Ed eccolo qui, il terribile libro che travia i bambini portandoli su quella bruttissima via è che la teoria del gender.
Pensate che questo libro è così malefico che lo fa dal 1979, ma a quanto pare solo ora i paladini della famiglia tradizionale si sono resi conto che esiste.
In casa Olivieri c'è un ospite eccezionale: Mo, un bambino del pianeta Deneb. Bambino o bambina? La piccola differenza tra terrestri e denebiani, infatti, è che non si scopre il loro sesso prima dei vent'anni! Ma questa piccola differenza crea grandi difficoltà: pare che, sulla terra, essere maschi o femmine determini ogni aspetto della vita, anche di quella dei piccoli... In questo romanzo, capace a un tempo di far ridere e far pensare, Bianca Pitzorno mostra quante contraddizioni e quanti pregiudizi si annidano nell'educazione delle bambine e dei bambini, e quante volte sia difficile scegliere ciò che si vuole diventare quando tutti ti dicono chi sei.
Probabilmente ho caricato questo libro di troppe aspettative: non solo pensavo che fosse molto più recente, ma all'inizio avevo pure la pretesa che parlasse a me, che sono un'adulta, e che una certa mentalità la do per scontata. A me che godo di tante libertà grazie alle battaglie di altre. A me, che posso essere presa sul serio tante volte - anche se non abbastanza - perché donne come Bianca Pitzorno hanno fatto sì che la loro voce parlasse anche per chi non poteva essere sentito. Perché libri come Extraterrestre alla pari hanno probabilmente colpito l'immaginario infantile, mostrando la follia e la pura cattiveria degli stereotipi di genere.
Extraterrestre alla pari è un libro che, quando inizia, spiazza per i toni esagerati con cui dipinge la vita in Italia, il modo quasi parodistico nonché tragicomico in cui viene rappresentata la famiglia tradizionale, e personalmente preferisco quando certe tematiche vengono affrontate in modo più subdolo.
Ma il target è basso, e probabilmente un linguaggio immediatamente riconoscibile, questo stile schietto che mostra il contesto senza filtri, è più adatto a comunicare con i bambini. Una volta contestualizzato questo, una volta inserito nel suo periodo di pubblicazione, la mia iniziale perplessità è venuta meno, e dopo qualche pagina i toni si abbassano: il punto di vista, nel libro, è quello di Mo, il bambino alieno (uso il maschile in quanto nella lingua italiana manga un genere neutro), a cui lo stile di vita terrestre appare strano ed incomprensibile, ma che ad un certo punto inizia ad abituarsi.
Per qualcuno che non ha mai vissuto la disparità di genere, le differenze in ciò che ci si aspetta da un maschio e da una femmina sono incomprensibili. Lo sguardo confuso di Mo mostra molto bene al lettore come le differenze di genere non siano affatto naturali ma imposte da un contesto culturale preciso, che miete solo vittime: abbiamo le bambine costrette ad un ruolo che calpesta la loro natura e i loro desideri, bambini a cui viene impedito di considerare l'altro sesso come proprio pari. Abbiamo donne la cui capacità di desiderare è stata letteralmente soffocata in fasce, abbiamo uomini a cui non è concesso essere vulnerabili o mostrare i propri sentimenti.
E poi c'è Mo, che vorrebbe essere sé stesso ma non può perché deve per forza adeguarsi ad ruolo quando si identifica in entrambi.
Extraterrestre alla pari non è un libro che parla di gender: è un libro che parla di diseguaglianza, di stereotipi di genere, di pari opportunità. È un libro che lancia il messaggio che ognuno deve avere la possibilità di essere ciò che vuole, senza che la società si erga a giudice, giuria e boia: se una donna vuole lavorare, può farlo. Se un uomo vuole occuparsi dei figli, può farlo. Se una madre non può occuparsi di suo figlio per due giorni, può farlo il padre.
Essere giudicati e condannati dalla società per essere ciò che si è fa male, ed è crudele.
Imporre ad un bambino un genere in cui non si identifica è sbagliato, puro e semplice.
A volte a possono essere le persone che ci amano a ferirci di più, rifiutandosi di capire.
Extraterrestre alla pari non parla ai membri della comunità lgbtq+: parla a tutti coloro che si sono visti imporre vestiti, giocattoli, aspettative ed erano loro ad essere sbagliati se non gli andava bene. Parla alle bambine che vogliono fare ciò che vogliono, parla ai bambini che vogliono giocare con le bambole e piangono. Parla ai bambini e bambine omosessuali (perché omosessuali si nasce, non lo si diventa quando si svegliano gli ormoni) sottilmente bullizzati perché non si conformano, parla ai bambini trasgender costretti in un'identità che non gli appartiene.
Il modo in cui Bianca Pitzorno comunica coi suoi lettori usando un linguaggio semplice, senza esprimere giudizi ma mostrando, nero su bianco, la palese ingiustizia della disparità di genere, l'ho trovato particolarmente efficace non solo per raggiungere il suo pubblico infantile, ma anche - idealmente - non dico per far aprire gli occhi a chi è vittima di una certa mentalità, ma almeno per dare degli spunti di riflessione.
Siamo di fronte ad un libro che nel finale ci fa capire che sarebbe tanto bello essere come Mo, che alla fine della fiera può tornare nella sua casa idilliaca (e non c'è niente di male, nell'abbandonare un mondo che ti calpesta a favore di uno dove si viene apprezzati), ma chi può deve essere è Cecilia, che sceglie di rimanere per lottare e cambiare le cose.
In libreria da una vita! Devo assolutamente ripescarlo, anche perché non ho mai letto l'autrice. :)
RispondiEliminaÈ una lettura notevole, soprattutto se rapportata al target. Ma della produzione dell'autrice, nel panorama letteratura per l'infanzia, non posso che consigliarti Ascolta il mio cuore 😍
EliminaIo purtroppo non ho conosciuto Bianca Pitzorno durante la mia infanzia, e da adulta ancora non ho mai letto niente di suo, anche se ho alcuni titoli (tra cui questo) in wishlist.
RispondiEliminaDi tutt'altro genere, e con tutt'altri intenti, ma con, in un certo senso, lo stesso tema, ho letto "La mano sinistra delle tenebre" di Ursula K. Le Guin. Lì c'è un terrestre che va su un altro pianeta i cui abitanti sono ermafroditi, ma asessuati per la maggior parte del tempo. E' un libro strano, ma veramente molto affascinante!
La mano sinistra delle tenebre l'ho in Wish list da una vita e mezzo. In effetti dovrei controllare se è stato ripubblicato 🤔
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