martedì 4 febbraio 2020

Voto di sangue

Voto di sangue, di Emma Orczy.

E se Lucia Mondella avesse fatto voto di vendetta invece che di castità?

Francia, 1784. Paul Déroulède è un borghese entrato a far parte degli ambienti aristocratici in virtù della sua ricchezza, senza però esserne davvero accettato. Durante una serata mondana, a causa di una parola fuori posto, viene coinvolto in un duello che costerà la vita al suo avversario, il giovane Visconte de Marny. All'inizio del regno del Terrore, nell'estate del 1793, la Francia è cambiata e le origini borghesi di Déroulède gli sono valse la fiducia del popolo: il cittadino-deputato, grande benefattore, è infatti molto stimato. Un uomo gentile, pronto a rischiare la propria sicurezza e quella delle persone a lui care per salvare una ragazza di origini aristocratiche che si è attirata la furia della folla e accoglierla in casa sua. Ma Juliette, la ragazza, l'aristo, è la sorella del Visconte de Marny e ha solennemente giurato davanti a Dio che avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per uccidere Paul Déroulède, o perlomeno provocarne la rovina. E nei giorni in cui la ghigliottina continua a reclamare nuovo sangue, mentre il popolo esulta furioso, non sembra affatto difficile mantenere questo giuramento. Quando però Juliette incontra la persona che ha odiato per un decennio, scopre che questi è un uomo buono e compassionevole. Ma il suo voto è solenne e non può più tirarsi indietro. Pubblicato per la prima volta nel 1906, "Voto di sangue" è il sequel de "La Primula Rossa".

Nel non troppo lontano 2018 lessi il primo libro della serie La Primula Rossa, romanzo dei primi del novecento di cappa e spada con alcune peculiarità. Tipo che ha inventato la tipologia di personaggio "milionario che si finge idiota e la notte va a combattere l'ingiustizia".
Tipo che Zorro è ispirato alla Primula Rossa, e Batman è ispirato a Zorro, quindi possiamo ringraziare Emma Orczy se abbiamo Batman.
E no, questa è una cosa che non smetterò mai di dire perché è troppo bella.
Nel primo volume avevamo conosciuto Percy e Marguerite, i  nostri eroi: l'intrepida Primula Rossa, che rischia la vita per salvare gli innocenti dal Terrore e Madame la Guillotine, e la sua amata. Abbiamo conosciuto i loro problemi, le loro sofferenze, i loro nemici.
Cosa ci sarà in serbo per loro, nel futuro?
Credo che lo scopriremo nel prossimo libro perché qui vediamo solo Percy, e di sfuggita: questa volta siamo a Parigi, nemmeno in padella ma dentro la brace per direttissima, e possiamo quindi conoscere le persone che la Primula Rossa si impegna tanto a salvare.
I protagonisti, in Voto di sangue, sono Juliette de Marny e Paul Déruléde: ex nobile che tira a campare lei, borghese capace di accattivarsi le simpatie delle masse lui, i due sono legati dal Destino. Quello che non ti lascia scampo che solo un'autrice che gioca col romance all'inizio del '900 può mettere in campo: prima della Rivoluzione, infatti, Paul ha ucciso in duello il fratello di Juliette, e il padre del ragazo (comprensibilmente) impazzito dal dolore ha fatto giurare alla figlioletta di vendicarlo.
La cosa bella, per me, è che la Orczy ci spiega diligentemente perché la fanciulla si senta così obbligata a mantenere il suo voto, fatto in una situazione così estrema: al momento del giuramento aveva quattordici anni ed era in preda allo shock e agli ormoni. Dopo... diciamo che Juliette è cresciuta all'inizio sotto una campana di vetro, poi in un convento, e poi accudita dalla vecchia balia.
La nostra eroina ha, di base, l'istinto di sopravvivenza di un sasso e il buon senso di uno scolapasta.
Immaginate i danni che può fare durante gli anni del Terrore
La storia è, sostanzialmente, un enemies to lovers, un caro e vecchio cliché che mi ha fatto piacere ritrovare: ai tempi della pubblicazione non era ancora abusato, e qui viene esplorato con una certa innocenza.

Voto di sangue è una storia dove il peso degli anni si sente in modo maggiore rispetto al precedente volume: i personaggi, per quanto sviluppati in una maniera che raggiunge la sufficienza, hanno alcune caratteristiche date dal periodo in cui sono stati scritti che a me non piacciono molto, come la volontà quasi esasperata di attribuire loro caratteristiche positive, che investe principalmente Juliette. La ragazza, infatti, è quella più complessa e combattuta, ma invece di lasciarle il suo arco di crescita, la sua confusione, il suo essere sinceramente una stupida ragazzina che commette errori e poi cerca di rimediare, la Orczy cerca di spiegarci in tutti i modi come e perché ogni sua singola azione sia data dalla purezza del suo animo e dall'educazione assurda che ha ricevuto.
È stata la prima volta che per apprezzare un personaggio ho dovuto ignorare quello che l'autore mi diceva di lui, perché tagliando fuori la voce nel narratore che si intromette di prepotenza tra il lettore e la storia, quello che abbiamo è una protagonista femminile che cresce e matura, e affronta dilemmi morali che a noi sembreranno anche strani, ma per lei hanno senso.
Paul, invece, ha il problema di essere una brava persona che fa del suo meglio in una situazione difficile che in queste storie è una caratterizzazione che corteggia sempre pericolosamente la noia.

Ad ogni modo si nota come Emma Orczy fosse un'autrice capace perché quando il rischio della noia si fa concreto (c'è un limite di pagine entro cui i patemi d'amore e i dubbi interiori possono essere interessanti) ecco arrivare la Primula Rossa, e si parte con travestimenti, duelli, sotterfugi e salvataggi al limite dell'impossibile, che poi è anche il motivo per cui io questa serie la voglio leggere tutta.

In definitiva: un secondo volume leggermente inferiore al primo, ma comunque scritto bene e divertente, nel giusto numero di pagine: niente brodo allungato, qui.
Qui abbiamo nobili inglesi che salvano gente dalla ghigliottina for the lulz.

7 commenti:

  1. Che trama singolare!
    Non conoscevo "La Primula Rossa", e di sicuro non avevo idea che avesse ispirato Zorro... Non sembra esattamente il mio genere di lettura, ma non si sa mai: in fondo allargare gli orizzonti non fa mai male, per cui anche cambiare genere una volta ogni tanto potrebbe rivelarsi positivo! :D

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    1. Ho iniziato la serie pensando che potesse piacermi, ora voglio leggerla tutta e desidero serie TV più retelling trash 😂

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  2. Perché non ho mai indagato?
    Questa serie non la facevo affatto così!

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    1. È il titolo abbinato ai fiori in copertina che frega XD

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  3. E se Lucia Mondella avesse fatto voto di vendetta invece che di castità?

    Quando ho letto questa frase credevo stessi davvero recensendo un retelling de "I Promessi Sposi"! (E a questo punto mi chiedo: come mai nessuno ha ancora scritto un retelling dei Promessi Sposi?!?!).
    Ho letto "La Primula Rossa" un sacco di anni fa e mi ricordo che mi era piaciuto, non sapevo allora che fosse il primo di una serie, ma mi sa che l'avevo scoperto proprio dalla tua recensione. Ora sono davvero curiosa di provare a continuarla anch'io!

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    1. Retelling spin-off sull'Innominato prima di subito!

      Se l'hai letto un sacco di anni fa mi sa che non sono stata io ad avertelo fatto conoscere, l'ho recensito nel 2018... dai, non è così lontano O_o

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    2. Scusa, mi accorgo che mi sono espressa male, intendevo che ho scoperto dal tuo blog che era il primo di una serie, ma sì l'avevo già letto da molto tempo!

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