Mondo Disco è una certezza quando rischio di entrare nel blocco del lettore.
Si dice che al mondo niente sia inevitabile, tranne la morte e le tasse. Ma questo forse prima che Morte venisse licenziato in tronco. L’ultima cosa di cui un universo può aver bisogno è di un Tristo Mietitore disoccupato, perché quando un importante servizio pubblico viene a mancare la conseguenza è sempre il caos. Ora Mondo Disco pullula di zombie e non-morti. Reg Scarpa, attivista per i diritti dei defunti, improvvisamente ha molto più lavoro di quanto si sia mai sognato. E il mago Windle Poons, trapassato di fresco, si risveglia nella tomba scoprendo di essere... morto e vegeto. Ma proprio a lui e a un ben poco temibile gruppo di non-morti (Arthur Winkings, ad esempio, era diventato vampiro dopo essere stato morso da un avvocato. Schleppel l’uomonero farebbe meglio il suo lavoro se non venisse colto da agorafobia appena fuori dal gabinetto) spetta il compito di salvare il mondo dei vivi. Nel frattempo in una piccola fattoria molto, molto lontana, uno straniero alto, scuro e allampanato si rivela particolarmente abile a maneggiare la falce. C’è tanto grano da falciare. E una battaglia diversa da combattere...
Il tristo mietitore è l'undicesimo volume di Mondo Disco, e il secondo del ciclo di Morte... e si può dire che sia interessante come Morte non si trovi esattamente al centro dell'azione nonostante sia il protagonista.
Un autore meno abile avrebbe reso questo aspetto del libro una delusione: il lettore si aspetta le mirabolanti avventure di uno specifico personaggio e invece se lo ritrova quasi relegato in un angolo della trama. Ma come dico sempre, Terry Pratchett era un genio, e riusciva a fare con scioltezza cose che agli altri non sempre riescono.
Partiamo dalla premessa: a causa dello sviluppo di una personalità Morte viene licenziato in tronco. Questo porta a grosse conseguenze su Mondo Disco perché si muore lo stesso, solo che poi si rimane lì... in pratica si viene a creare uno di quei bellissimi squilibri cosmici che possono portare alla fine del mondo come lo conosciamo.
Ed è qui che la trama si divide, idealmente, in tre parti.
La prima vede i maghi alle prese con i fenomeni inspiegabili conseguenti alla scomparsa di Morte e all'assenza di un sostituto.
Nella seconda abbiamo Windle Poons, un mago che a causa del disservizio si ritrova ad essere uno zombie.
E infine abbiamo la terza, dove Morte viene assunto come aiuto nella fattoria della signorina Flitworth.
Le prime due parti, quella dei maghi e quella di Poons, sono abbastanza collegate tra loro: come spesso accade i maghi sono i portatori dell'umorismo più terra terra di Pratchett, quello basato più sulle gag che sui giochi di parole. I maghi sono così... scollegati dalla realtà che non importa quanto possano capire la situazione sovrannaturale: poiché non sono capaci di funzionare nella normalità i loro immensi poteri e la loro comprensione del problema risultano spesso e volentieri inutili alla sua risoluzione.
Il personaggio di Poons è interessante, da questo punto di vista, perché riesce ad uscire da questo circolo vizioso in cui si trovano i suoi colleghi, e unendosi al gruppo di non-morti guidato da Reg
La storia di Morte, invece, fino alle ultime battute appare staccata dalle altre: non abbiamo la versione non banale dell'apprezzare qualcosa solo dopo averla perduta, ma un'entità antica, senziente, che conosce a menadito le leggi che regolano l'universo, che all'improvviso si ritrova nell'irrazionale caos che è la vita mortale. Tempo, sonno, desideri, sogni, paura... Morte ha sempre avuto un'idea precisa del suo lavoro: lui ha un dovere, che trascende desideri e sentimenti e non ha mai potuto comprendere la vita, ed è buffissimo vedere come tenti maldestramente di conciliare le sue conoscenze e le sensazioni che inizia a provare.
Un'ulteriore prova del talento di Terry Pratchett, ad ogni modo, è come il libro possa avere due trame sostanzialmente staccate che non si intersecano mai, che però si completano: a volte nei libri di Mondo Disco si può rimanere sopraffatti dalla quantità di cose che succedono, di sottotrame, di personaggi, come se dentro ci fosse troppo e questo andasse a minarne l'equilibrio interno. Il tristo mietitore è uno di quelli dove non succede, dove invece il gioco di incastri tra tematiche e personaggi funziona talmente bene che vedere affrontato due volte il tema dell'innovazione che - quando portata avanti senza cuore - rischia di distruggere quello che già c'è non risulta pedante ma perfetto.
E non voglio neanche parlare dell'evoluzione incredibile che Morte affronta in questo libro, che prima sapeva quale fosse la sua posizione rispetto al suo ruolo, ma adesso la comprende: il suo scontro con la Nuova Morte è una delle cose più epiche mai avvenute e quando ho capito che una cosa apparentemente inutile che succedeva verso l'inizio era un foreshadowing pazzesco per una cosa fondamentale dello scontro finale ho dovuto mettere giù il libro e ridere per dieci minuti di fila.
Perché i libri di Terry Pratchett sono così: ti fanno ridere, ti fanno riflettere, ti fanno piangere,e ti danno qualcosa anche alla quinta rilettura.
E ti danno
Questo libro è un gioiello. Ogni tanto mi parte la rilettura a random perché... perché sì. Sono sempre felice di fare delle figure barbine sui mezzi pubblici perché sto ridendo ad alta voce in mezzo a pendolari interdetti.
RispondiEliminaE, come sempre, hai fatto un lavoro fantastico con il tuo commento <3
Ero all'inizio del blocco del lettore, l'ho preso, l'ho finito in due giorni e poi ho finito altri due libri. Di cui uno di Saramago.
EliminaTerry Pratchett è terapeutico.