Niente, di Janne Teller.
Non conoscevo questo libro, e neanche la sua autrice. Non credo che lo avrei mai letto senza la recensione di Denise, che mi ha incuriosita a tal punto da farmelo prendere su IBS appena possibile.
Il libro mi avrà soddisfatta? Scopritelo sotto il cut.
"Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.
Niente è un libro corto, eppure nelle sue poche pagine Janne Teller è riuscita a mettere moltissimo. L'evento che da inizio alla trama è apparentemente semplice: Pierre Anthon, un bambino di tredici anni, un bel giorno decide che nulla nella vita ha senso, sale su un albero e da lì urla la sua nuova visione del mondo ai compagni di classe. È una premessa bizzarra, che non si capisce bene dove voglia andare a parare.
Non c'è un'ambientazione precisa: la Teller sembra essersi tenuta volontariamente lontana dai dettagli. La città dove vivono i ragazzi è la più anonima che si possa immaginare, e gli adulti delle entità grige e amorfe che non provano alcun interesse per i bambini e il loro sempre più bizzarro comportamento. I ragazzi protagonisti sono colpiti profondamente dai discorsi di Pierre Anthon, discorsi che hanno effetti tremendi sulla loro personalità ancora in via di sviluppo, che vengono accentuati dal fatto che non hanno nessuno a cui chiedere aiuto e che - in più - vivono in un luogo che sembra negare l'idea stessa di personalità, vita, scopo.
Per non essere schiacciati dal nichilismo assoluto del loro compagno i bambini decidono di provargli che la vita ha un senso coi fatti, raccogliendo tutte le cose che più racchiudono un significato importante. E qui la cosa inizia a sfuggire di mano ai ragazzi: la raccolta inizia a passare da sacrificio - imposto però dagli altri tramite ricatto morale - a vendetta, ed entrano in gioco le dinamiche del branco, delle regole interne, del noi e del loro, che ruotano sempre tutte intorno a Pierre Anthon, catalizzatore indifferente degli eventi.
Niente è un libro profondamente disturbante, di quelli che provano ad ipotizzare come potrebbero reagire dei bambini se tolti dalle regole della società: mi ha ricordato per molti versi Il signore delle mosche di Golding e Un gioco da bambini di Ballard.
In tutta onestà è uno di quei libri che, una volta finito, non sono riuscita a capire se mi sia piaciuto o meno: è scritto bene, scorre bene, la voce della protagonista è ben definita e credibile... ma si può dire di aver davvero apprezzato un libro, quando punta - riuscendo - a suscitare solo emozioni negative? A lasciare il più possibile disturbati?
Per quanto sia stata una lettura breve, un pomeriggio appena, non è una lettura da affrontare a cuor leggero. Però, alla fine, sono stata contenta di averlo letto.
Ciao! :) L'autrice e il libro mi erano sconosciuti, e anche se le tue parole mi hanno incuriosito penso proprio che per questa volta passerò, perché proprio non è nelle mie corde.
RispondiEliminaÈ un libro disturbante, se non è nelle tue corde fai bene a lasciarlo stare :)
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