lunedì 13 dicembre 2021

Brothersong

Brothersong, di T.J. Klune.

Ridendo e scherzando ho portato davvero a termine una serie!

Tra le rovine di Caswell, nel Maine, Carter Bennett ha appreso la verità di ciò che aveva avuto davanti agli occhi per tutto il tempo. E poi esso – lui – non c’era più. 
Alla ricerca disperata di risposte, Carter si mette in cammino, abbandonando la famiglia e la sicurezza del suo branco, tutto in nome di un uomo che conosce soltanto come un lupo selvatico. Ma è lì che risiede il pericolo: i lupi sono branchi di animali, e più Carter resterà da solo, più la sua mente scivolerà verso la voragine infinita della follia degli Omega. 
Ma insiste, seguendo le tracce lasciate da Gavin. Gavin, il figlio di Robert Livingstone. Il fratellastro di Gordo Livingstone. 
Ciò che Carter trova cambierà per sempre la vita dei lupi. Perché la storia di Gavin con il branco dei Bennett va ancora più indietro di quanto si possa immaginare, un segreto tenuto nascosto dal padre di Carter, Thomas Bennett. 
E la conoscenza ha un prezzo: i peccati dei padri adesso ricadono sulle spalle dei figli.

Ed eccomi qui, con l'ultimo volume di una serie che, stranamente, ho letto senza rimanere indietro di circa quattro anni come mi succede di solito.
Ma d'altronde penso si sia capito che T.J. Kune mi crea dipendenza, anche se secondo ogni logica non dovrebbe nemmeno entrare nel mio radar.

È difficile parlare di questo libro senza andare a parlare di quella che per me è stata la serie di Green Creek in generale: si tratta palesemente di una serie messa in piedi per portare a casa le ship, eppure Klune è riuscito a rendermela interessante, a me che di questo tipo di letture non è mai fregato niente.
Probabilmente perché non si è limitato a curare il fattore romance ma ha aggiunto anche molti altri elementi che alla sottoscritta piacciono parecchio.
Che sono gli stessi che ho elencato nelle precedenti recensioni (found family, coinvolgimento emotivo a livelli elevatissimi, personaggi che non saranno quelli che ti poterai dietro per sempre ma per questo particolare viaggio sono perfetti), quindi vediamo di andare più nello specifico.

Avevo paura di questo volume perché rischiava di avere troppe cose in ballo: la struttura di questa serie è che in pratica in ogni libro vediamo una coppia specifica sotto i riflettori, li vediamo piacersi e li vediamo mettersi insieme... ma più si procede, più è necessario trovare uno spazio alla trama principale, ai suoi misteri, e magari far vedere anche come se la cavano tutti gli altri, che siano personaggi principali o secondari, e non scordiamoci che qui sono una grande famiglia quindi oltre al rapporto amoroso abbiamo un sacco di scene dedicate a tutti gli altri rapporti. Insomma, io avevo paura che o si sarebbero visti poco Carter e Gavin, oppure che per vedere loro ci saremmo persi il resto arrivando ad un finale poco soddisfacente.
Com'è andata?
Beh, non credo di potermi lamentare. Probabilmente se fossero state mille pagine di Carter e Gavin e basta mi sarebbe piaciuto ancora di più, ma questa è la fangirl che è in me che parla.

Per quanto riguarda la trama principale, diciamo che si chiude degnamente: non mi aspettavo niente di diverso e secondo me siamo di fronte a quel tipo di finale dove il grande colpo di scena non lo è davvero perché si tratta di qualcosa che si preparava da talmente tante pagine che quando arriva.. beh, non poteva andare diversamente. Ho iniziato a provare un po' di fastidio per tutti i parallelismi di Ox Gesù lincantropo che ad un certo punto mi veniva da pensare: primo, anche meno, e secondo, chi se ne frega.
Sì, in questo volume ho realizzato che Ox mi piace anche se non cercano di buttarmelo per forza nel mezzo di ogni scena.
Anche se era un altro il personaggio che speravo morisse per rendere tutto più tragico e invece niente, s'è salvato. Ma non dico chi è perché sarebbe spoiler.

Ho apprezzato moltissimo Gavin e Carter, sia come coppia che come personaggi in singolo, una cosa che avevo provato principalmente in Ravensong (ad oggi il mio preferito dei quattro). Conosciamo molto meglio Carter, il suo rapporto con Kelly ma soprattutto con Thomas. Lo vediamo come membro del branco, come lupo solitario, come fratello, come figlio. E poi conosciamo Gavin, che è un cuoricino: a metà tra la natura umana e il lupo, perso e ritrovato, privo di un posto per talmente tanto tempo da essere completamente confuso nell'averne improvvisamente uno. 
In effetti per loro c'è quasi troppa carne al fuoco: rimettersi in piedi come persone, costruirsi come coppia, e affrontare la super-mega battaglia finale.

In definitiva è un buon libro finale, forse un po' affrettato sotto alcuni punti di vista (il villain non è che mi abbia convinta più di tanto, sembrava messo lì perché ne serviva uno), e la scrittura di Klune per questa serie si conferma indirizzata più sul creare forti emozioni al lettore che sulla tecnica. 

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