Capitolo 14: The chosen door
C'è un espediente narrativo che a Kuzanagi Mizuho piace parecchio: mostrarci le conseguenze di qualcosa e poi il qualcosa.
Per questo motivo non vediamo subito la conversazione tra Yoon ed Ik-Soo, bensì il risultato. Non deve essere andata proprio alla grande.
A dire il vero era cominciata bene, le parole del monaco corrette: Yoon non è un semplice ragazzino a cui può bastare una vita di reclusione, deve andare a vedere il mondo. Peccato che poi Ik-Soo abbia detto la cosa più sbagliata di tutte, scatenando le ire dell'adolescente.
Ik-Soo: A me non importa se ci sei o no.
Dette nel modo più innocente del mondo, e infatti Yoon più che ferito è arrabbiato. Talmente tanto che il suo prezioso libro vorrebbe buttarlo nel fiume... ma non ci riesce. Certi ricordi sono troppo forti.
E quindi via di flashback: Yoon è un bambino orfano che vive di stenti in un villaggio dove tutti vivono di stenti. Dopo aver fallito nel rubare del cibo - con conseguente pestaggio - Yoon giunge alla conclusione di dover uccidere la vittima. E quale vittima migliore dello straniero che dicono abbia con sé dell'oro? Ecco quindi il primo incontro tra Ik-Soo e Yoon, con il bambino che cerca di derubarlo per avere qualcosa da mangiare.
L'aggressione rispecchia completamente il carattere dei due: Yoon cerca di mantenere il controllo pur essendo in preda al panico, Ik-Soo è semplicemente triste all'idea di non avere nulla da dargli... al punto da promettergli che, se troverà qualcosa, glielo porterà.
Ik-Soo è davvero una persona tenerissima, disposta a fare la carità a chi l'ha aggredito. Ma anche la natura di Yoon comincia ad emergere: rendendosi conto di quanto sia imbranato l'uomo di fronte a lui (e che forse ha una commozione cerebrale per colpa sua), decide di portarselo a casa per essere certo che non muoia. Anche perchè se muore come farà a dargli qualcosa? In effetti prova pure a curarlo, con grande "awww" interiore di Ik-Soo.
Una gentilezza che finisce per salvargli la vita: il giorno dopo, infatti, Yoon sembra troppo debole per fare qualsiasi cosa, ma Ik-Soo riesce ad ottenere una patata per ringraziarlo. L'idea che uno sconosciuto sia arrivato a scambiare le proprie scarpe per il suo bene è un concetto completamente alieno per lui, al punto che pensa che Ik-Soo stia cercando di ottenere qualcosa (e si imbarazza moltissimo quando scopre che era sveglio quando ha provato a medicarlo). Ma è parlando del mondo che Ik-Soo si rende conto di quanto il bambino sia speciale: in mezzo a quella povertà estrema il sogno di Yoon è viaggiare e - soprattutto - poter leggere tutti i libri che vuole. Già, perchè Yoon ha anche imparato a leggere da solo.
Ik-Soo: Allora, la prossima volta che troverò un libro, tornerò qui e te lo darò.
Yoon è confuso: cosa fa Ik-Soo per poter viaggiare così tanto? In quanto monaco itinerante il suo compito è portare alle persone la pace e le parole di Dio, ma il bambino non è del tutto convinto che sia un lavoro vero, ed è piuttosto certo che Dio non esista. E comunque Ik-Soo non ha più le scarpe quindi viaggiare sarà difficile.
Ik-Soo: Farò dei sandali, così non sarà un problema.
Yoon: Sandali?
Ik-Soo: Me l'hanno insegnato molto tempo fa.
Yoo: I-Insegnalo anche a me!
C'è una cosa da specificare: quando Yoon afferma di essere un genio (e nel manga lo dice praticamente in ogni frase, sono io che taglio) non esagera, e infatti al primo tentativo riesce a fare dei sandali di paglia praticamente perfetti. Sarebbe odioso se non fosse per due cose: è stato appunto specificato che è lui ad essere incredibilmente precoce, e soprattutto la sua adorabilissima espressione di pura gioia per aver imparato qualcosa.
Qualcuno gli dia una biblioteca, per favore. È troppo carino.
Yoon, comunque, i suoi sandali li regala ad Ik-Soo, o meglio li considera un pagamento anticipato per poter imparare qualcos'altro quando il monaco tornerà nel paese.
Yoon: Non volevo che se ne andasse davvero, ma non l'ho detto. La prossima volta che verrà... la prossima volta che lo vedrò... dovrei dirlo? O volere che resti qui sarebbe un peso troppo grande?
Per Yoon aver conosciuto Ik-Soo ha fatto la differenza: è sempre stato solo, ma solo da questo momento ha iniziato a sentirsi solo. Comunque, grazie al baratto di sandali è in grado di passare l'inverno in modo più agevole, ma sempre aspettando il ritorno del monaco.
Ma quando Ik-Soo torna lo fa in condizioni terribili: picchiato e derubato di tutto, inclusi i libri che voleva portare a Yoon.
Ik-Soo: Andrò molto lontano. Vorrei stare vicino alle persone, ma io, che un tempo avevo grani d'oro, porto alla luce qualcosa di brutto nella gente. Volevo rivedere il tuo viso, alla fine. Fare sandali con te è stato molto divertente. Addio.
Yoon non chiede a Ik-Soo di restare. Gli dice che vuole andare con lui: non gli importa se non potrà mai viaggiare, o non potrà mai studiare. Vuole stare con Ik-Soo, che del resto sarebbe incapace di sopravvivere da solo... e come è andata a finire si sa. Si sono adottati.
E con questo si ritorna nel presente: sbollita la rabbia, Yoon può finalmente rispondere seriamente a quello che è, semplicemente, suo padre adottivo. Tanto per cominciare riconosce quanto sia stato ipocrita da parte sua dare dell'ignorante a Yona, quando anche lui non è che sappia poi così tante cose del mondo (e comunque solo di seconda mano). Ma, in ogni caso, per lui la parola del prete è legge e quindi se gli ordinasse di partire lo farebbe.
Yoon: È di certo il mio destino, no? E poi a quanto pare non è importante che io sia qui in primo luogo.
Ik-Soo: Le parole hanno potere. A volte sviluppano una volontà propria, quindi ho detto che non importava in modo che diventasse vero, e non importasse. Ma... non posso... non funziona. Mi sentirò solo. Davvero molto solo.
E così si chiude il capitolo: con l'arrivederci tra Yoon ed Ik-Soo, e la consapevolezza che abbiamo un nuovo membro nel party.
Onestamente trovo questo capitolo perfetto o quasi: sì, tecnicamente succede nulla ed è completamente dedicato a personaggi secondari. Ma sottolinea una cosa: a Kuzanagi Mizuho importa della sua storia e vuole che importi anche a noi. Perchè dovremmo essere colpiti, od investire emotivamente, nella storia di Yoon ed Ik-Soo se non la conosciamo? Se non sappiamo perchè sono così importanti l'uno per l'altra? Come potremmo capire Yoon, che a quanto pare diventerà un co-protagonista, se non sappiamo da dove viene?
Poi c'è la bellezza del rapporto che ha creato: per quanto siano vicini d'età questi due non sono amici e non sono fratelli. Sono padre e figlio, e questo rende ancora più agrodolce il modo in cui Ik-Soo cerca di allontanare il ragazzo: gli mancherà, e tantissimo, ma è consapevole di essere il motivo per cui Yoon non può sviluppare le proprie potenzialità. Lo sta trattenendo, e come padre non può permetterlo.
Ma per Yoon, che è ancora un ragazzino e che ha passato buona parte dell'infanzia abbandonato, poter sbocciare è l'ultima delle preoccupazioni quando sul piatto della bilancia c'è la cura di un genitore incapace di badare a sé stesso, e che incidentalmente gli ha salvato la vita in più di un modo.
Ma alla fine entrambi accettano che la separazione è necessaria (anche perchè Yoon potrà essere una risorsa preziosa per Yona ed Hak) e che, in ogni caso, si vedranno di nuovo.
Ohhh mi piace sempre di più! *_* E leggere i tuoi riassunti è sempre un piacere! :)
RispondiEliminaAdoro quando gli autori si prendono il tempo per raccontarci dei personaggi secondari!! :)
Grazie :)
EliminaConcordo sui personaggi secondari: anche loro hanno una dignità che deve essere rispettata u_u