Ora che ho riletto questo volume ho due considerazioni da fare.
La prima è che, con ogni probabilità, questo è il libro migliore con cui approcciarsi a Mondo Disco: Tartarughe Divine, scritto nel 1991, è autoconclusivo, arriva senza pretendere nulla dal punto di vista della saga ma solo per offrire intrattenimento, una via di fuga dalla vita di tutti i giorni.
Ma non è solo questo: qui Terry Pratchett inizia davvero ad esprimere al meglio la sua capacità di coniugare tematiche serie e divertimento assoluto, perché ridi dell'inquisizione, e allo stesso tempo pensi. Provate a leggere questo libro, e immaginate cosa voglia dire leggerlo, che so, a tredici anni.
Ma passiamo alla seconda considerazione: quando un libro è bellissimo per tutto il tempo, ma ti si incide nel cuore con l'ultima battuta... beh, siamo di fronte a qualcosa di molto speciale.
Brutha è il Prescelto. Il suo dio gli ha parlato, sebbene, ehm, sotto forma di tartaruga. Brutha è un ragazzo semplice. Non sa leggere. Non sa scrivere. È bravino a coltivare i meloni. E i suoi desideri sono pochi e ragionevoli. Vuole rovesciare una tentacolare Chiesa corrotta. Vuole evitare un'orribile e sanguinosa guerra santa. Vuole fermare la persecuzione di un filosofo che ha avuto il coraggio di suggerire che, contrariamente al dogma della Chiesa, Mondo Disco fluttua veramente nello spazio sul dorso di una gigantesca tartaruga (*). Lui vuole la pace, la giustizia e l'amore fraterno. Lui vuole che la Quisizione smetta di torturarlo adesso, per favore. Ma soprattutto ciò che vuole davvero, più di ogni altra cosa, è che il suo dio elegga un altro Prescelto...
(*) Il che è vero, ma la Quisizione non ha nessuna intenzione di ammetterlo…
Tartarughe Divine è una cosa strana, per Mondo Disco: è una specie di prequel. È ambientato qualche secolo prima gli eventi principali, lontano dalle location abituali, e ci fa vedere la Chiesa di Om quando era all'apice del suo potere: potrei descriverla in tanti modi, ma sostanzialmente è lo stato della Chiesa Cristiana medioevale. Abbiamo buona parte del pacchetto: monoteismo, inquisizione, volontà di cancellare nel sangue la cultura in generale e i pantheon in particolare. Un mondo quasi distopico, non fosse fantasy e Mondo Disco.
Ed è qui che abbiamo il primo argomento di discussione, perché quello che la storia ci narra è come la chiesa sia cresciuta talmente tanto da distruggere i fedeli: nessuno crede più in Om, ma tutti credono nel cerimoniale venutosi a creare nel corso dei secoli.
Om è il dio con più credenti al mondo, ma nessuno crede in lui, e questo ha tragiche conseguenze, che vi saranno familiari se avete letto/visto American Gods (per amore di precisazione: Tartarughe Divine è stato scritto dieci anni prima): Om ha perso i poteri.
Ha solo un fedele, il giovane Brutha, ed è bloccato nel corpo di una tartaruga: rischia di non solo di sparire, ma di dimenticare chi è in primo luogo.
I nostri protagonisti sono quindi due: da un lato Brutha, un ragazzino talmente semplice da credere ancora nel dio e non nella struttura, dall'altra Om che si attacca al giovane con feroce determinazione, e noi li vediamo alle prese con un lungo viaggio sia geografico che personale: vediamo Brutha, abituato a seguire regole senza mai pensare, che inizia a conoscere il mondo, ad espandere i confini della sua mente, a mettere in discussione ciò che gli hanno insegnato per imparare in cosa crede davvero... e dall'altra parte vediamo Om, una creatura che di umano non ha mai avuto nulla, costretto anche lui a cambiare, ad adattarsi, a scoprire come funziona il mondo quando sei in uno dei gradini più bassi della catena alimentare, e un'aquila psicopatica vuole ammazzarti per puro sadismo.
Ma non c'è solo questo, perché nei libri di Terry Pratchett non c'è mai solo la trama e solo un argomento che potrebbe farti discutere per ore: non ha senso dirci che la Chiesa di Om vuole cancellare gli altri, se gli altri non ce li fai vedere. E quindi abbiamo Efebe, città democratica famosa per i filosofi, per il labirinto, per la più grande libreria di Mondo Disco (senza contare quella dell'Università Invisibile), e patria di Didactylus, il filosofo che racconta che il mondo non è una sfera ma un disco che sta sopra quattro elefanti, a loro volta sopra una tartaruga (che non è neanche una grande scoperta, visto che tutti i marinai dell'orlo hanno visto, beh, l'orlo).
Sul fronte villains, invece, abbiamo Vorbis. E santo cielo se Vorbis non fa paura: un uomo crudele, talmente folle da essere lucido, freddo e spietato. Un torturatore, assassino e creatore di assassini, fermamente convinto di essere nel giusto, uno di quelli che rende il mondo peggiore senza mai dubitare del fatto che lo sta rendendo migliore, e così assolutamente terrificante che non c'è mai spazio, nel nostro cuore, per un briciolo di empatia nei suoi confronti.
Un uomo che riesce a mettere in moto una catena di eventi tale da portare a Mondo Disco le guerre di religione, in un conflitto che tristemente ricorda quello che possiamo osservare nel nostro mondo, una ciclica catena di odio in cui non possiamo che chiederci "Ma perché chi poteva aggiustare le cose non l'ha fatto quando era possibile?"
Perché alla fine uno dei motivi per cui Terry Pratchett era (ma è ancora) un autore importantissimo, in grado di farti sentire una persona più aperta, è che ha preso gli stereotipi e ci ha costruito sopra un mondo, e poi li ha usati così bene, li ha esplorati così tanto, da fare il giro è trasformarli in qualcosa con cui puoi riflettere sulla realtà.
Sempre col sorriso sulle labbra e la risata nel cuore, e poi una singola frase nel finale che puoi solo applaudire, inchinarti e quasi piangere.
Brutha è il Prescelto. Il suo dio gli ha parlato, sebbene, ehm, sotto forma di tartaruga. Brutha è un ragazzo semplice. Non sa leggere. Non sa scrivere. È bravino a coltivare i meloni. E i suoi desideri sono pochi e ragionevoli. Vuole rovesciare una tentacolare Chiesa corrotta. Vuole evitare un'orribile e sanguinosa guerra santa. Vuole fermare la persecuzione di un filosofo che ha avuto il coraggio di suggerire che, contrariamente al dogma della Chiesa, Mondo Disco fluttua veramente nello spazio sul dorso di una gigantesca tartaruga (*). Lui vuole la pace, la giustizia e l'amore fraterno. Lui vuole che la Quisizione smetta di torturarlo adesso, per favore. Ma soprattutto ciò che vuole davvero, più di ogni altra cosa, è che il suo dio elegga un altro Prescelto...
(*) Il che è vero, ma la Quisizione non ha nessuna intenzione di ammetterlo…
Tartarughe Divine è una cosa strana, per Mondo Disco: è una specie di prequel. È ambientato qualche secolo prima gli eventi principali, lontano dalle location abituali, e ci fa vedere la Chiesa di Om quando era all'apice del suo potere: potrei descriverla in tanti modi, ma sostanzialmente è lo stato della Chiesa Cristiana medioevale. Abbiamo buona parte del pacchetto: monoteismo, inquisizione, volontà di cancellare nel sangue la cultura in generale e i pantheon in particolare. Un mondo quasi distopico, non fosse fantasy e Mondo Disco.
Ed è qui che abbiamo il primo argomento di discussione, perché quello che la storia ci narra è come la chiesa sia cresciuta talmente tanto da distruggere i fedeli: nessuno crede più in Om, ma tutti credono nel cerimoniale venutosi a creare nel corso dei secoli.
Om è il dio con più credenti al mondo, ma nessuno crede in lui, e questo ha tragiche conseguenze, che vi saranno familiari se avete letto/visto American Gods (per amore di precisazione: Tartarughe Divine è stato scritto dieci anni prima): Om ha perso i poteri.
Ha solo un fedele, il giovane Brutha, ed è bloccato nel corpo di una tartaruga: rischia di non solo di sparire, ma di dimenticare chi è in primo luogo.
I nostri protagonisti sono quindi due: da un lato Brutha, un ragazzino talmente semplice da credere ancora nel dio e non nella struttura, dall'altra Om che si attacca al giovane con feroce determinazione, e noi li vediamo alle prese con un lungo viaggio sia geografico che personale: vediamo Brutha, abituato a seguire regole senza mai pensare, che inizia a conoscere il mondo, ad espandere i confini della sua mente, a mettere in discussione ciò che gli hanno insegnato per imparare in cosa crede davvero... e dall'altra parte vediamo Om, una creatura che di umano non ha mai avuto nulla, costretto anche lui a cambiare, ad adattarsi, a scoprire come funziona il mondo quando sei in uno dei gradini più bassi della catena alimentare, e un'aquila psicopatica vuole ammazzarti per puro sadismo.
Ma non c'è solo questo, perché nei libri di Terry Pratchett non c'è mai solo la trama e solo un argomento che potrebbe farti discutere per ore: non ha senso dirci che la Chiesa di Om vuole cancellare gli altri, se gli altri non ce li fai vedere. E quindi abbiamo Efebe, città democratica famosa per i filosofi, per il labirinto, per la più grande libreria di Mondo Disco (senza contare quella dell'Università Invisibile), e patria di Didactylus, il filosofo che racconta che il mondo non è una sfera ma un disco che sta sopra quattro elefanti, a loro volta sopra una tartaruga (che non è neanche una grande scoperta, visto che tutti i marinai dell'orlo hanno visto, beh, l'orlo).
Sul fronte villains, invece, abbiamo Vorbis. E santo cielo se Vorbis non fa paura: un uomo crudele, talmente folle da essere lucido, freddo e spietato. Un torturatore, assassino e creatore di assassini, fermamente convinto di essere nel giusto, uno di quelli che rende il mondo peggiore senza mai dubitare del fatto che lo sta rendendo migliore, e così assolutamente terrificante che non c'è mai spazio, nel nostro cuore, per un briciolo di empatia nei suoi confronti.
Un uomo che riesce a mettere in moto una catena di eventi tale da portare a Mondo Disco le guerre di religione, in un conflitto che tristemente ricorda quello che possiamo osservare nel nostro mondo, una ciclica catena di odio in cui non possiamo che chiederci "Ma perché chi poteva aggiustare le cose non l'ha fatto quando era possibile?"
Perché alla fine uno dei motivi per cui Terry Pratchett era (ma è ancora) un autore importantissimo, in grado di farti sentire una persona più aperta, è che ha preso gli stereotipi e ci ha costruito sopra un mondo, e poi li ha usati così bene, li ha esplorati così tanto, da fare il giro è trasformarli in qualcosa con cui puoi riflettere sulla realtà.
Sempre col sorriso sulle labbra e la risata nel cuore, e poi una singola frase nel finale che puoi solo applaudire, inchinarti e quasi piangere.
Lo devo leggere! Assolutamente! *____*
RispondiEliminaE hai ragione: Terry Pratchett era in grado di creare dei "cattivi" veramente agghiaccianti... sempre senza rinunciare a quel suo inconfondibile senso dell'ironia, si intende!
Devi, assolutamente XD
EliminaAd ogni modo per me uno degli apici della genialità di Terry Pratchett è Carpe Jugulum, perché scrivere la parodia di Twilight nel 1998... solo lui poteva riuscirci.
Credo che tu mi abbia già consigliato questo libro 35834 volte XD
RispondiEliminaDici che devo darmi da fare?XD
Tipo sì? XD
EliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaCiao Katerina!
RispondiEliminaQuesto è il mio libro preferito di Pratchett... Leggendo la tua recensione mi è di nuovo venuto voglia di rileggerlo, devo fermarmi! XD
È proprio in questo che uno dei filosofi dice: things just happen, what the hell!, vero? Nel pezzo in cui si scontrano tutte le filosofie che si scontrano sui diversi modi per spiegare le cose... Forse mi confondo, ma quella frase mi è rimasta in testa!
Ciao, finalmente qualcun'altro che conosce Pratchett! (Siamo sempre i soliti tre XD)
EliminaQuella frase è bellissima, sta sicuramente in Hogfather ma se non ricordo male a dirla è Didactylus XD