Figli di Sangue e Ossa, di Tomi Adeyemi.
Una pacca sulle spalle a chi si era immaginato che non mi sarebbe piaciuto poi così tanto.
A reader lives a thousand lives before he dies. The man who never reads lives only one.
mercoledì 27 febbraio 2019
martedì 26 febbraio 2019
Teaser Tuesday #217
Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
"Io non sono contro la Federazione per principio, nonostante il parere di molti sostenitori della Lega. Ma penso che la decisione debba venire da noi e non esserci imposta dall'esterno. Dobbiamo essere noi a decidere il nostro destino. Basta con le interferenza nelle faccende del genere umano!"
Stormgren sospirò. Argomenti simili li aveva già sentiti centinaia di volte, ma lui poteva dare soltanto la stessa risposta che la Lega della Libertà aveva già rifiutato. Lui aveva fede in Karellen, mentre loro no. Questa era la differenza fondamentale e Stormgren non poteva farci niente.
E, per fortuna, non poteva farci niente nemmeno la Lega.
"Mi permetta di farle un paio di domande" disse. "Può negare che i Superni abbiano portato pace, prosperità e sicurezza nel nostro pianeta?"
"Non lo nego. Però ci hanno tolto la libertà. L'uomo non vive... "
"... di solo pane, lo so. Ma è la prima volta nella sua storia che ogni uomo ha la certezza di averlo, il pane. E comunque, che cosa è la libertà che abbiamo perduto, in confronto a ciò che i Superni ci hanno dato per la prima volta nella storia del genere umano?"
- Le guide del tramonto, Arthur C. Clarke
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
"Io non sono contro la Federazione per principio, nonostante il parere di molti sostenitori della Lega. Ma penso che la decisione debba venire da noi e non esserci imposta dall'esterno. Dobbiamo essere noi a decidere il nostro destino. Basta con le interferenza nelle faccende del genere umano!"
Stormgren sospirò. Argomenti simili li aveva già sentiti centinaia di volte, ma lui poteva dare soltanto la stessa risposta che la Lega della Libertà aveva già rifiutato. Lui aveva fede in Karellen, mentre loro no. Questa era la differenza fondamentale e Stormgren non poteva farci niente.
E, per fortuna, non poteva farci niente nemmeno la Lega.
"Mi permetta di farle un paio di domande" disse. "Può negare che i Superni abbiano portato pace, prosperità e sicurezza nel nostro pianeta?"
"Non lo nego. Però ci hanno tolto la libertà. L'uomo non vive... "
"... di solo pane, lo so. Ma è la prima volta nella sua storia che ogni uomo ha la certezza di averlo, il pane. E comunque, che cosa è la libertà che abbiamo perduto, in confronto a ciò che i Superni ci hanno dato per la prima volta nella storia del genere umano?"
- Le guide del tramonto, Arthur C. Clarke
lunedì 25 febbraio 2019
Castelli d'Italia #208
Castello di Gargonza è un borgo fortificato che si trova in provincia d'Arezzo, le cui origini risalgono al XIII secolo. Data la sua posizione strategica fu al centro di conflitti tra guelfi e ghibellini, e si dice che nel 1304 ospitò Dante Alighieri, mentre nel 1381 passò sotto il controllo della Repubblica di Siena per poi tornare a Firenze. Nel 1433 il borgo si ribellò, e come reazione fu quasi del tutto raso al suolo dalle truppe fiorentine.
Dal 1506 il borgo cambiò diversi proprietari, e nella seconda metà del Novecento venne restaurato a fini turistici.
Dal 1506 il borgo cambiò diversi proprietari, e nella seconda metà del Novecento venne restaurato a fini turistici.
venerdì 22 febbraio 2019
The Passage
Nonostante mi sia ributtata nel mondo degli anime (e spero di trovare il tempo di parlare anche di The rising of the Shield Hero), in questo periodo ho deciso di provare a seguire una serie: The Passage, tratta dall'omonimo romanzo di Justin Cronin che ho letto e mi era pure piaciuto, ma di cui non ricordo nulla e - ora che ci penso - non ho mai completato la trilogia.
In questo caso direi che va benissimo: non posso fare confronti con l'opera originale e mi godo il viaggio dell'adattamento, con la vaga memoria di una storia che avevo apprezzato.
Di cosa parla questa serie? Fine del mondo, vampiri, virus in grado se non di spazzare via l'umanità di cambiarla profondamente. Di base un The Strain che quando si è trovato al bivio a girato verso la fantascienza e non verso l'horror, che detta così suona male ma fidatevi che The Passage il beneficio del dubbio lo merita.
Anche se ne parlerò in tono fortemente ironico.
Siamo nel nostro mondo al giorno d'oggi, un gruppo di scienziati ha deciso di provare a creare un farmaco in grado di curare tutti i mali partendo dal sangue di un uomo centenario che si narra viva in una foresta, solo che come sempre succede in questo tipo di storie, trovano un vampiro e parte il contagio.
Perché a chi non è mai successo di... creare i vampiri mentre cerca di creare l'aspirina?
I nostri intrepidi scienziati non si lasciano prendere dal panico - anche se forse dovrebbero - e usando il loro compagno contagiato (chiamiamolo paziente zero) decidono di provare a creare il farmaco comunque, usando come cavie umane dei condannati a morte. Che, ovviamente, finiscono tutti per trasformarsi in mostri assetati di sangue che potrebbero anche avere poteri mentali e potrebbero star manipolando l'intero staff della struttura. Ma gli scienziati non hanno ancora finito con le pessime idee: si rendono conto che più il soggetto è giovane, meno viene influenzato dal virus, e partoriscono la grandissima idea di iniettarlo in un bambino. Ma gli serve un bambino che nessuno cercherà mai.
E così mandano il nostro protagonista, l'agente Brad Wolgast, a prendere Amy Bellafonte.
La madre di Amy ha avuto la brillante idea di morire durante il week-end e anche se la piccola viene messa in urgenza in casa famiglia, un fascicolo su di lei sarà creato solo lunedì: c'è una finestra di due giorni in cui la bimba è virtualmente invisibile e può sparire senza lasciare traccia.
La convinzione di Brad riguardo la missione non è pervenuta, ma il nostro decide stoicamente di compiere il proprio lavoro... finché non si trova davanti Amy. La ragazzina è sveglia, capisce subito che c'è qualcosa che non va, è spaventata, non vuole andare con lui e il suo collega... Brad ci mette circa dodici secondi a decidere che - in effetti - rapire una bambina di dieci anni rimasta orfana da meno di 24 ore per usarla come cavia da laboratorio è una carognata, e a passare dalla parte del bene.
Roba che uno pensa che sia troppo improvviso, ma poi capisci che metterci dodici secondi a capire che rapire una bambina è una pessima idea sono pure troppi.
Sono molte le cose che per me funzionano in questo pilot: la trama, per quanto abbia dei punti cardine che si prestano benissimo ad una bonaria presa in giro, non è malvagia e riesce a mettere in piedi pure una buona atmosfera di tragedia inevitabile, come se qualsiasi cosa facciano i nostri sia inutile perché se anche Brad riuscisse a salvare Amy, rimane il fatto che i mostri ci sono e che la loro prigione appare sempre più labile via via che la storia procede.
Però a me ha incantata il rapporto tra Brad ed Amy: sono bellissimi insieme, e soprattutto si sono ricordati di dare alla bambina una personalità. Non hanno cercato di renderla adorabile: Amy è sì buffa, ma è anche una rompiscatole e un po' una maestrina (un atteggiamento che molte bambine di quell'età assumono, ergo l'ho trovato credibile), che prova a non farsi prendere dal panico ma sotto sotto è fragile, e che a una certa si rende conto che l'Agente che la sta proteggendo è un po' un disastro umano.
Non sono male neanche i vampiri, inquietantissimi ma con ancora una profondità umana che non si capisce quanto sia reale a quanto una manipolazione, e ho apprezzato che gli scienziati abbiano dei grossi dubbi su cosa stiano facendo e su quanto sia immorale tirarci dentro un bambino.
A me non sta dispiacendo, e ci sono anche un paio di scelte narrative che non avrei immaginato.
In questo caso direi che va benissimo: non posso fare confronti con l'opera originale e mi godo il viaggio dell'adattamento, con la vaga memoria di una storia che avevo apprezzato.
Di cosa parla questa serie? Fine del mondo, vampiri, virus in grado se non di spazzare via l'umanità di cambiarla profondamente. Di base un The Strain che quando si è trovato al bivio a girato verso la fantascienza e non verso l'horror, che detta così suona male ma fidatevi che The Passage il beneficio del dubbio lo merita.
Anche se ne parlerò in tono fortemente ironico.
Siamo nel nostro mondo al giorno d'oggi, un gruppo di scienziati ha deciso di provare a creare un farmaco in grado di curare tutti i mali partendo dal sangue di un uomo centenario che si narra viva in una foresta, solo che come sempre succede in questo tipo di storie, trovano un vampiro e parte il contagio.
Perché a chi non è mai successo di... creare i vampiri mentre cerca di creare l'aspirina?
I nostri intrepidi scienziati non si lasciano prendere dal panico - anche se forse dovrebbero - e usando il loro compagno contagiato (chiamiamolo paziente zero) decidono di provare a creare il farmaco comunque, usando come cavie umane dei condannati a morte. Che, ovviamente, finiscono tutti per trasformarsi in mostri assetati di sangue che potrebbero anche avere poteri mentali e potrebbero star manipolando l'intero staff della struttura. Ma gli scienziati non hanno ancora finito con le pessime idee: si rendono conto che più il soggetto è giovane, meno viene influenzato dal virus, e partoriscono la grandissima idea di iniettarlo in un bambino. Ma gli serve un bambino che nessuno cercherà mai.
E così mandano il nostro protagonista, l'agente Brad Wolgast, a prendere Amy Bellafonte.
La madre di Amy ha avuto la brillante idea di morire durante il week-end e anche se la piccola viene messa in urgenza in casa famiglia, un fascicolo su di lei sarà creato solo lunedì: c'è una finestra di due giorni in cui la bimba è virtualmente invisibile e può sparire senza lasciare traccia.
La convinzione di Brad riguardo la missione non è pervenuta, ma il nostro decide stoicamente di compiere il proprio lavoro... finché non si trova davanti Amy. La ragazzina è sveglia, capisce subito che c'è qualcosa che non va, è spaventata, non vuole andare con lui e il suo collega... Brad ci mette circa dodici secondi a decidere che - in effetti - rapire una bambina di dieci anni rimasta orfana da meno di 24 ore per usarla come cavia da laboratorio è una carognata, e a passare dalla parte del bene.
Roba che uno pensa che sia troppo improvviso, ma poi capisci che metterci dodici secondi a capire che rapire una bambina è una pessima idea sono pure troppi.
Sono molte le cose che per me funzionano in questo pilot: la trama, per quanto abbia dei punti cardine che si prestano benissimo ad una bonaria presa in giro, non è malvagia e riesce a mettere in piedi pure una buona atmosfera di tragedia inevitabile, come se qualsiasi cosa facciano i nostri sia inutile perché se anche Brad riuscisse a salvare Amy, rimane il fatto che i mostri ci sono e che la loro prigione appare sempre più labile via via che la storia procede.
Però a me ha incantata il rapporto tra Brad ed Amy: sono bellissimi insieme, e soprattutto si sono ricordati di dare alla bambina una personalità. Non hanno cercato di renderla adorabile: Amy è sì buffa, ma è anche una rompiscatole e un po' una maestrina (un atteggiamento che molte bambine di quell'età assumono, ergo l'ho trovato credibile), che prova a non farsi prendere dal panico ma sotto sotto è fragile, e che a una certa si rende conto che l'Agente che la sta proteggendo è un po' un disastro umano.
Non sono male neanche i vampiri, inquietantissimi ma con ancora una profondità umana che non si capisce quanto sia reale a quanto una manipolazione, e ho apprezzato che gli scienziati abbiano dei grossi dubbi su cosa stiano facendo e su quanto sia immorale tirarci dentro un bambino.
A me non sta dispiacendo, e ci sono anche un paio di scelte narrative che non avrei immaginato.
mercoledì 20 febbraio 2019
Most Wanted
Most Wanted, di Rae Carson.
Dopo il prequel su Leia non potevo farmi mancare quello su Han.
Spoiler.
Dopo il prequel su Leia non potevo farmi mancare quello su Han.
Spoiler.
martedì 19 febbraio 2019
Teaser Tuesday #216
Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
A questo pensiero mi si stringe il cuore, rivelando una voragine dentro di me che non sapevo neppure di avere. Quand'ero piccola l'ashê era tutto ciò che desideravo. Pregavo che venisse il giorno in cui ne avrei avvertito il calore nelle vene.
Come il potere divino degli dei, la presenza dell'ashê nel sangue è ciò che distingue gli indovini dai maji. È ciò a cui attingiamo quando usiamo i nostri poteri sacri. L'ashê è ciò di cui un maji ha bisogno per compiere una magia.
Mi fisso le mani per individuare le ombre della morte che mamma era in grado di evocare nel sonno. Quando l'ashê si risveglia, anche i nostri poteri magici si risvegliano. Ma è questo che sta succedendo?
No.
Soffoco la scintilla che ho dentro prima che accenda una speranza. Se è davvero tornata, la magia è in grado di cambiare tutto. Se davvero è di nuovo qui, non so neppure cosa pensare.
Con la magia vengono gli dei, proiettati al centro della mia vita dopo undici anni di silenzio.
- Figli di Sangue e Ossa, Tomi Adeyemi
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
A questo pensiero mi si stringe il cuore, rivelando una voragine dentro di me che non sapevo neppure di avere. Quand'ero piccola l'ashê era tutto ciò che desideravo. Pregavo che venisse il giorno in cui ne avrei avvertito il calore nelle vene.
Come il potere divino degli dei, la presenza dell'ashê nel sangue è ciò che distingue gli indovini dai maji. È ciò a cui attingiamo quando usiamo i nostri poteri sacri. L'ashê è ciò di cui un maji ha bisogno per compiere una magia.
Mi fisso le mani per individuare le ombre della morte che mamma era in grado di evocare nel sonno. Quando l'ashê si risveglia, anche i nostri poteri magici si risvegliano. Ma è questo che sta succedendo?
No.
Soffoco la scintilla che ho dentro prima che accenda una speranza. Se è davvero tornata, la magia è in grado di cambiare tutto. Se davvero è di nuovo qui, non so neppure cosa pensare.
Con la magia vengono gli dei, proiettati al centro della mia vita dopo undici anni di silenzio.
- Figli di Sangue e Ossa, Tomi Adeyemi
lunedì 18 febbraio 2019
Castelli d'Italia #207
Il castello di Aymavilles si trova nella Valle d'Aosta, nel comune omonimo. La prime tracce dell'edificio risalgono al 1287, anche se il suo aspetto era differente ed era dotato di mura per accogliere la popolazione in caso di attacco. Nel 1354 i Savoia lo affidarono alla famiglia Challant, che ne cambiò il nome in Challant-Ayamavilles, e nel Quattrocento ne modificò al struttura, ma fu nel 1728 che per volere del barone Giuseppe Felice Challant le parti prettamente militari del castello furono demolite, tramutandolo di fatto in una dimora.
Dopo che la famiglia Challant si estinse, il castello fu venduto a privati fino ad arrivare - nel 1970 - allo Stato e all'amministrazione regionale: venne quindi iniziato un progetto di restauro, durato poi dal 2013 al 2018, con apertura al pubblico prevista nell'estate del 2019.
Dopo che la famiglia Challant si estinse, il castello fu venduto a privati fino ad arrivare - nel 1970 - allo Stato e all'amministrazione regionale: venne quindi iniziato un progetto di restauro, durato poi dal 2013 al 2018, con apertura al pubblico prevista nell'estate del 2019.
venerdì 15 febbraio 2019
My roommate is a cat - Dororo
Lo scarso tempo a disposizione di questo periodo mi sta rendendo difficoltoso non solo leggere, ma anche seguire serie televisive varie ed eventuali.
Le conseguenze sono state inizialmente tragiche, ma alla fine mi hanno spinta di nuovo verso un mio vecchio, grande amore. Gli anime.
Con episodi di 20 minuti circa l'uno, ho ritrovato qualcosa che riesco a seguire senza troppi problemi, perciò ecco a voi le due serie - iniziate questo inverno, stranamente non sono recuperi - che mi stanno tenendo compagnia in queste settimane.
E più diverse di così non si può.
Nella vita mi è capitato di essere gattara inside, e questo vuol dire che se c'è un felino in una storia, io devo leggerla/guardarla, ed è questo il profondissimo motivo che mi ha portata a seguire una serie che parla di un tizio che si prende un gatto.
In realtà la storia è un po' più complessa: Subaru Mikazuki è uno scrittore di 23 anni, che ha perso da poco i genitori in un incidente stradale. Il ragazzo è sempre stato introverso al limite del patologico: odia le persone e averci a che fare, fa del suo meglio per vivere chiuso in casa limitando i rapporti col mondo esterno il più possibile, e anche per i suoi libri si basa più sulla ricerca che sull'esperienza vera e propria.
Poi, un giorno, trova una gattina al cimitero e decide di portarsela a casa per usarla come fonte di ispirazione, e noi già sappiamo che sarà convertito dall'ovvia adorabilità del gatto, giusto?
Non proprio: l'anime mostra bene due cose, ossia che sul fronte felino siamo davanti ad una randagia che non si fida manco per nulla e - di base - rimane lì perché le danno da mangiare, e sul fronte umano che i problemi di Subaru non sono solo con le persone ma con qualunque cosa abbia una vita, tranne le piante. Forse.
Il rapporto tra i due si sviluppa pian piano, perché entrambi devono imparare a non essere più soli e condividere la quotidianità, e soprattutto convivere con un altro essere vivente costringe il ragazzo ad avere ad uscire dal suo guscio ed interagire con altre persone - deve comprare da mangiare alla micetta, deve portarla dal veterinario, si trova costretto a chiedere consiglio su cosa possa servirle o quale sia una dieta equilibrata per lei, e così facendo si trova ad entrare suo malgrado in quella grande famiglia di svitati che siamo noi possessori di un animale domestico, soprattutto quando ci crediamo tantissimo.
La cosa più interessante, però, è la struttura dell'episodio: le avventure sono piuttosto corte - anche per gli standard di un anime - perché gli ultimi dieci minuti le ripercorrono... ma dal punto di vista di Haru, la gatta, e noi possiamo quindi vedere come i due protagonisti non si capiscano per niente e diano significati completamente diversi alla stessa situazione.
Cosa che rende ancora più carino il momento in cui pensano la stessa cosa.
Si tratta di anime davvero adorabile e divertente, e mi piace come mostri che anche un piccolo cambiamento nella propria vita può spianare la strada ad un'evoluzione molto più grande.
E quelli accettano, prendendosi... pezzi del figlio primogenito: il bimbo nasce senza pelle, senza arti, senza i cinque sensi. Uno sgorbietto a cui, in pratica, hanno lasciato solo i capelli perché ancora non li aveva, che viene abbandonato a morire in quanto deforme.
Solo che non muore: viene trovato da un medico che crea protesi di legno (accettare il modo in cui funzionano richiede più sospensione dell'incredulità dell'accettare i demoni stessi), che lo battezza Hyakkimaru e decide di provare ad allevarlo. Ora, in una storia del genere è ovvio che il povero protagonista, dopo un inizio così schifoso, almeno qualche vantaggio deve averlo: Hyakkimaru è in grado di muoversi nel mondo vedendo le auree degli esseri viventi, ed è dotato di una forza spaventosa. È anche una calamita per ogni demone del Giappone, data la maledizione che l'ha colpito, ma c'è una via di fuga: quando uccide uno dei demoni che gli ha portato via qualcosa, la riprende.
In sostanza è la storia di un ragazzo cieco, sordo e muto che da la caccia ai demoni, e del bambino (Dororo) che decide di seguirlo perché ok, è forte, ma non ha la più pallida idea di come sia fatto il mondo.
Al di là del comparto tecnico - molto notevole - sto apprezzando i dettagli: è vero che ci sono i mostri, ma il grosso delle cose orrende lo fanno le persone; trovo interessante come si veda come la vita del padre di Hyakkimaru stia peggiorando mano a mano che i demoni con cui ha stretto il patto vengono uccisi; ma soprattutto mi piace come viene rappresentato il modo in cui Hyakkimaru reagisce al riprendersi parti di sé stesso: spesso e volentieri vuol dire diventare più debole - almeno finché non si abitua - perché sta lentamente passando dal non avere un'incolumità di cui preoccuparsi ad avere un corpo, e sentire il dolore. Per non parlare del più che realistico sovraccarico sensoriale quando riacquista l'udito.
Per ora davvero una bella serie che consiglio.
Le conseguenze sono state inizialmente tragiche, ma alla fine mi hanno spinta di nuovo verso un mio vecchio, grande amore. Gli anime.
Con episodi di 20 minuti circa l'uno, ho ritrovato qualcosa che riesco a seguire senza troppi problemi, perciò ecco a voi le due serie - iniziate questo inverno, stranamente non sono recuperi - che mi stanno tenendo compagnia in queste settimane.
E più diverse di così non si può.
My roommate is a cat
In realtà la storia è un po' più complessa: Subaru Mikazuki è uno scrittore di 23 anni, che ha perso da poco i genitori in un incidente stradale. Il ragazzo è sempre stato introverso al limite del patologico: odia le persone e averci a che fare, fa del suo meglio per vivere chiuso in casa limitando i rapporti col mondo esterno il più possibile, e anche per i suoi libri si basa più sulla ricerca che sull'esperienza vera e propria.
Poi, un giorno, trova una gattina al cimitero e decide di portarsela a casa per usarla come fonte di ispirazione, e noi già sappiamo che sarà convertito dall'ovvia adorabilità del gatto, giusto?
Non proprio: l'anime mostra bene due cose, ossia che sul fronte felino siamo davanti ad una randagia che non si fida manco per nulla e - di base - rimane lì perché le danno da mangiare, e sul fronte umano che i problemi di Subaru non sono solo con le persone ma con qualunque cosa abbia una vita, tranne le piante. Forse.
Il rapporto tra i due si sviluppa pian piano, perché entrambi devono imparare a non essere più soli e condividere la quotidianità, e soprattutto convivere con un altro essere vivente costringe il ragazzo ad avere ad uscire dal suo guscio ed interagire con altre persone - deve comprare da mangiare alla micetta, deve portarla dal veterinario, si trova costretto a chiedere consiglio su cosa possa servirle o quale sia una dieta equilibrata per lei, e così facendo si trova ad entrare suo malgrado in quella grande famiglia di svitati che siamo noi possessori di un animale domestico, soprattutto quando ci crediamo tantissimo.
La cosa più interessante, però, è la struttura dell'episodio: le avventure sono piuttosto corte - anche per gli standard di un anime - perché gli ultimi dieci minuti le ripercorrono... ma dal punto di vista di Haru, la gatta, e noi possiamo quindi vedere come i due protagonisti non si capiscano per niente e diano significati completamente diversi alla stessa situazione.
Cosa che rende ancora più carino il momento in cui pensano la stessa cosa.
Si tratta di anime davvero adorabile e divertente, e mi piace come mostri che anche un piccolo cambiamento nella propria vita può spianare la strada ad un'evoluzione molto più grande.
Dororo
E ora qualcosa di completamente diverso: se My roommate is a cat è cuoricini e feels, questo è dolore e sofferenza. Si tratta dell'adattamento di un manga del maestro Osamu Tezuka del 1967, e la trama è molto più complessa rispetto al "ragazzo adotta una micia" di prima: siamo nel periodo Sengoku, ossia quel simpatico momento della storia giapponese in cui c'erano tanti piccoli feudi costantemente in guerra tra loro. Noi vediamo un signorotto locale che per sopravvivere ed ottenere la grandezza decide di fare un patto coi demoni, senza però essere molto specifico nel prezzo da pagare: gli offre tutto ciò che vogliono.E quelli accettano, prendendosi... pezzi del figlio primogenito: il bimbo nasce senza pelle, senza arti, senza i cinque sensi. Uno sgorbietto a cui, in pratica, hanno lasciato solo i capelli perché ancora non li aveva, che viene abbandonato a morire in quanto deforme.
Solo che non muore: viene trovato da un medico che crea protesi di legno (accettare il modo in cui funzionano richiede più sospensione dell'incredulità dell'accettare i demoni stessi), che lo battezza Hyakkimaru e decide di provare ad allevarlo. Ora, in una storia del genere è ovvio che il povero protagonista, dopo un inizio così schifoso, almeno qualche vantaggio deve averlo: Hyakkimaru è in grado di muoversi nel mondo vedendo le auree degli esseri viventi, ed è dotato di una forza spaventosa. È anche una calamita per ogni demone del Giappone, data la maledizione che l'ha colpito, ma c'è una via di fuga: quando uccide uno dei demoni che gli ha portato via qualcosa, la riprende.
In sostanza è la storia di un ragazzo cieco, sordo e muto che da la caccia ai demoni, e del bambino (Dororo) che decide di seguirlo perché ok, è forte, ma non ha la più pallida idea di come sia fatto il mondo.
Al di là del comparto tecnico - molto notevole - sto apprezzando i dettagli: è vero che ci sono i mostri, ma il grosso delle cose orrende lo fanno le persone; trovo interessante come si veda come la vita del padre di Hyakkimaru stia peggiorando mano a mano che i demoni con cui ha stretto il patto vengono uccisi; ma soprattutto mi piace come viene rappresentato il modo in cui Hyakkimaru reagisce al riprendersi parti di sé stesso: spesso e volentieri vuol dire diventare più debole - almeno finché non si abitua - perché sta lentamente passando dal non avere un'incolumità di cui preoccuparsi ad avere un corpo, e sentire il dolore. Per non parlare del più che realistico sovraccarico sensoriale quando riacquista l'udito.
Per ora davvero una bella serie che consiglio.
mercoledì 13 febbraio 2019
Catwoman: Soulstealer
martedì 12 febbraio 2019
Teaser Tuesday #215
Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
Luke aveva detto che se ne sarebbe andato, ma il mattino successivo, al risveglio, David lo trovò addormentato ai piedi del letto. Raggomitolato nel tappeto, sembrava perfettamente a suo agio.
David si sollevò e si mise delicatamente a sedere, per non disturbarlo. Rimase per un po' a guardare il viso addormentato dell'amico, chiedendosi chi e cosa fosse veramente. Aveva davvero tante lentiggini. La bruciatura sul viso era ormai quasi del tutto sparita, cosa piuttosto strana, per come la vedeva David. In genere, pensava, quel tipo di scottatura impiegava molto più tempo a guarire. C'era anche un'altra cosa bizzarra: ora che lo vedeva addormentato, gli era praticamente impossibile stabilire quanto vecchio o quanto giovane fosse Luke. Avrebbe potuto essere più grande del cugino Roland, ma anche più piccolo di David. Osservandolo, il ragazzo valutò prima un'opzione, poi l'altra, finché si ricordò che, se c'era una cosa che sapeva con certezza, era proprio che Luke non era soggetto alle normali leggi del mondo.
- Gli otto giorni di Luke, Diana Wynne Jones
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
Luke aveva detto che se ne sarebbe andato, ma il mattino successivo, al risveglio, David lo trovò addormentato ai piedi del letto. Raggomitolato nel tappeto, sembrava perfettamente a suo agio.
David si sollevò e si mise delicatamente a sedere, per non disturbarlo. Rimase per un po' a guardare il viso addormentato dell'amico, chiedendosi chi e cosa fosse veramente. Aveva davvero tante lentiggini. La bruciatura sul viso era ormai quasi del tutto sparita, cosa piuttosto strana, per come la vedeva David. In genere, pensava, quel tipo di scottatura impiegava molto più tempo a guarire. C'era anche un'altra cosa bizzarra: ora che lo vedeva addormentato, gli era praticamente impossibile stabilire quanto vecchio o quanto giovane fosse Luke. Avrebbe potuto essere più grande del cugino Roland, ma anche più piccolo di David. Osservandolo, il ragazzo valutò prima un'opzione, poi l'altra, finché si ricordò che, se c'era una cosa che sapeva con certezza, era proprio che Luke non era soggetto alle normali leggi del mondo.
- Gli otto giorni di Luke, Diana Wynne Jones
lunedì 11 febbraio 2019
Castelli d'Italia #206
La rocca della Verruca fu costruita dalla Repubblica di Pisa sull'omonimo monte; il sito era già occupato da una fortificazione nel 780, ma fu solo nel XIII secolo che la rocca vera e propria venne costruita. Per via della sua posizione essa aveva un'importanza strategica enorme per Pisa (sempre in lotta con Firenze), ma dal 1509 in poi iniziarono delle modifiche alla sua struttura e venne piano piano dismessa in quanto era venuta a mancare la sua funzione difensiva.
Data l'ottima visuale che si gode dalla rocca, si ritiene che Leonardo da Vinci ci sia andato per i suoi disegni di volo d'uccelli.
A causa degli incendi del 2009 e del 2018, praticamente tutta la vegetazione dei dintorni è stata distrutta.
Data l'ottima visuale che si gode dalla rocca, si ritiene che Leonardo da Vinci ci sia andato per i suoi disegni di volo d'uccelli.
A causa degli incendi del 2009 e del 2018, praticamente tutta la vegetazione dei dintorni è stata distrutta.
venerdì 8 febbraio 2019
mercoledì 6 febbraio 2019
Il primo re
Ed eccomi qua, reduce dalla visione di un film italiano al cinema. Che per me è una cosa rara, anche se devo ammettere che negli ultimi anni qualcosa si è mosso nel nostro panorama artistico: Perfetti sconosciuti; The End; Lo chiamavano Jeeg Robot; la trilogia di Smetto quando voglio; Gatta Cenerentola... sono film che mostrano la volontà, ma soprattutto la capacità, di fare qualcosa di diverso.
Che per fortuna non muore prima di nascere: Matteo Rovere, regista de Il primo re, l'avevo già conosciuto con Veloce come il vento (recuperatelo).
Che per fortuna non muore prima di nascere: Matteo Rovere, regista de Il primo re, l'avevo già conosciuto con Veloce come il vento (recuperatelo).
martedì 5 febbraio 2019
Teaser Tuesday #214
Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
The tarmac of the private airport was empty.
Empty save for the sleek white jet idling just off the runway, its steps already lowered to reveal a near-glowing wooden interior.
The perfect match to the Aston Martin that Selina had just vacated. Talia was already striding toward the plane.
Rubbing her wrists, Selina stalked after the woman, glancing toward the glittering city skyline to their left. The eastern horizon was just beginning to lighten. Dawn.
Her body ached. Everything ached. Not just bone and flesh.
Selina shoved down the thought as she took in Gotham City. The light and the shadow.
A cool wind whipped at her face, dragging strands of her hair free as she caught up to Talia's side just before the woman began to ascend the steps into the private plane. A flight attendant waited at the top of the stairs, a tray with two glasses of champagne fizzing in her hands.
"Is this your plane?" Selina asked as Talia braced a hand on the stair rail and set a well-heeled foot on the first step.
- Catwoman: Soulstealer, Sarah J. Maas
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
The tarmac of the private airport was empty.
Empty save for the sleek white jet idling just off the runway, its steps already lowered to reveal a near-glowing wooden interior.
The perfect match to the Aston Martin that Selina had just vacated. Talia was already striding toward the plane.
Rubbing her wrists, Selina stalked after the woman, glancing toward the glittering city skyline to their left. The eastern horizon was just beginning to lighten. Dawn.
Her body ached. Everything ached. Not just bone and flesh.
Selina shoved down the thought as she took in Gotham City. The light and the shadow.
A cool wind whipped at her face, dragging strands of her hair free as she caught up to Talia's side just before the woman began to ascend the steps into the private plane. A flight attendant waited at the top of the stairs, a tray with two glasses of champagne fizzing in her hands.
"Is this your plane?" Selina asked as Talia braced a hand on the stair rail and set a well-heeled foot on the first step.
- Catwoman: Soulstealer, Sarah J. Maas
lunedì 4 febbraio 2019
In my mailbox #31
Alla fine mi sono decisa a fare il megaordine di cui vi avevo accennato: ecco a voi il motivo per cui vivrò a pane e acqua nei secoli a venire. In realtà non sono neanche tanti, ma a parte un paio non erano proprio economici.
Non comprerò più niente per tutto il 2019 #credici |
venerdì 1 febbraio 2019
Star Wars - Il Ritorno dello Jedi
Siamo arrivati alla fine. Che poi fine non è, ma tanto si sente che Una nuova speranza lasciava aperte le porte al futuro, tanto si sente che questo era concepito per chiuderle tutte.
Spoiler.
Spoiler.
Iscriviti a:
Post (Atom)