mercoledì 1 novembre 2017

Dolores Claiborne

Dolores Claiborne, di Stephen King.

Credo che Stephen King stia tornando ad essere una presenza costante delle mia vita da lettrice.

Dolores Clairborne è una anziana rompiscatole yankee che adesso si trova a doversi discolpare, davanti alla polizia, per la fine misteriosa di Vera Donovan, la ricca invalida di cui era la governante. Ma a Little Tall Island molti si chiedono ancora cosa sia realmente successo in quel giorno spettrale di trent'anni prima - che coincise con un'eclissi totale - in cui morì suo marito. Per difendersi, Dolores si lancia in un racconto trascinante, un avvincente monologo in cui ripercorre la sua tormentata e terribile esistenza.

Da ragazzina ho sempre evitato questo libro: non prometteva mostri o creature sovrannaturali, e a quattordici-quindici anni poche cose mi attiravano meno che il racconto di una vecchia. Dopo averlo letto posso dire di aver fatto bene: non credo proprio che a quell'età sarei stata capace di apprezzare Dolores Claiborne come merita.
Perchè questo libro l'ho trovato bellissimo, e per me è allo stesso livello di opere di King quali IT o L'ombra dello scorpione.
La prima cosa di cui devo parlare è lo stile: come dice la quarta di copertina, si tratta di un lungo monologo: noi sentiamo solo la voce di Dolores, anche quando le vengono fatte delle domande o viene interrotta, noi abbiamo solo le sue risposte. La cosa non interferisce nel piacere della lettura, è solo leggermente strano all'inizio ma tempo due pagine e ci si abitua benissimo.
Per quanto riguarda il resto, questo è un libro dove non riesco a trovare difetti: suppongo che ne abbia perché non credo nella perfezione, ma ora come ora non me ne viene in mente nemmeno uno. Dolores è una narratrice formidabile, una donna forte, complessa nella sua semplicità: la sua vita rientra nella categoria "terribile, resa ancora più terribile dal fatto di essere normale" (<- parafrasando una frase di Terry Pratchett, perché quell'uomo era un genio e sono riuscita a nominarlo in una recensione di King, capite il mio amore). Sposata ad un uomo violento con problemi legati al bere e con tre figli a cui assicurare un futuro più roseo, la nostra protagonista è una donna che si è spaccata la schiena per fare le cose migliori, le più giuste, consapevole che per ogni scelta c'è un prezzo da pagare che - a volte - viene pagato degli innocenti.
Il suo matrimonio con Joe, che non viene reso migliore dalla mancanza di abusi fisici; il rapporto complicato coi figli, a cui non riesce a dedicare abbastanza tempo per via del lavoro; gli errori che non si possono rimediare; il rapporto di amore-odio, rispetto-disprezzo con Vera Donovan sono il cuore pulsante del libro: è quasi impossibile credere che Dolores non esista, che nessuno dei personaggi qui presenti sia una persona reale, tale è la forza trascinante di questo racconto.
Un altro punto a favore è che nonostante la storia sia narrata in prima persona, e quindi ci sia solo il punto di vista - e la versione - di Dolores... ecco, nonostante questo ogni personaggio è tratteggiato a tutto tondo. King è così bravo da aver mantenuto l'ambiguità a prescindere dallo stile scelto.
Ma l'horror? Allora, più che spaventoso questo libro è angosciante e inquietante: ci sono cose che potrebbero essere paranormali, ma più per la mano che ha tenuto la penna che per le implicazioni della trama,: in fin dei conti Stephen King può piacere o non piacere, ma non si può dire che non sappia creare inquietudine oltre che terrore, soprattutto se può giocare con elementi come una eclissi totale di sole e i deliri di un'anziana malata con gravi problemi cognitivi.
La tensione è costruita ad arte: sappiamo cosa succederà, quale sarà il climax (è la stessa Dolores a dirlo nelle prime pagine), ma non sappiamo come e perché, né quale sia stato il coinvolgimento di Vera. Tutto in noi si protende verso quel momento, e quando arriva è impossibile distogliere lo sguardo. Seriamente, questo è stato un libro che mi sono portata a tavola da quanto mi aveva presa.
L'ultima volta credo di averlo fatto a dodici anni.

Sinceramente non credo di riuscire a scrivere altro, e non posso consigliarvi abbastanza di leggerlo.
Però a chi l'ha letto posso mostrare la cover meno adatta di sempre: non le abbiamo solo noi a quanto pare.

6 commenti:

  1. Letto tanti tanti anni fa, quando non avevo l'età.
    E l'ho amato molto, nonostante i pochi ricordi.
    Bello e sottovalutato anche il film, L'ultima eclissi. :)

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    1. Il film l'ho inserito nell'infinita lista di cose da vedere. Sono abbastanza fiduciosa: a occhio direi che è uno di quelli che si presta meglio ad una trasposizione cinematografica, e la Bates ce la vedo benissimo nei panni di Dolores :)

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  2. Sono felice che ti abbia preso tanto, Kate! ^_____^
    Anch'io l'ho adorato (questo e "Il gioco di Gerald", che per più di un motivo fanno coppia fissa nella mia testa - e credo anche in quella di King), in parte proprio per via del modo in cui è scritto, un lunghissimo e indimenticabile monologo...
    Oddio, fra la copertina con la spilungona avvolta nel vestito rosso e quella con la bambina sperduta al cimitero, non si sa davvero cosa potrebbe esser peggio ahaha! XD

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    1. Ho immaginato che l'eclissi di Dolores fosse la stessa di Jessie, però la voglia di leggere Il gioco di Gerald continua ad essere zero spaccato dopo aver visto l'ottimo film.
      A volte ci sono delle copertine allucinanti. Non ho visto quella con la bambina, ma la tizia vestita di rosso sembra una strega che sta evocando Satana più che Dolores XD

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  3. Non sapevo neanche dell'esistenza di questo libro, non è tra quelli nominati solitamente. Però, dopo la tua recensione, vorrei leggerlo, anche perché ho una predilezione per i libri inquietanti, e non prettamente horror, e poi adoro la narrazione in prima persona.

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