venerdì 11 gennaio 2013

Soul Music


Soul Music, di Terry Pratchett.

Sedicesimo romanzo di Mondo Disco, terzo del ciclo di Morte e famiglia, debutto di Susan e, se la Salani continua ad andare in ordine nella pubblicazione, il prossimo ad uscire in Italia.

Susan Sto-Helit vorrebbe essere una normale adolescente di Mondo Disco, ma con suo enorme disappunto è ben lontana da esserlo: tanto per cominciare ha degli strani capelli, bianchissimi con una sola striscia nera e propensi ad acconciarsi come vogliono loro. In più è capace di rendersi invisibile quando non vuole farsi notare. E continua a vedere cose strane come la Fata dei Denti (anzi, una Fata dei Denti) quando tutte le persone dotate di buon senso sanno che cose simili non esistono.
Morte è la rappresentazione antropomorfa della morte. È ovunque in qualunque momento, da sempre e per sempre. E un giorno decide che non lo vuole più fare: stanco di avere il potere di cambiare le cose ma di non poterlo usare per via delle regole, e confuso da sentimenti che ha iniziato a provare ma che non sa gestire, il mietitore decide di lasciare il lavoro.
Come si collegano questi due personaggi, apparentemente lontani? Semplice: Susan è la nipote adottiva di Morte e per le strane leggi di Mondo Disco ha ereditato “i doni”  di famiglia, così quando il nonno sparisce viene chiamata a sostituirlo.
Ma per Susan, che è umana, sostituire la morte non è un compito facile… soprattutto perché qualcosa di molto strano sta succedendo: il giovane bardo Imp y Celyn viene posseduto da una strana musica entrata all’improvviso a Mondo Disco. Una musica viva, che cambia le persone e che vuole restare. La chiamano “music with rocks in”.

Questo libro, come si intuisce, ha due trame ben definite: da una parte Susan che sostituisce Morte, diventa uno dei personaggi preferiti di Mondo Disco e prova che il test Mary Sue non sempre ha ragione; dall’altra la storia di Imp e della sua band che conquistano il rock –o vengono conquistati dal rock- mentre i maghi dell’Università Invisibile cercano una soluzione al problema. Intorno gravita Morte, nel suo pellegrinaggio alla ricerca di una risposta sul senso della vita e della sofferenza.

Soul Music è un libro molto interessante, estremamente piacevole e divertente da leggere, ma nonostante introduca Susan, nonostante sia del ciclo di Morte (che adoro), non è a mio avviso il libro più riuscito: Terry Pratchett (che è Dio) inserisce sempre un numero enorme di elementi narrativi, di dettagli, di sottotrame, di personaggi, e se l’incastro di ogni singola parte non è più che perfetto si ha l’impressione, semplicemente, che ci sia troppa roba. 
E questo, imho, è il difetto di Soul Music: un’abbondanza di avvenimenti (piccoli e grandi) che non si amalgamano del tutto, e dove le due trame proseguono più o meno separate fino al gran finale.
Detto questo, la descrizione del mondo della musica è divertente, e la Musica come entità è bellissima e spietata. Ma credo sia più interessante per chi conosce la storia del rock.

A mio avviso la parte di Susan è più riuscita, perché mi piace moltissimo quando si spiega un po’ come funziona Mondo Disco, e perché lei è un personaggio delizioso: la sua presenza era necessaria per il semplice fatto che Morte rende tantissimo quando calato nel mondo umano e quando interagisce con qualcuno, ma come protagonista attivo è ingestibile: è troppo vecchio, troppo saggio, troppo inarrestabile se decide di agire direttamente. Era obbligatorio un personaggio che potesse interagire con lui, e che potesse muoversi all’interno della trama senza causare immediatamente la vittoria dei buoni (detto questo: Terry Pratchett è un genio nell’inventarsi trame in cui non solo è più che giustificato che Morte non si impicci, ma in cui sei anche in continua tensione su come –e se- si risolveranno le cose).

Prosegue anche l’evoluzione del personaggio di Morte: se in Morty l’Apprendista Ysabell spiegava come il padre non provasse sentimenti ma pensasse di provarli, in questo è evidente che Morte ha fatto il salto. I sentimenti li prova eccome, ma non ha la più pallida idea di come si gestiscano: da un lato per lui  il tempo è un luogo in cui essere, col risultato che l’intensità di ogni sentimento è sempre quella iniziale (immaginate il dolore sentito costantemente come il primo giorno, senza avere fisicamente la possibilità di dimenticare), e dall’altro deve conciliare i sentimenti con un lavoro dove l’unica forma di pietà è avere un taglio pulito e una lama affilata.

Detto questo, i ricordi di lui e della piccola Susan sono tenerissimi. E l’altalena che ha costruito per la nipotina, che mostra così semplicemente quanto provi, senza capire come fare, a essere umano.
Insomma, non il mio libro preferito di Mondo Disco, ma comunque un libro che vale la pena leggere. E incrociamo le dita che sia davvero il prossimo che pubblicheranno.

4 commenti:

  1. "All'anima della musica" dovrebbe uscire entro giugno, da quanto ho letto in giro! :) Bene... non vedo l'ora di fare la conoscenza di Susan! :D

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  2. Grazie della notizia *-*
    "All'anima della musica" come titolo mi lascia leggermente perplessa... sarà che nella mia testa lo chiamo da anni "musica dell'anima" XD

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  3. Adoro Pratchett ma le copertine nere sono orrende!! Meglio quelle tutte colorte dei primi libri.

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