerò non mi sembra questo il caso del libro sul gattino... ergo, ci farò un serio pensierino! ;D
Per
Anche io ho sempre il terrore che l’animale protagonista muoia, quindi controllo sempre che il libro finisca prima che la natura faccia il suo corso. In questo ti devo avvisare che anche se il micio del titolo si guadagna il suo lieto fine, la signora racconta di tutti i gatti investiti che ha ‘controllato’ per essere certa che non fossero il suo, e quello può dare fastidio. Oltre che spezzare il cuore.
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