venerdì 8 novembre 2019

Baby Recensioni: Le notti di Salem - Il Palazzo d'Estate e altre storie

Era da un po' che avevo voglia di rileggere questa particolare opera di Stephen King: come molte fa parte di quelle che ho rubato a mia madre, quando lei scoprì questo autore e - senza saperlo - lo fece scoprire anche alla me undicenne.
Non ricordavo molto, a parte quale fosse il mostro (per una volta classico e non inventato per l'occasione) e che all'epoca non è che fossi spaventata quanto inquietata.
Letto adesso devo ammettere che questo è uno dei libri di King in cui si avverte non solo il tempo che è passato ma anche la brevità: la storia di Ben Mears, scrittore che dopo un lutto torna a Gerusalem's Lot (cittadina del Maine dove ha passato parte dell'infanzia) per ricominciare a scrivere, secondo me avrebbe meritato più pagine, così come i suoi personaggi. E se il magnetico Padre Callahan verrà ripreso nella monumentale opera che è serie de La Torre Nera, gli altri non sono così fortunati.
Ma al di là del 'si poteva fare di più' dato sia dalla consapevolezza che questo autore può fare di più, sia dal fatto che ormai sto sviluppando una certa dipendenza per i mattoni, non si può negare che Le notti di Salem sia un libro che intrattiene moltissimo, con all'interno una rivisitazione del vampiro in grado di coniugare vecchio e nuovo: Barlow è chiaramente un nosferatu, ma con una mente luciferina che ricorda più il Dracula di Bram Stoker (libro, non film) che le creature animalesche a cui spesso siamo abituati ad accostare l'aspetto dei nosferatu. E c'è un'altra cosa che ho trovato interessante: nonostante il male in questo libro sia rappresentato da un vampiro millenario che arriva in città, a dominare la scena è casa Marsten. Casa Marsten è ambientazione e personaggio al tempo stesso, simile a Hill House, più sfacciata dell'Overlook Hotel nella sua palese malignità, sembra quasi essere la calamita che ha attirato Barlow in primo luogo, quasi fosse un purulento magnete che attira tutti - consapevoli ed inconsapevoli, umani e non - nella sua nefasta ombra, per rimanere a guardare l'orrore che si scatena ai suoi piedi.



Alcuni di voi ricorderanno la mia delusione di fronte al finale di L'ascesa dei re: finisce con la maggior parte delle sottotrame aperte... e quelle sottotrame erano circa il 90% di ciò che aveva acceso il mio interesse al di là di portare a casa la ship. Senza contare la consapevolezza che sarebbero uscite delle novelle da pagare con soldi veri a parte per avere una chiusura, e coerenza e dignità avrebbero voluto che io avessi volto lo sguardo altrove, una volta arrivata l'ovvia raccolta.
Sì, come no.
Colpita e affondata in quattro secondi e mezzo circa.
Ho un'unica considerazione "seria" su questo libro, ossia che la Pacat non ha imparato improvvisamente a scrivere, ma poter stare in un numero ristretto di pagine e aver - più o meno - un'ambientazione già definita la aiuta a non perdersi. E ora andiamo con breve commento su ogni novella:
Fugace è l'innocenza ci racconta l'epica storia d'amore tra Jord e Aimeric, ossia una cosa di cui nessuno sentiva il bisogno e tollerabile solo per i flashback su come è nata la Guardia del Principe e perché Jord è un personaggio vagamente accettabile.
Il palazzo d'estate è la novella dove Damen e Laurent fanno le cose zozze nel palazzo del titolo, e questa è una cosa di cui si sentiva il bisogno: se devi fare la commercialata, almeno dammi la ship come Archive of Our Own comanda.
Le avventure di Charls, il mercante di stoffe veriano torna nel regno del Chissenefrega soprattutto perché, giuro, continuo a non ricordarmi chi sia Charls o cosa abbia fatto nella saga principale. Tecnicamente dovrebbe servire da epilogo perché si parla dell'incoronazione, ma di fatto non dice quasi niente di come si stia stabilizzando la situazione politica dei due regni, o come faranno Damen e Laurent a rimanere insieme visto che a una certa dovranno procreare per evitare guerre di successione, o altro. In sostanza se fate attenzione potete ancora sentire i mie sbadigli.
Prediletto è la novella che mi ha fatto dare tre stelline al libro, perché parla del mio personaggio preferito del primo volume: Ancel, che era insopportabile e assolutamente inutile ma io lo amavo prima, lo amo ancora di più ora, e mi sono divertita un sacco con questa storia che lo vede al centro dell'attenzione. Datemene altre cento, e le leggerò tutte.
Ad ogni modo Il Palazzo d'Estate e altre storie è un libro assolutamente inutile se non siete fan della serie, l'ispirazione che sta alle sue spalle sono i soldi che frutterà e cerca in modo quasi ridicolo di dare qualcosa a ogni lettore. Però se la serie vi piace è divertente.

7 commenti:

  1. Forse un giorno mi deciderò anch'io a rileggere "Le Notti di Salem": ne conservo un ricordo veramente vaghissimo, ma penso mi fosse piaciuto, probabilmente anche parecchio! :D

    RispondiElimina
  2. Le notti di Salem, benché sia un super fan, mi manca.
    Per fortuna è nella mia libreria!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me è quello che può essere definito un libro rilassante, all'interno del panorama horror XD

      Elimina
  3. Il Palazzo d'Estate non mi interessa, mi era piaciuta la serie all'epoca ma se la rileggessi ora non l'amerei come prima. Detto ciò, la tua baby recensione mi ha fatto morire dal ridere XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie XD
      Io la serie la rileggerei solo per vedere se, sapendo a cosa vado incontro in termini di qualità, potrei apprezzarla di più XD

      Elimina
  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina