lunedì 13 marzo 2023

Il mistero di Penelope

Il mistero di Penelope, di Claire North.

Un giorno capirò perché Claire North non se la fila nessuno, ma non è questo il giorno.

Sono passati diciassette lunghi anni da quando Ulisse, re di Itaca, è salpato verso Troia, portando con sé ogni uomo o ragazzo in grado di combattere. Nessuno di loro ha mai fatto ritorno, e da allora solo le donne sono rimaste sull’isola. Penelope era ancora poco più che una fanciulla quando fu data in sposa al grande re. Il matrimonio avrebbe dovuto garantirle protezione e sicurezza per tutta la vita. Ma le cose sono andate diversamente. Ha imparato che per essere una regina non è necessario avere accanto un re. Ma adesso che dal mare arrivano inquietanti dicerie sulla morte di Ulisse, i pretendenti non si fanno attendere. Colui che sposerà Penelope siederà sul trono di Itaca. Ma chi sarà degno di una simile impresa? Mentre la regina si ingegna per guadagnare tempo e impedire che uno degli usurpatori arrivi a rivendicare il diritto di sposarla, oscure trame vengono ordite nell’ombra e la terra sembra pronta a esigere un tributo di sangue. Stretta nella morsa degli intrighi politici, Penelope potrà fare affidamento solo sulle donne di Itaca per proteggere la sua casa. A qualunque costo.

A me Claire North piace, e in effetti la considero una delle autrici più ingiustamente sconosciute del panorama attuale. Ma della serie che in genere arriva anni prima ad un'idea che leggiamo in quattro e poi un autore mega-famoso prende lo stesso spunto e tutti lo considerano una specie di genio (vedi The sudden appearance of Hope e La vita invisibile di Addie LaRue, e da quanto ho potuto capire dalla quarta di copertina il concetto base de La città che siamo diventati è molto simile a una cosa che c'è in The Midnight Mayor). 
[nota: non sto dicendo che si tratta di plagio, ma semplicemente un "e che cavolo". Un po' come l'esaurimento nervoso dovuto a tutti che ai tempi di Nevernight elogiavano Kristoff per l'innovativo uso delle note a margine che Pratchett faceva dagli anni '80]
[sì sono ancora piccata per quello]
In soldoni: in un mondo editoriale che dopo i retelling delle favole ha scoperto i retelling dei miti greci, anche Claire North ha deciso di metterci del suo, proponendoci la sua personale versione dell'Odissea dal punto di vista di Penelope.

O meglio, delle donne. In effetti il titolo italiano Il mistero di Penelope è un po' fuorviante: è vero che la regina è la protagonista del libro, ma è anche vero che non si parla solo di lei. Ithaca, titolo originale, era molto più calzante considerando che Claire North non parla solo di un personaggio ma sostanzialmente di tutta l'isola, dopo quasi vent'anni in cui gli uomini se ne sono andati, lasciandola abitata da donne, vecchi e bambini.
Questo è un testo che si concentra sulle figure femminili: narrato da Era, ci mostra il modo in cui Penelope è riuscita a mantenere il controllo su Itaca senza che venisse distrutta o assimilata dai regni vicini - e ben più potenti. Regina e non regina contemporaneamente, perché nell'epoca in cui vive il potere riconosciuto era quello degli uomini e le donne non potevano esercitarlo, perché qualunque potere abbia è temporaneo (al posto di Ulisse, o fino a che Telemaco non potrà salire al trono), e noi vediamo come Penelope abbia costruito una delicatissima rete di azioni (o non azioni) e reazioni, di pesi e contrappesi, di detto e non detto, con cui mantenere quel preciso status quo che le permette di salvare sua famiglia e la sua terra.
In fin dei conti, essere sottovalutati sempre e comunque, o ignorati del tutto, può presentare dei vantaggi non indifferenti da sfruttare. Gli altri penseranno sempre che sei con le spalle al muro anche quando non lo sei e comunque tu quel muro lo conosci come le tue tasche.
Tuttavia, per quanto per me possa essere abbastanza leggermi una serie su Penelope che riesce a non mandare il regno in bancarotta pur dovendo organizzare un banchetto reale letteralmente ogni giorno, era necessario che ci fosse anche altro, all'interno del testo. E quindi abbiamo da un lato la reputazione di Ulisse che non basta più a tenere lontani i predoni da casa, dall'altro quel piccolo terremoto politico che si rivela essere l'assassinio di Agammenone da parte di Clitennestra, e il dramma familiare di Penelope - che ha un figlio adolescente da tenere in vita, senza che lui abbia un modello maschile a cui ispirarsi ma solo racconti su quello che dovrebbe essere un uomo e che (ovviamente) inizia ad avere moti di indipendenza senza rendersi conto di quello che sua madre sta facendo per evitare che finiscano tutti ammazzati malissimo.
Quella di Claire North è una narrazione molto character driven: l'azione è scarsa, il libro parte lento e quando ingrana non lo fa con mirabolanti scene d'azione. Per certi versi credo sia un libro che chi predilige una narrazione più dinamica ed adrenalinica troverà noioso ma che può essere apprezzato da chi, invece, non disdegna una narrazione lenta con grandi tumulti interiori.
Piccola nota personale: io sono una di quelle persone che nei retelling vuole un certo livello di aderenza al materiale d'origine, ma devo dire che qui ho adorato quello che Claire North ha fatto con la storia di Clitennestra.

Quindi, in sostanza, questo libro lo consiglio.

2 commenti:

  1. Uno dei pochi retelling in chiave mitologica che ho amato con tutto il cuore. La North è bravissima, e devo dire che ho apprezzato quasi tutto di questo romanzo: le dee, la narrazione ironica, la feroce critica al sistema patriarcale (che distrugge gli uomini quanto le donne, e tutti quegli antichi re e quei cosiddetti "eroi" dei sette mari sono lì per dimostrarlo), e lo stile incandescente. Comunque, hai ragione: qui in Italia, deve essersi abbattuta una sorta di "maledizione" sulla povera Claire, per cui nessuno sembra mai disposto a filarsela, neanche quando riesce a centrare in pieno il trend! :D

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    1. Da quanto ho potuto capire è un'autrice piuttosto di nicchia anche fuori dall'Italia, ma non riesco a capire come mai :( a me è piaciuto tanto anche come sta andando a toccare l'Orestea... mi ha fatto venire una gran voglia di approfondire quella parte del mito :D

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