Nella gara tra Marvel e DC per portare al cinema i propri super-eroi (per ora vinta a mani basse dalla Marvel), Batman vs Superman è il trampolino di lancio per la nuova arena, ossia i team: se da un lato abbiamo già i Vendicatori uniti e pronti al primo scozzo interno, dall'altro abbiamo la Justice League ancora in attesa di essere formata.
Questo film, quindi, butta lì sia i due personaggioni importanti che si menano, sia le basi per unirli in un supergruppo.
Il risultato è... complesso: odiato dalla critica e successo enorme al box office.
In questi giorni è uscito l'ultimo numero di Pandora Hearts, uno di quei manga che comincia come tanto carino e poi ti stupisce col salto di qualità (e che salto), oltre che un'inversione a u nell'atmosfera. E tanti di quei colpi di scena che alla fine ho detto "Ok, ti metto da parte e ti leggo quando sei finito, piccolo mostro". Niente spoiler.
La quinta stagione di Game of Thrones non è stata all'altezza delle precedenti.
Certo, si è trattato comunque di televisione di altissima qualità, ma staccarsi dal materiale d'origine quando c'era ancora materiale d'origine non ha avuto conseguenze sempre riuscite.
Molte sottotrame sono state semplificate al limite dell'idiozia, ad alcune è stata data una fine frettolosa ed insensata (STANNIS), altre sono state unite in modo controverso senza un spiegazione automatica (per quanto abbia apprezzato Sansa a Winterfell, perchè Petyr ce l'ha portata?).
E poi c'è stata Dorne, un fallimento epocale: una trama così brutta, con dei dialoghi così stupidi, che sembrava letteralmente un altro show, scritto da altri - meno qualificati - sceneggiatori. Idee assurde come tagliare Arianne (forza motrice degli eventi dorbiani), rendere le figlie di Oberyn macchiette identiche e ridicole (nei libri sono più o meno così), trasformare Ellaria in un mostro assetato di sangue (Ellaria quando le viene proposta la vendetta: "Oberyn wanted vengeance for Elia. Now the three of you want vengeance for him. I have four daughters, I remind you. Your sisters. My Elia is fourteen, almost a woman. Obella is twelve, on the brink of maidenhood. They worship you, as Dorea and Loreza worship them. If you should die, must Elia and Obella seek vengeance for you, then Dorea and Loreza for them? Is that how it goes, round and round forever? I ask again, where does it end? I saw your father die. Here is his killer. Can I take a skull to bed with me, to give me comfort in the night? Will it make me laugh, write me songs, care for me when I am old and sick?"), aver tagliato tutte quelle frasi semplicemente epiche, ad esempio il confronto tra Arianne e Doran: la prima che sta facendo i primi passi nel gioco del trono e il secondo che vabbè, ciao, è un giocatore a lungo termine: Doran: "How well do you know the game, Arianne?" Arianne: "Well enough to play." Doran: "But not enough to win."
E la scena che tutti aspettavamo, che tutti volevamo sentire, che per non fare spoiler metterò in questo link.
Quindi, ovviamente, mi sono sciolta come una fangirl al sole quando è uscito il trailer della sesta stagione perchè Game of Thrones è dolore, sofferenza e dipendenza.
Poichè fare un'analisi del trailer screenshot per screenshot mi prenderebbe un sacco di tempo, metto solo le parti che mi hanno fatto urlare internamente come non mai.
Also, screenshot non miei perchè ho perso il programma con cui farli. E spoiler se non avete letto i libri.
Riemergo dall'abisso per un pilot: una serie di cui non ho seguito niente, pur con la certezza che l'avrei guardata. Anche senza sottotitoli, da quanto l'aspettavo. Ma torniamo indietro: correva l'anno 1976, e al cinema uscì il classico dell'horror The Omen (Il Presagio): un film che consiglio a tutti quelli che non l'hanno visto, che narra la storia della famiglia Thorn. Robert, ambasciatore U.S.A, e la moglie Katherine aspettano il primo figlio, che purtroppo nasce morto. Per superare la tragedia all'uomo viene suggerito di sostituire il piccolo con un neonato la cui madre è morta di parto: Robert accetta, senza dire nulla a Katherine. Cinque anni dopo cominciano i problemi: il piccolo Damien inizia a rivelarsi sempre più diverso dagli altri bambini.
Per farla breve e anticlimatica, ad un certo punto scoprono che è l'Anticristo.
Grazie al grande successo The Omen non è rimasto uno stand-alone: ha avuto due seguiti (La maledizione di Damien e Conflitto Finale), un terzo seguito fatto per picchiare il cavallo morto (Presagio Infernale, di rara bruttezza) e un remake abbastanza inutile che pur ricalcando l'originale scena per scena riesce a perderne tutto il fascino.
Adesso è arrivato il momento della miniserie, che si pone come seguito del primo film ignorando il resto del franchise.
Personalmente trovo che questo sia un bel pilot: è ben girato, ben interpretato, esteticamente gradevole e riesce a tenere la tensione così bene che solo ad una seconda analisi mi sono resa conto che non succede niente o quasi. Quaranta minuti di Damien confuso, vagamente spaventato, ma di eventi veri e propri... beh, introducono qualche personaggio che chiaramente avrà un ruolo più avanti, e ci sono un bel po' di morti per essere un primo episodio (ma non vi dirò chi: se avete visto il film originale sarete anche voi in grado di capire chi tirerà il calzino, e se non l'avete visto... niente spoiler, questa volta) però lo scopo principale è introdurre il crescente disagio del protagonista.
La cosa più interessante è - indubbiamente - Damien. Ormai trentenne, il giovane è un fotografo di guerra e non è a conoscenza della sua reale identità: è solo consapevole di come nella sua vita succedano cose brutte (per questo ha difficoltà ad entrare in confidenza con gli altri) e ha pochissimi ricordi della sua infanzia.
L'intepretazione di Bradley James è buona, e ci mostra un uomo complesso e confuso, che più si va avanti più sembra sul punto di andare in pezzi (cosa non molto positiva, considerando chi è).
Temo, però, che questo possa anche essere ul limite della serie: ciò che rende così bello il film è che Damien è sì l'Anticristo, ma è innocente. È un istigatore passivo di malvagità nel senso che è la sua presenza a causarla più che lui a volerla, ed è un'altra persona a fargli commettere il suo unico atto crudele del film: Damien è inquietante ma non sa distinguere il bene dal male, e pertanto non può sceglierlo consapevolmente. Per contro, gli eroi sono uomini adulti il cui scopo è assassinare brutalmente un bambino di cinque anni.
Questa ambiguità non so come possa essere adattata su un Damien adulto e in grado di capire cosa lo circonda: posso solo supporre che vedremo un viaggio verso la consapevolezza in cui l'unica incognita sarà se il protagonista abbraccerà o meno la propria natura, e se abbia una possibilità di salvezza, ma per quanto tempo potranno giocare col "Ma è buono o cattivo?" prima che diventi ripetitivo?
In questo primo episodio, però, sono riusciti a ricreare quella sensazione di inevitabilità e di condanna che funziona tutt'ora nel "materiale d'origine".
Altra incognita riguarda il tema: Apocalisse e Anticristo non sono più molto innovativi e li abbiamo visti in tutte le possibili declinazioni. Questo qui, poi, parte da un adattamento molto classico, quindi mai come in questo caso devo dire che si vedrà nei prossimi episodi se può ancora dire qualcosa al pubblico, senza lo status di film classico a difenderlo.
Sulla nota più nerd: adoro che usino spezzoni del film originale come flashback, e che si senta il vecchio tema musicale.
Oh, e le morti in stile Final Destination sono ancora tra noi. Non hanno avuto paura del potenziale ridicolo.
Detto questo, io lo consiglio: se vi è piaciuto il film, è un sequel molto rispettoso. Se non avete visto il film, è un Anticristo in lotta col suo destino e può avere risvolti interessanti.
Ma guardate il film, anche solo per cultura generale.