mercoledì 31 ottobre 2018

Pet Sematary

Pet Sematary, di Stephen King.

A dodici-tredici anni comprai di nascosto quello che - ho scoperto recentemente - è considerato il libro più spaventoso scritto da Stephen King.
Ora che lo so non mi sento più una debole perché lo tenevo nascosto in un cassetto, e non perché i miei genitori non dovevano sapere che ce l'avevo.

In una limpida giornata di fine estate, la famiglia Creed si trasferisce in un tranquillo sobborgo residenziale di una cittadina del Maine. Non lontano dalla loro casa, al centro di una radura, sorge Pet Sematary, il cimitero dei cuccioli, un luogo dove i ragazzi del circondario, secondo un'antica consuetudine, usano seppellire i propri animaletti. Ma ben presto la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti e dall'improvviso ridestarsi di forze oscure e malefiche...

Quest'anno ho deciso di fare una lettura a tema Halloween però, visto che voglio ricominciare rileggere, la mia scelta è caduta su Pet Sematary di Stephen King piuttosto che su un inedito (per me).
Pubblicato nel 1983, questo libro è tutt'ora considerato uno dei più terrificanti che il Re abbia scritto, al punto che lui stesso non voleva pubblicarlo: sia lui che la moglie lo trovavano talmente angosciante da non provocare nessun piacere durante la lettura. Ma l'arte deve piegarsi alla realtà: a una certa stando al contratto gli mancava un libro da consegnare all'editore, e questo c'era.
La prova che a volte gli autori e le persone a loro care hanno torto, perché non solo Pet Sematary è destinato a diventare un classico del genere horror (se già non lo è) ma è anche un libro in cui riesco a trovare solo due difetti.
Louis e Rachel, con i loro bambini Ellie e Gage (più il gatto Church), si trasferiscono in una bellissima casa in una graziosa cittadina del Maine. È un trasferimento idilliaco: un giardino grande, un bosco dove fare passeggiate, due anziani vicini (Jud e Norma) pronti a considerarli parte della famiglia. L'unico lato negativo è la strada su cui passano quasi solo camion per via della vicina fabbrica.
Una strada che è sempre stata la prima causa di morte degli animaletti del circondario, portando varie generazioni di bambini a creare e curare - nel bosco - il "cimitero degli animali" per avere un posto dove seppellire e piangere i propri cuccioli, col tempo diventato il primo vero approccio dei ragazzini alla morte.
Per un bel pezzo il cimitero è la cosa più bizzarra della storia: per quanto si tratti di un luogo triste, ma in definitiva anche dolce, c'è qualcosa che non va, qualcosa di profondamente inquietante nelle piccole lapidi piene di errori d'ortografia, in quelle ormai cancellate dal tempo, e nella catasta di legna che separa il luogo infantile dal resto del bosco.
L'impressione che ci sia qualcosa che spia, che aspetta solo di colpire, è costante, e il senso di imminente tragedia è tale che quando una tragedia accade davvero... nel lungo periodo ci si rende conto che il suo scopo finale era impedire che succedesse qualcosa di ancora più orribile. Perché la minaccia è tale, il nemico così grande, che per certi versi serve qualcosa di altrettanto brutto per dare l'allarme.
Il tema della storia è la morte e il modo in cui si reagisce al lutto.
È un libro così angosciante perché oltre al senso di pericolo costante - anche quando non sta succedendo assolutamente niente - c'è una descrizione straziante del dolore causato dalla perdita. E di lutti ce ne sono tanti, presenti e passati, di morte naturale e non, di persone e di animali, di amici e sconosciuti: la morte è una fatto naturale della vita, ma non per questo è facile abituarsi alla sofferenza, né si smette di portarne i segni.
Tuttavia il dolore stesso fa parte dell'ordine naturale delle cose, e cercare di sovvertire a tale ordine è un errore che porta a terribili conseguenze.
Il nemico di Pet Sematary è molto complesso: è intangibile, e non è ben chiaro fin dove il suo potere si estenda. È un'entità manipolatrice, in grado di... causare coincidenze. Esperta di effetto domino, in quanto si assicura che alcune cose accadano, così da poter trasformare le sue vittime in marionette, da poter sfruttare disperazione e dolore per spingerle a fare ciò che vuole lei, non importa quanto mostruoso e quanto, in condizioni normali, non ci avrebbero neanche pensato.
Perché questa entità si premura di togliere la normalità dalla lista delle opzioni.
Un libro, quindi, che si basa sulle ataviche paure dell'umanità: la malattia, la morte, l'ignoto, il dolore, la perdita della sanità mentale; e che in loro integra perfettamente il fattore sovrannaturale: il classico della mitologia (certi desideri è meglio non esprimerli, e soprattutto non vederli esauditi), i sogni/incubi premonitori che all'epoca hanno fatto venire gli incubi anche a me...
Passando invece ai difetti: il primo riguarda i personaggi femminili. Rachel non mi è mai piaciuta, anche se capisco i suoi traumi. È un personaggio piuttosto inutile, in pratica si limita ad arrabbiarsi col marito e chiedere il suo aiuto, ed è sempre esaurita anche se non la vediamo mai fare niente: non ho che rispetto per le donne che non lavorano (lavorare in casa non vuol dire stare con le mani in mano), ma Rachel non fa veramente nulla se non occuparsi dei figli, ed Ellie comincia l'asilo nei primi tre capitoli. Non si occupa nemmeno della casa, dato che hanno la donna delle pulizie.
Sul serio: ho letto e riletto questo libro, e non ho mai capito cosa faccia Rachel tutto il giorno. Alla fine il personaggio femminile migliore del romanzo è Ellie, e ha cinque anni e mezzo.
Però, come ho detto sopra, credo che questo sia un problema dovuto al periodo di pubblicazione, quando l'attenzione verso i personaggi femminili era molto altalenante, al punto che quando vollero fare un seguito del film l'idea iniziale di avere proprio Ellie come fulcro dell'azione fu scartata perché secondo i piani alti al pubblico non sarebbe interessata una storia con protagonista una ragazza.
L'altro difetto riguarda Stephen King e basta, dato che l'ho riscontrato in altre sue opere: lui vuole mostrare il mostro, anche quando fa paura proprio perché non si vede. L'ha fatto in It, quando ha voluto descrivere qualcosa che andasse oltre Pennywise, e lo fa qui, dando fattezze ad un'entità che non dovrebbe averne e finisce per... appiattirla. Ridimensionarla. Imprigionarla in confini che non dovrebbe avere.
Si tratta, comunque, di due pecche che sembrano molto più grandi di quanto non siano in realtà: non danneggiano la bellezza del libro, né diminuiscono la paura che si prova durante la lettura.
E cavolo se non fa paura.

Un'altra cosa secondo me positiva è la rappresentazione della vita familiare: Stephen King non cade nella trappola di mostrarci la famiglia del Mulino Bianco per accentuare l'orrore che si scatenerà in seguito, ha il coraggio di mostrarci una famiglia normale, dove occuparsi di bambini piccoli è difficile e stancante, dove al millesimo capriccio la tentazione di tirare uno scapaccione alla propria adorata principessina è quasi irresistibile, dove si hanno litigi importanti col proprio partner e li si trova un po' ipocriti quando chiedono scusa solo dopo essersi assicurati la vittoria.

Insomma, un libro che io consiglio a scatola chiusa: è scritto bene, fa paurissima, e sotto il terrore rimane una vena di tristezza di infinita.
Perfetto per questo periodo, e per quando si vuole provare più di un brivido.

Nota: dal libro è stato tratto un film nel 1989, di cui non metto il trailer perché è pieno di spoiler, niente male se vi piace l'horror di quegli anni (con un seguito che è meglio fingere che non esista); nel 2019 - inoltre - uscirà un nuovo adattamento (suppongo volessero vedere il risultato al botteghino di It prima di decidere se farlo o no), che io andrò certamente a vedere.
Però non sono sicurissima di avere il coraggio di rileggere il libro prima di andarci.

8 commenti:

  1. Amo King ma questo non l'ho ancora letto, lo ammetto. Ce l'ho in libreria (la convivenza con fidanzato mi ha portato ad un aumento di questo genere di libri XD) e prima o poi lo leggo.

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    1. Non posso che consigliartelo, ma magari non leggerlo di sera, da sola XD

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  2. Di King ho letto veramente poco, un po' perché sono una fifona e un po' perché sono spaventata a prescindere dalla mole di molti suoi romanzi XD

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    1. Il bello di King è che la maggior parte dei suoi mattoni scorrono che neanche te ne accorgi. Questo, comunque, è uno di quelli corti :)

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  3. Mi ispira parecchio, ma non l'ho ancora letto. Però una volta me lo sono spoilerata (all'epoca non sapevo che su wikipedia ci fosse la sinossi completa XD)! Per fortuna comunque che è passato tanto tempo e non ricordo più nulla lol

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    1. La mia esperienza con questo libro è che anche sapendo cosa succede ti spaventi lo stesso XD

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  4. Qui ho un dilemma. Da una parte la tua recensione è spettacolare e mi fa venir voglia di leggere questo libro subito, dall'altra sono una fifona pazzesca e non ho mai nemmeno provato a leggere qualcosa di King, quindi non so se sia una buona idea...

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    1. Beh, se leggi questo e non muori puoi leggere tutto quello che King ha scritto XD
      Comunque secondo me vale la pena: King dei tempi d’oro è un autore che merita di essere letto almeno una volta :)

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