Quando questo manga è uscito mi ha ispirato meno di zero, e non l'ho comprato.
Poi però è successo che hanno iniziato a parlarne tutti e nessuno ne ha parlato male.
28 anni. Zero autostima.
Nessun futuro. Nessuna esperienza sessuale.
Dopo una vita vissuta tra depressione, problemi alimentari e di autolesionismo, una ragazza decide di affidarsi ai servizi di una escort per affrontare il primo passo verso l'esperienza che spera la renderà un'autentica adulta. O che le permetterà, almeno, di ricevere un abbraccio.
Il report autobiografico, reale e graffiante, del primo passo dell'autrice verso la ricerca della propria identità e della propria sessualità.
Ad un certo punto la vita di Kabi Nagata si è rotta, senza rumore e senza eventi scatenanti degni di nota.
Nessun futuro. Nessuna esperienza sessuale.
Dopo una vita vissuta tra depressione, problemi alimentari e di autolesionismo, una ragazza decide di affidarsi ai servizi di una escort per affrontare il primo passo verso l'esperienza che spera la renderà un'autentica adulta. O che le permetterà, almeno, di ricevere un abbraccio.
Il report autobiografico, reale e graffiante, del primo passo dell'autrice verso la ricerca della propria identità e della propria sessualità.
Ad un certo punto la vita di Kabi Nagata si è rotta, senza rumore e senza eventi scatenanti degni di nota.
Eppure non c'era niente che lasciasse presagire, per questa giovane donna, un futuro così complesso: un'infanzia normale, esperienze scolastiche nella media, ma una volta abbandonata l'università la nostra protagonista si trova dilaniata, quasi completamente distrutta, da mostri crudeli e subdoli come depressione, disturbi alimentari, autolesionismo.
Come ha fatto Kabi Nagata a rimettersi in piedi, a non cedere ai propri demoni, ad arrivare a pubblicare un manga tradotto all'estero?
In questo report è la stessa Nagata che ce lo racconta, e lo fa in modo molto particolare: non c'è la celebrazione di una vittoria, ma l'anatomia - graffiante e senza sconti - di una vita apparentemente come tante, cercando di trovare l'ingranaggio spezzato.
Kabi Nagata si mette a nudo in modo spietato, raccontando gli anni bui che le hanno mangiato la vita, la ricerca di un posto qualsiasi a cui appartenere, il disperato tentativo di ottenere l'approvazione dei genitori, come farsi del male fisico fosse un modo per dare forma e poter controllare il dolore interiore, il rapporto complesso col cibo.
Una situazione drammatica, ma resa ancora peggiore dalla relazione complicata coi genitori e dal vivere in Giappone, una nazione che ha poca pazienza con i suoi cittadini più fragili.
Ma Nagata ci racconta anche di come, una volta raggiunto il fondo, ha trovato in sé stessa quella piccola scintilla necessaria a dire "Se devo perdere, che succeda dopo aver combattuto".
Per cui, dopo aver visto fino a che punto la povera protagonista sia arrivata nella perdita di un qualsiasi controllo sulla propria vita, la vediamo cercare di rimettersi in piedi, riconquistando piano piano la quotidianità, partendo dalle cose più piccole e per molti scontante. L'igiene personale, fare qualche passeggiata, non cedere agli impulsi di strafogarsi di cibo, riprendere un regolare ciclo del sonno.
Non tanto la terapia, ma iniziare ricerche sull'ansia, sulla depressione, sul riprendere il controllo di sé stessi.
Sfide più grandi, come capire che si migliora per sé stessi e non per l'approvazione altrui, e sfide che appaiono insormontabili, come trovare lavoro a quasi trent'anni dopo averne passati un numero imprecisato senza uscire di casa.
E c'è la scoperta della propria sessualità, il percorso di accettazione, e la decisione di rivolgersi ad un servizio di escort per esplorarla, e compiere almeno una della tappe che dovrebbero portare Nagata ad essere un'adulta.
La mia prima volta è un'opera importante, che nasconde dietro i colori rosa e dei disegni adorabilmente buffi e quasi stilizzati una storia brutale di dolore, di crescita, e di lotta continua, perché la depressione è una malattia devastante e spesso ciclica.
Kabi Nagata rende ben chiaro che la sua non è una storia di vittoria: è la storia di una guerra, che sta ancora combattendo. Ed è per questo che voglio continuare a leggere le sue opere: ogni copia venduta è la prova che almeno una battaglia l'ha vinta.
Devo ammettere che anche a me non ispirava quando ho saputo della sua uscita, ma prima i commenti e adesso la tua recensione mi spingono a voler leggere questa storia.
RispondiEliminaMerita tanto.
EliminaSembra molto bello, lo recupererò.
RispondiEliminaGrazie per il consiglio.
Di nulla, spero che ti piaccia :)
EliminaCiao Katerina! Non leggo molti manga, ma mi piacerebbe recuperarne qualcuno. Sicuramente me lo segno! :)
RispondiEliminaSpero che possa piacerti :D
EliminaVery nice blog you have heere
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