Ho creato l'etichetta "ciclo arturiano" e mi sono resa conto che ho recensito meno di venti libri a tema.
Shame on me.
Spoiler.
The Romans have retreated from Britain, and left only chaos in their wake. One man is prophesied to put an end to the warring kingdoms, the invading Saxons and the injustice wreaked on the common peoples. He is Arthur Pendragon. On the eve of her arranged marriage, the Princess Elaine promises the dying Uther Pendragon and her treacherous mother Igraine that she will support the ascension of her half-brother Arthur to the throne. Determined to support her brother and his vision for a glorious Britain, Elaine is soon swept up in the intrigues of Camelot and caught firmly between her warring siblings - the High King Arthur, the vengeful Morgan LeFay and the devious, lustful Morgause. She is a queen, a warrior and a witch. Yet none of these things may save her brother from those who plot against him, or the poison at the very heart of his kingdom. He became myth, but she was forgotten. This is her tale.
Al di là dei punti salienti della trama, c'è una cosa che accomuna tutti i retelling arturiani: Elaine viene sempre cancellata, al punto che la maggior parte della gente a questa frase mi dirà "Aspetta, quale Elaine? Elaine di Corbenic? Elaine di Shalott/Astolat?"
Sto parlando di Elaine di Tintagel, ossia la terza sorella di Artù.
Ebbene sì: Igraine e Gorlois avevano tre figlie, non due. Solo che Elaine, nel mito, è una persona normale: sposa un re, viene rapita giusto una volta, di base è abbastanza... sana di mente da non diventare una delle nemesi del fratello ed è pure l'unica che non è mai la madre di Mordred (quella è una palla che si lanciano Morgana e Morgause).
Insomma, visto che ci sono già dozzine di personaggi che fanno robe fighe, tagliare quello marginale che non fa mai niente è piuttosto logico. Però ecco, quando ho visto che esisteva questo retelling che invece l'ha resa protagonista dovevo leggerlo, anche se le aspettative non erano proprio le più alte del reame.
Forse è anche per questo che la lettura mi ha piacevolmente sorpresa.
The forgotten sister è un retelling interessante, che offre un'interpretazione diversa dal solito dei vari personaggi, ma che non sembra un tradimento delle origini: all'inizio ero perplessa. Ho letto talmente tante volte una Igraine passiva, innamorata di Uther ma che cerca di fare ciò che è più onorevole, che trovarmi di fronte ad una versione più ambigua è stato strano... anche se appena ci ho preso la mano l'ho adorata: qui siamo di fronte ad una donna ambiziosa, capace di forgiare il proprio destino (o di adoperarsi affinché ciò che il destino ha in serbo per lei si avveri), che alle figlie non offre affetto ma decisioni pragmatiche, che quando Elaine le rinfaccia di essere stata una madre incapace di amare ribatte che sì, è vero, ma non le ha mai fatto mancare nulla, ha fatto di lei una donna istruita, le ha assicurato un posto a corte anche se non è figlia naturale di Uther e organizzato un matrimonio che le garantirà protezione e sicurezza anche dopo la morte sua e del re.
In particolare ho adorato il rapporto tra le tre sorelle: Morgana, Morgause ed Elaine. Ognuna di loro è tratteggiata benissimo a prescindere da quanto tempo sia in scena, e ho adorato vedere l'affetto, le incomprensioni, le rivalità tra loro, soprattutto se inserite in un contesto in cui non era possibile mantenere i rapporti stretti come avrebbero voluto: niente telefono, niente, auto, niente treni. Un litigio può portare ad anni di silenzio per il semplice motivo che non si può andare sotto casa a risolverlo. Troppa distanza.
Un'altra cosa che ho apprezzato è come i personaggi sembrino reali: Morgana (la mia preferita) è sì cattiva, ma è così viva che non ho potuto non amarla, non è stereotipata, ha delle motivazioni più che comprensibili. E il suo finale è così triste.
I personaggi maschili sono più sacrificati: mi è piaciuto moltissimo Merlino, ma se c'è un difetto, qui, è la scarsa epicità. Artù è un buon re, il suo un buon regno, ma non si vede mai la grandezza: Camelot e il suo re sembrano sempre qualcosa che avrebbe potuto fare chiunque con le giuste competenze. Artù, poi, è penalizzato dal fatto che lo si vede con poca costanza: spesso passano anni tra una sua scena e l'altra, ergo la sua evoluzione da ragazzo pieno di sogni a uomo che porta i segni di continui tradimenti non è molto lineare.
Ma Elaine? Allora, qui le cose si fanno un po' complicate: siccome la protagonista è lei - che nel mito non fa niente - era ovvio che ci sarebbe stato più di un cambiamento per darle un ruolo, ma questo non è un problema. È un retelling, quindi che le cose non siano proprio uguali a Malory va messo in conto.
Il problema è nel mio gusto: Elaine è buona. Indiscutibilmente buona. E competente.
Ossia qualità che apprezzo moltissimo nelle persone reali, ma un po' meno in quelle fittizie: la ragazza è istruita, conosce la stregoneria (ma non eccelle), è attratta dal combattimento. Una Mary Sue, non avesse anche dei difetti... che però sono: tendenza a piangersi addosso e tendenza a sentirsi superiore. E si vede che sono voluti per non renderla perfetta, ma per me è stata una combo micidiale.
La odiavo.
Però anche lei è un personaggio vero: le organizzano il matrimonio e lei, la cucciola di casa, principessa abituata ad un certo tenore di vita, all'inizio ci prova a fare la regina del sotto-regno di periferia, ma poi va in crisi totale che da un lato vorresti prenderla a schiaffi, dall'altro ha sedici anni, cosa ci si poteva aspettare se non la più grande crisi isterica adolescenziale dell'universo? È coerente, e viene sviluppato in modo coerente.
Ma quanto la odiavo.
Lo stile è buono, anche se non ho potuto che storcere il naso di fronte all'armatura femminile con le tette e al fatto che la velocità di viaggio dipendesse dal motivo del viaggio (andare a trovare tua sorella? Mille anni e morte e distruzione. Portare un messaggio ad Artù? Tre giorni se si va con calma). Ma in definitiva mi è piaciuto e sono davvero contenta che sia stato scritto.
Sembra carino, proverò a dargli una possibilità! :)
RispondiEliminaÈ carino, io l'ho letto volentieri :)
EliminaQuesto me l'ero completamente perso! E' bello che abbiano cercato di dare un po' di spazio ad Elaine, che, effettivamente, non considera mai nessuno! Non so se lo leggerò o meno, perché le cose che hai scritto sulla protagonista mi hanno fatto storcere il naso, ed è difficile che apprezzi un libro quando non riesco ad entrare in sintonia con la protagonista (e credo proprio che questo sarebbe il caso), ma il titolo me lo segno comunque, perché non si sa mai! :)
RispondiEliminaÈ pure in prima persona XD
EliminaDi buono c'è che i personaggi che ruotano attorno ad Elaine sono costruiti bene, io odiavo lei ma adoravo Igraine e Morgana *^*
Mi sta ispirando tanto tanto *w*
RispondiEliminaSe si possono compensare i difetti della protagonista con due personaggi come Igraine e Morgana scritti bene, perché no?
Infatti, e anche se Elaine non mi è piaciuta è lo stesso interessante vederla sotto i riflettori :D
EliminaCome bei sai, non sono una grande fan del ciclo arturiano. Però mi ha fatto moooolto piacere leggere che, in questo retelling, i personaggi femminili sono stati particolarmente curati! Un altro punto a favore (dal mio punto di vista) anche per lo spazio concesso alla descrizione del rapporto fra le tre sorelle, un tema che mi è sempre stato particolarmente caro... Insomma, lo ammetto: un po' sono curiosa! :D
RispondiEliminaPS: sul mio blog trovi un piccolo tag per te: http://laumesjourney.blogspot.it/2017/10/blogger-recognition-award.html ;D
Sono contenta di averti incuriosita anche se non ti interessa l'argomento :D
EliminaGrazie per il tag, spero di trovare il tempo per farlo ^-^