domenica 22 marzo 2015

A me le guardie!


A me le guardie!, di Terry Pratchett.

Terry Pratchett è morto e non c'è molto da dire quando muore il tuo autore preferito, quello che non ha solo scritto libri che apprezzavi ma che senti abbia un po' influito nel modo in cui guardi il mondo.
Vi lascio il tributo di xkcd, che ha centrato in pieno come Sir Terry Pratchett facesse sentire i suoi lettori.


Ankh-Morpork è la città più grande del Mondo Disco, che è un mondo piatto che vaga nello spazio, sorretto da quattro elefanti che poggiano sul guscio di una tartaruga gigante... Ad Ankh-Morpork tutto è in vendita, i ladri rubano solamente su appuntamento, gli assassini pagano regolarmente le tasse e i testi magici della Biblioteca dell'Università Invisibile vengono incatenati agli scaffali per impedire che scappino e le guardie non devono arrestare nessuno. O almeno, di solito è così...

Non avevo in programma di rileggere questo libro. Voglio dire, nei seri periodi di crisi da lettura è a Mondo Disco che torno per uscirne, ma da un po' avevo in mente di lanciarmi in una rilettura della serie in ordine cronologico quindi prendere in mano l'ottavo non era nei miei programmi.
È stata un'ispirazione improvvisa.
L'ho finito l'11 marzo.
Il giorno dopo Terry Pratchett è morto.
Le coincidenze che ti fanno pensare che c'è qualcosa di più grande con un bizzarro senso dell'umorismo, perchè l'ultimo libro di Terry Pratchett che ho letto mentre era ancora vivo è quello che - ai tempi - mi ha fatto capire che avevo tra le mani un autore straordinario. Non ancora il mio preferito, ma molto di più del simpaticone che prende in giro il fantasy classico e ogni tanto fa una battuta profonda.
Dovete sapere che quando ho iniziato a leggere Mondo Disco era impossibile andare in ordine: si trovava quel che si trovava, buona parte era difficile da reperire e l'altra parte era fuori catalogo, e i libri sono stati pubblicati in ordine sparso (sono felice che Piedi d'Argilla sia stato tradotto... ma perchè, esattamente, prima di Hogfather? O di Maskerade?), quindi era possibilissimo che ti innamorassi della serie con un volume a caso. Se avessi letto il ciclo nell'ordine in cui è stato scritto sarei caduta ai piedi di Pratchett con Morty l'Apprendista (il quarto), ma era fuori catalogo e ho dovuto prenderlo in inglese aspettare la ristampa.

L'introduzione al nostro "eroe"
Ma torniamo al libro in questione: pubblicato nel 1989 è il primo volume del ciclo dedicato alla guardia cittadina di Ankh-Morpork.
Un intento narrativo che è già di per sé decostruzione del fantasy classico: una storia che ha per protagonisti quelle comparse il cui ruolo è morire combattendo contro l'eroe, rigorosamente uno alla volta. In più, per aggiungere la beffa al danno, queste sono le guardie di Ankh-Morpork, ossia una città che non ne ha bisogno.
La più grande metropoli del Disco, infatti, è perfettamente in grado di funzionare da sé: sotto la benevola dittatura del Patrizio è stato istituito un sistema di Gilde. Gilda dei Ladri, Gilda degli Assassini, a cui è affidato il controllo della malavita: devi essere associato per fare il criminale, e devi attenerti alla percentuale di crimine concordata precedentemente coi rappresentati della città. E se qualcuno ruba - o uccide - senza controllo spetta alla Gilda in questione mantenere il proprio prestigio.
Ma se il crimine è regolamentato, cosa possono fare le guardie?
Un bel niente, ed infatti la Guardia Notturna è un ricettacolo di perdenti e rifiuti della società. Di persone che non sono riuscite a fare altro nella vita, o che sono state spedite lì per scontare colpe del loro passato.
E sono solo tre: Sam Vimes, il cinico ed alcolizzato capitano; Fred Colon, pigro e demotivato e sergente, e il caporale Nobbs, detto Nobby che... beh, è Nobby. Non c'è modo per descriverlo.
Ma le cose cambiano quando si ritrovano per le mani Carota, il primo arruolato volontario da una vita a questa parte.
Carota è quanto di più diverso da loro ci possa essere: tanto per cominciare è un nano, o più precisamente è un ragazzo umano adottato da una coppia di nani quando era un neonato, e quindi pur non avendo la... fisicità nanesca ne ha la mentalità e il background culturale (al punto che la sua domanda è stata accettata in quanto rappresentante di una minoranza etnica). Carota, giovane di provincia, è stato mandato nella grande città per imparare ad essere un uomo ora che la sua altezza (circa due metri) gli rende impossibile l'integrazione completa col suo popolo.
"Quello che dovresti fare è mandarlo via per qualche tempo. Lasciarlo mescolare con gli umani". Si accomodò meglio. "Adesso, re, ti trovi per le mani un papero" aggiunse col tono di chi la sa lunga.
"Non penso che dovrei dirgli così. Già si rifiuta di credere di essere umano."
"Quello che volevo dire è che è un papero fra i pulcini. È un fenomeno molto noto nelle fattorie. Scopre di sapere beccare benissimo ma non ha idea di cosa sia nuotare". Il re ascoltò con attenzione. I nani non avevano grandi cognizioni di agricoltura. "Ma se lo mandi a vedere le altre papere, se si bagna i piedi, non andrà più in giro a correre dietro ai polli. E sei a cavallo."
Varneshi si sedette e assunse un'espressione soddisfatta.
Quando si passa gran parte della vita sottoterra, si sviluppa una mente molto letterale. I nani non utilizzano metafore o simili. Le rocce sono dure, l'oscurità è buia. Se si comincia a pasticciare con le descrizioni si finisce in grossi guai, è il loro motto. Dopo duecento anni di comunicazione con gli umani, però, il re aveva sviluppato uno scrupoloso attrezzo mentale che lo metteva quasi in condizione di comprenderli.
"Certo. Mio zio ha un cavallo" ammise lentamente.
"Stessa cosa".
Ci fu una pausa durante la quale il re sottopose l'affermazione a una attenta analisi.
"Mi stai dicendo" suggerì, soppesando ogni parola, "che dovremmo mandare Carota a fare la papera fra gli umani perchè mio zio ha un cavallo?"

I nani hanno problemi con le metafore.
Alla guardia, quindi, si ritrovano un ragazzone forte come un toro e, contemporaneamente, onesto ed innocente. Carota non ha la minima idea di cosa sia la malizia e il suo candore, che renderebbe un bersaglio ambulante chiunque altro, ha uno strano effetto su coloro che lo circondano: riesce a dargli quello 0,00001 di imput per essere leggermente migliori.

Ma non è solo Carota il cambiamento in atto: il grosso, grossissimo problema è dato da un misterioso gruppo che complotta per rovesciare il governo ed ottenere ciò che gli è dovuto. Il modo? Evocare un drago, ovviamente, e mettere in scena la storia più vecchia del mondo: il giovane eroe che lo sconfigge, salva la città e diventa re.
È qui che le cose iniziano a farsi diverse dal solito libro di parodia, perchè se la scena dei rituali, delle formule, del palazzo della congrega condiviso con altre X congreghe punta il dito senza nessuna pietà contro un determinato tipo di narrazione, sottolineandone il ridicolo involontario, quello che segue è un'altrettanto dissacrante analisi della natura umana.
Che fossero pure le altre società a prendersi gli abili, i promettenti, gli ambiziosi e i sicuri di sé. Lui si sarebbe preso i piagnucolosi carichi di risentimento, quelli col ventre pieno di bile e di sputi, quelli che sapevano di potere avere successo, se solo gliene fosse stata data la possibilità. Avrebbe preso quelli le cui ondate di veleno e vendetta erano arginate da sottili pareti di inettitudine e paranoia di bassa lega.

Niente di epico, quindi. Non il grande malvagio, quello da temere e guardare con ammirazione. Ma i meschini. Gli invidiosi. La cattiveria nel suo grado più basso.
Più accessibile, a mio avviso, del Grande Signore del Male. Più vero, paradossalmente.
E se questo vale per i cattivi, vale anche per gli eroi. Che non sono eroi: Vimes è un relitto che tira a campare un giorno dopo l'altro, una bottiglia dopo l'altra.
Vimes brancolò su per le scale, facendosi strada a tentoni fino al suo ufficio, si accasciò sulla primordiale sedia in cuoio con l'imbottitura prolassata, frugò nel cassetto in fondo, afferrò la bottiglia, morse il tappo, tirò, sputò tappo, bevve. Cominciò la sua giornata.

Eppure c'è quella piccola scintilla di giustizia, quella piccola scintilla di motivazione che ha portato Vimes ad essere un poliziotto, e quando in città iniziano a succedere cose strane, la guardia inizia a cercare di capire cosa succede.
Perchè un drago non è responsabilità di nessuna Gilda, ergo è responsabilità loro.
Ma se pensate che il libro sia semplicemente questo, ossia un gruppo di disgraziati che trova riscatto in una minaccia troppo grande per chiunque altro... beh, c'è molto di più.
C'è la gente da salvare, che non è un gruppo di innocenti, ma una collettività in grado di accettare qualsiasi cosa se - alla lunga - permetterà di andare avanti.
E così, se da un lato abbiamo l'esilarante tentativo di raggiungere una possibilità su un milione di colpire un drago con una freccia, perchè nelle storie una possibilità su un milione si avvera nove volte su dieci, dall'altro abbiamo questo.
Laggiù c'è gente che seguirà qualsiasi drago, venererà qualsiasi dio, tollererà ogni iniquità. Tutto a causa di una specie di monotona cattiveria quotidiana. Non la malvagità veramente alta e creativa dei grandi peccatori, ma una specie di oscurità dell'anima massificata. Si potrebbe definirlo peccato senza una traccia di originalità. Accettano il male non perchè dicono ma perchè non dicono no.

Che più lo leggi più sembra vera questa descrizione dello stato di apatia che sembra affliggere le masse, e anche oggi basta dare un'occhiata alle centinaia di cose semplicemente sbagliate che accettiamo indignandoci nella nostra casa ma andando avanti con la nostra vita come se nulla fosse.
E nello stesso libro ci sono i draghetti di palude, per intenderci: esserini patetici la cui prima causa di morte è l'esplosione accidentale perchè quando per natura sputi fuoco, per natura salti in aria alla prima gastrite.

Non ci sono eroi, in questo libro. Non c'è un degno cattivo. Non c'è neanche una popolazione degna di essere salvata in senso stretto.
Lo stesso drago sembra un personaggio più nobile, nel suo essere una creatura terribile e spietata, ma mitologica e quasi più giusta dei meschini umani.
Eppure questo libro non punta a farti andare nell'angolo vergognandoti di essere un umano: perchè nonostante non ci siano eroi e non ci siano chissà quali nobiltà d'animo da salvare, un gruppo di scarti della società viene ispirato da un ragazzino di campagna a fare del proprio meglio e affronta un fottuto drago perchè è la cosa giusta da fare, aspettandosi poco o niente in cambio.
C'è Lady Ramkin, nobile che se ne frega della nobiltà, appassionata di draghi e sostenitrice della Guardia, che è un personaggio adorabile.
Ci sono un sacco di battute e di giochi di parole, un sacco di momenti epici ed è - di base - un libro dannatamente divertente da leggere dove niente di quello che ti aspettavi succede. E c'è il Bibliotecario con lo Spazio-B, che è una delle cose più geniali dell'universo.

Ed è il libro che ha segnato il salto di qualità: il ciclo di Morte è quello più filosofico, il ciclo delle Streghe parla del significato delle storie e del potere delle parole... ma il ciclo della Guardia è quello che parla delle persone, nel bene e nel male.
Io ho capito qui che Terry Pratchett non voleva scrivere fantasy come genere d'evasione, ma come specchio con cui osservare ed analizzare la realtà.
E questo rende Mondo Disco, che è un disco appaggiato su quattro elefanti che stanno sopra una tartaruga, la Grande A'Tuin, molto più serio delle cupissime Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Non può andare così, pensò freneticamente. L’eroe se la cava sempre, ma arriva proprio all’ultimissimo istante. Solo che l’ultimissimo istante era probabilmente stato cinque minuti prima.
Io non sono un eroe. Sono fuori forma, ho bisogno di un goccetto e prendo una manciata di dollari al mese con un buono per le piume. Non è la paga di un eroe. Gli eroi ottengono regni e principesse, si allenano regolarmente e quando sorridono la luce gli scintilla sui denti, ting! Bastardi.


12 commenti:

  1. io stavo leggendo Morty l'apprendista proprio in quella settimana... non è propriamente una caso perchè leggo un libro di Pterry praticamente una volta al mese, perchè proprio come te anche io nei periodi di crisi da lettura torno a Mondo Disco per uscirne. D'altronde, Terry Pratchett è il mio autore preferito (e non ti dico come mi sia sentito alla notizia della sua morte). Anche io ho avvertito quella strana coincidenza che avessi fra le mani proprio Morty l'apprendista... ma questa è un'altra storia.

    Detto questo, vogliamo parlare della Guardia Notturna, e del ciclo della Guardia?? Hai reso perfettamente idea di quanto questo libro rappresenti, come analisi delle persone ed è inutile da parte mia aggiungere qualcosa a quello che scrivi già tu nel post. (anche se per un libro di Terry non basterebbero 100 pagine per analizzarlo, ma sicuramente dovei farlo a mente fresca subito dopo averli riletti).

    E sono pienamente d'accordo, "Terry Pratchett non voleva scrivere fantasy come genere d'evasione, ma come specchio con cui osservare ed analizzare la realtà" ed è assolutamente vero che Mondo Disco è molto più serio delle cupissime Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. E mi piace ricordare quello che scrisse Neil Gaiman (prima della morte dell'amico) "Terry Pratchett isn't jolly. He's angry".

    Spero di aver scritto chiaramente e di non essermi "impappinato" troppo facendomi trasportare dalle emozioni

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    1. Non mi sembra di rendere mai giustizia ai libri di Terry Pratchett: se parlo della vena seria mi pare di descriverli come mattoni, se parlo dell'ironia di ridurli a semplice libri comici. Mi solleva che chi, come me, lo apprezza trovi queste recensioni azzeccate. Come dici tu, le parole per Pratchett non bastano mai.

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  2. Wow, eccomi che cerco disperatamemte da mesi "Morty l'apprendista" e mi ritrovo qui tra le millemila pagine. Che dire..
    coincidenze assurde che lettori come noi abbiano sentito Qualcosa appena prima la sua morte. Io stavo leggendo Tartarughe Divine che ho finito giusto ieri ma che avevo iniziato il 10 di questo mese. il giorno prima ne parlavo con un amica, del fatto che m'innervosiva non trovare il libro che volevo e Bam, il giorno dopo la triste notizia.
    Ammetto, ho pianto come una mocciosa di 5 anni e ho accesa una candela in suo onore citando la sua frase unica "Non temere il mietitore" e sono fortemente convinta che lui sia su Mondo Disco ora e che stia facendo una luuuuunga vacanza, magari proprio ad Ank-Morpork, chissà.
    Voglio crederci, perchè lui mi ha insegnato a credere nell'nell'impossibile.
    Magari sono esagerata ma, non so se anche voi quando finite un suo libro rimanete un attimo imbambolati a fissare il vuoto con un sorrisetto che la sa lunga... io so solo che questo grande scrittore mi mancherà.

    Scusate ma volevo dirlo. Non conosco nessuno che lo legga ed è la prima volta che scrivo qualcosa di pubblico per gente che lo conosce.

    Comunque il capitolo sulle guardie non l'ho ancora letto, sto cercando di leggerlo in ordine xD
    Per favore aiutatemi a trovare Morty l'apprendista cartaceo, ne ho un bisogno morboso e fisico...

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    1. Morty è di nuovo fuori catalogo?! La Salani non smette mai di stupirmi in negativo quando si tratta di Mondo Disco.
      Anche io voglio pensare che Pratchett sia in un mondo simile a quello che ha creato, ma in fin dei conti "a man is not dead while his name is still spoken". E pure io ho pianto quando ho letto della sua morte.
      Cavolo, ci ho messa una settimana per poter parlare della sua morte senza che mi venisse da piangere di nuovo >___<

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    2. Morty l'apprendista cartaceo non sono riuscito a trovarlo neanche io, l'ho letto come ebook. Potresti provare al Libraccio... l'estate scorsa ero riuscito a trovare una vecchia edizione de L'arte della magia a circa 3,7 € (i salti di gioia!!) però nella sezione ragazzi.
      Anche su ibs.it lo da come non disponibile...

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    3. Su Amazon costa 80€ -.-

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  4. No, va beh. Questo libro è genio puro. Per altro devo anche ringraziarti perché eri stata proprio tu a consigliarmelo a suo tempo (Kate Santa Subito) e dopo averlo cominciato, praticamente ad ogni pagina iniziavo a girare per la casa gridando "QUESTO È ORO!!!" e ridendo come una povera fessa. L'ho riempito di post it per annotarmi le citazioni. Poi ho 'costretto' mio padre a leggerlo e lui ha cominciato a mandarmi per telefono le foto dei passaggi che lo divertivano, perché anche lui voleva condividere. Questo è uno dei quei libri che non ha un personaggio o un passaggio preferito, ma è semplicemente uno spettacolo.
    Quindi, grazie Terry e grazie Kate.

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    1. La cosa più bella di Pratchett è che la maggior parte dei suoi libri sono citazioni nella loro interezza, e che questo libro non è un'eccezione nella sua produzione: a parte i primissimi (ed Eric, che è quello che mi è piaciuto di meno), si aggira sempre a questo livello qualitativo.
      Non c'è di che: visto che la Salani non lo promuove neanche a mettersi a piangere bisogna arraggiarsi tra lettori.

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  5. Leggere una tua recensione su un libro di Pratchett è sempre un piacere, perchè traspare la tua ammirazione per questi lavori. La mia copia è in libreria, spero di leggerlo prestissimo.

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  6. Devo comprarmelo!!! <3 <3 <3 Questo è uno dei pochissimi libri di Pratchett che ho letto ma che non ho in libreria (all'epoca l'avevo preso in biblioteca, perché solo lì potevo trovarlo), ma mi ricordo che l'avevo adorato e ora credo proprio che una rilettura non mi farebbe male! :)

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