Ed ecco a voi il libro che mi ha spinta tra le braccia dell'universo espanso di Guerre Stellari.
Niente spoiler sul libro, ma inevitabili spoiler su The Clone Wars.
Ahsoka Tano, la fedele Padawan Jedi di Anakin Skywalker, pensava che avrebbe trascorso tutta la vita al servizio dell'Ordine Jedi. Dopo aver subito un crudele tradimento, tuttavia, decide di voltare le spalle all'Ordine e di seguire la propria strada. Ma quando l'imperatore assume il controllo della galassia e i Jedi vengono sterminati senza pietà, Ahsoka è distrutta. Tormentata dal dolore e dai sensi di colpa, si sente completamente sola e dubita di poter tornare mai a far parte di un progetto più grande. Però il destino ha ancora in serbo qualcosa per lei: quando le truppe imperiali occupano la sua nuova casa, Ahsoka deve prendere posizione. Lasciarsi coinvolgere significherebbe svelare il suo passato di Jedi, questo lo sa bene. Così come sa che le sue decisioni avranno effetti devastanti su chi la circonda. Ma potranno anche condurla verso una nuova speranza per la galassia.
Con Ahsoka Tano ho avuto un rapporto strano, che poi ho scoperto essere molto comune nel pubblico adulto di The Clone Wars: all'inizio la odiavo. Era così saccente, universalmente considerata da tutti i personaggi la best persona ever, chiaramente inserita a posteriori perché quando mai si era detto che Anakin ha avuto un'allieva?
Però gli episodi passavano, e ad un certo punto ho realizzato una cosa: Ahsoka non è un personaggio statico. Cresce e matura, smette di essere una mini-Anakin in gonnella dall'incerto futuro: libera dai problemi di scrittura che affliggono la trilogia prequel, Ahsoka ha avuto la possibilità di emergere come uno dei personaggi migliori di quell'era, al punto da essere un ritorno più che gradito in Rebels. Ma una volta ritrovata 'grande', tutti eravamo curiosi: cosa le era successo?
Ahsoka è il genere di approfondimento su un personaggio, su un universo narrativo, che amo con tutto il mio cuore: non sono il genere di fan che brama avventure incredibili extra, sono il genere di fan che vuole l'angst, che vuole andare a guardare ogni ferita causata dai capitoli principali nella psiche del personaggio X, e che la guarigione sia lenta e sofferta, grazie tante.
Insomma, il genere di contenuto che trovo nelle fanfiction, e questo libro è la fanfiction che avrei voluto leggere col valore aggiunto che è canon: come fangirl non potevo desiderare di meglio.
Ma ora provo a parlare del libro: è passato un anno dalla nascita dell'Impero e dallo sterminio dei Jedi, e da allora Ahsoka vive cercando di passare inosservata e negando tutto di sé stessa, dal nome alla Forza. Qualunque cosa fosse rimasta dell'esuberante ragazzina affidata ad Anakin ormai non c'è più, noi vediamo una ragazza che lotta non solo per restare viva ma anche per non essere schiacciata dal proprio stato mentale: Ahsoka è scampata all'Ordine 66 ma soffre della sindrome del sopravvissuto e, anche se non ne sono una grande esperta, ammetto di aver trovato il suo dolore e la sua angoscia molto credibili. Il senso di colpa per essersi salvata, la solitudine data dal non potersi mai far vedere per quella che è e dal non percepire più nessuno con la Forza, il desiderio struggente ed infantile che Anakin e Obi-Wan siano sopravvissuti e possano trovarla... esattamente quello che mi aspettavo e che volevo. La Johnston è partita dal presupposto che non ha importanza quello che fa la sua protagonista se non sappiamo come si sente e perché lo fa, e con me vince a mani basse perché quando mi trovo di fronte a questi prodotti di mero intrattenimento, che a livello stilistico quando va bene stanno su una dignitosa sufficienza, ho bisogno di immergermi a livello emotivo.
Un'altra cosa positiva è che vediamo l'Impero ai suoi albori, il modo in cui la vita è cambiata, come diventi via via più opprimente con piccoli cambiamenti che porteranno - in futuro - allo scioglimento del Senato e alla Morte Nera. Vediamo come la vita diventi più difficile per chi non è umano, e come ci sia una specie di falso senso di sicurezza a vivere nell'orlo esterno, dove gli occhi dell'Impero arrivano meno, ma quando arrivano non importa a nessuno e comunità intere possono essere spazzate via senza che nessuno se ne accorga.
Trovo interessante vedere l'intrinseca crudeltà dell'Impero, toccare con mano come il governo incontrastato di un Sith sia negativo, come le politiche siano mirate ad aumentare il potere a discapito degli abitanti, trattati come semplici oggetti.
Si prova anche a dare un senso agli Inquisitori di Rebels, ma sarà che non ho mai beccato quella parte di Universo Espanso dove spiegano a cosa accidenti servono, per me rimane la parte più debole del libro.
La cosa migliore, comunque, è la maturazione di Ahsoka e come, alla fine, l'aprirsi nuovamente a qualcuno le permetta di trovare dentro sé stessa la forza non solo per sopravvivere, ma per vivere e combattere di nuovo. E tutti i rimandi a Clone Wars e alla trilogia originale mi hanno spezzato il cuore.
Se siete fan di Star Wars ve lo consiglio caldamente.
A giudicare dalla tua descrizione, questa Ahsoka è un personaggio che potrebbe piacermi, e anche molto... soprattutto dopo la sua crescita ed evoluzione, intendo! *____*
RispondiEliminaSolo che, ehm... Non ho ancora mai visto "The Clone Wars"! Qualcosa mi dice che farei meglio a rimediare! XD
The Clone Wars parte molto male, io all'inizio sono andata avanti praticamente per forza di inerzia XD
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