Sono di nuovo in fissa coi period drama.
A chi non succede?
A girl as beautiful as Simonetta Cattaneo never wants for marriage proposals in 15th Century Italy, but she jumps at the chance to marry Marco Vespucci. Marco is young, handsome and well-educated. Not to mention he is one of the powerful Medici family’s favored circle.
Even before her marriage with Marco is set, Simonetta is swept up into Lorenzo and Giuliano de’ Medici’s glittering circle of politicians, poets, artists, and philosophers. The men of Florence ― most notably the rakish Giuliano de’ Medici ― become enthralled with her beauty. That she is educated and an ardent reader of poetry makes her more desirable and fashionable still. But it is her acquaintance with a young painter, Sandro Botticelli, which strikes her heart most. Botticelli immediately invites Simonetta, newly proclaimed the most beautiful woman in Florence, to pose for him. As Simonetta learns to navigate her marriage, her place in Florentine society, and the politics of beauty and desire, she and Botticelli develop a passionate intimacy, one that leads to her immortalization in his masterpiece, The Birth of Venus.
Simonetta Vespucci è stata una celebrità nel Rinascimento fiorentino, la cui fama è giunta fino a noi pur senza aver avuto l'influenza di Isabella d'Este, un bagaglio familiare importante come Lucrezia Borgia, non trovandosi a fianco di un uomo formidabile come Clarice Orsini o Lucrezia Donati.
Di Simonetta Cattaneo, maritata Vespucci, conosciamo l'aspetto: di lei dicevano che fosse la donna più bella di Firenze, alcuni dell'Italia intera, e che incarnasse l'ideale della bellezza femminile. Forse fu l'amante di Giuliano de' Medici, sicuramente fu la musa di Sandro Botticelli, che la dipinse per tutta la vita e chiese di essere sepolto ai suoi piedi (curiosità: lo fu, nella chiesa di Ognissanti).
Essere amata da certi uomini ti rende più immortale che essere amata da altri |
Un personaggio del genere non si presta molto a trattati storici, ma si presta bene alla narrativa, anche se più come accessorio altrui: indubbiamente è interessante mostrare Simonetta in rapporto a Botticelli o ai Medici, più complicato mettere sotto i riflettori proprio lei; eppure è questo che fa Alyssa Palombo: dopo un prologo che ci mostra Botticelli che mette al sicuro La nascita di Venere, il libro passa alla prima persona, io narrante proprio lei, Simonetta, una giovane di sedici anni alla vigilia del matrimonio.
Bellissima e consapevole di esserlo, Simonetta non è vanitosa: accetta il suo aspetto come un dato di fatto, gli sguardi adoranti degli uomini e invidiosi delle donne una costante della sua vita, ma è leggermente accigliata all'idea che, per tutti, altro non è che un meraviglioso oggetto da ammirare, la cui opinione ed educazione non sono richieste né riconosciute perché a spiccare è la dote più effimera, e destinata ad essere sconfitta dal tempo.
Questa Simonetta non è un genio incompreso: è una nobildonna di media intelligenza, interessata alla letteratura, senza niente da fare se non essere guardata e ricevere complimenti. Non è una ribelle, tant'è che il matrimonio combinato non è un'oltraggio all'indipendenza ma l'occasione per iniziare una vita diversa in una città famosissima come la Firenze dei Medici. Con il marito, Marco Vespucci, c'è un'iniziale affinità e sincero affetto destinati a svanire - a livello narrativo - perché alla fine quella che la Palombo vuole è raccontare l'amore tra Simonetta e Sandro, ma sviluppato in modo coerente: la passione di due adolescenti che si son visti quattro volte può non sopravvivere a cinque anni di matrimonio in cui diventi un adulto e una persona diversa.
Si può dire che il difetto principale del libro coincida con una cosa che ho apprezzato nell'autrice: come ho detto Simonetta Vespucci fu una meteora nel panorama culturale fiorentino, e di lei si sa pochissimo. La Palombo, quindi, non le fa fare grandi cose: il massimo della libertà storica che si concede è imbastire una grande amicizia con Clarice, e mettere i Vespucci sotto l'ala protettrice dei Medici. Una scelta che rispetto, il cui rovescio - però - è che Simonetta non fa granché per tutta la storia: è, semplicemente, la vita di una nobildonna fiorentina del Rinascimento. Non prende parte alla vita politica (ad esempio i Pazzi non vengono nominati neanche per sbaglio, anche con la congiura a circa un anno di distanza, lo stesso vale per le altri città italiane), la passione di Giuliano è unilaterale e spesso vista come un gioco più che come un sincero amore.
Ammetto però di aver apprezzato la mancanza di una scena di stupro, che ad un certo punto sembrava profilarsi all'orizzonte per mostrare come Sandro fosse l'unico degno di Simonetta, invece grazie al cielo l'autrice ha evitato: sarebbe stato ridicolo e fuori luogo.
Come dicevo, se da un lato apprezzo il non voler infilare a forza un personaggio storico in eventi che non gli competono (cioè, lo puoi anche fare, ma devi farlo oltre il bene), il rovescio della medaglia è che ad un certo punto il libro può risultare noioso perché... non è che succeda poi molto.
Per quanto ci siano delle evidenti libertà (tipo che Simonetta posa nuda per la Venere, cosa assolutamente impensabile per una nobildonna dell'epoca), anche il rapporto con Sandro Botticelli rimane casto per la maggior parte del tempo, e se da un lato mi piace mostrarlo come un'affinità sincera (in fin dei conti l'adorazione per l'aspetto fisico ce l'hanno tutti, per forza di cose per far emergere quest'ammirazione in particolare devi differenziarla un po'), dall'altro i due non si frequentano in modo assiduo... e ok, non è un harmony, ma questa relazione è letteralmente il piatto principale. Posso accettare se calchi la mano un po' di più.
Tra l'altro mi è piaciuto molto come il libro si chiuda con la morte di Simonetta, ma arrivino le note dell'autrice a raccontare cos'è successo dopo a tutti gli altri, perché rende la narrazione più completa: i personaggi secondari qui esistono e lottano con noi, quindi anche se noi sappiamo cosa è successo a Lorenzo, Giuliano, Clarice, Sandro... beh, trovo comunque giusto che venga messo per iscritto.
In sostanza è un libro carino, rilassante, non particolarmente adrenalinico, che sembra un po' una side story dell'historical fiction.
Ora che qualcosa so anch'io, complice la bellezza di Matilda Lutz (ehm, dei Medici, intendevo!) sono molto curioso e, soprattutto, molto più sul pezzo davanti a un period drama per una volta!
RispondiEliminaÈ così che si entra nel tunnel XD lasciati andare e comincia :P
EliminaQuesto sembra davvero interessante, me lo segno subito!
RispondiEliminaLe tue recensioni mi conquistano ogni volta! :)
Ti ringrazio :) questo libro è molto carino, ora ne ho visti altri due su Simonetta Vespucci che sembrano molto interessanti *^*
EliminaCiao 👋 piacere di conoscerti! Sono giunta qui dopo aver letto il tuo commento su I Medici Lorenzo il Magnifico sul blog di Mr Ink. A me è piaciuta la serie anche perché alcune scene sono state girate a Mantova, nella mia città e ho avuto l'opportunità di visitare il set e di vedere Daniel Sharman. Molto interessante questo romanzo! Mi iscrivo come tua lettrice fissa su Blogger. Io sono Vanessa di Gattaracinefila.
RispondiEliminaCiao ^-^ guarda, io mi lamento tanto, ma alla fine ogni martedì sera ero sul divano con la pizza... anche se penso ancora che avrebbero potuto farlo meglio XD
EliminaChe bello che sei riuscita a vedere il set, io sono solo andata a fare la stalker in piazza del Duomo per la prima stagione, ma ho avuto sfortuna e ho beccato il giorno in cui giravano dentro il Battistero ç_ç
(più aver visitato Montepulciano più o meno quattro giorni prima l'inizio delle riprese, e aver ripetuto l'esperienza con Volterra).
Ricambio con piacere, ma con feedly perché qualche aggiornamento fa blogger ha iniziato a farmi iscrivere solo ed esclusivamente con il profilo della mail di lavoro, non importa quante volte entri col profilo del blog ç_ç