venerdì 8 giugno 2018

Casket of Souls

Casket of Souls, di Lynn Flewelling.

Dopo due libri in cui Skala era stata messa da parte per parlare di Plenimar e risolvere il mistero degli Hâzadriëlfaie, si torna prepotentemente nel mezzo della guerra e degli intrighi.
E io sono ufficialmente arrivata al punto in cui non voglio andare avanti con la serie perché mi manca solo un volume per finirla e non sono pronta.

More than the dissolute noblemen they appear to be, Alec and Seregil are skillful spies, dedicated to serving queen and country. But when they stumble across evidence of a plot pitting Queen Phoria against Princess Klia, the two Nightrunners will find their loyalties torn as never before. Even at the best of times, the royal court at Rhíminee is a serpents’ nest of intrigue, but with the war against Plenimar going badly, treason simmers just below the surface.
And that’s not all that poses a threat: A mysterious plague is spreading through the crowded streets of the city, striking young and old alike. Now, as panic mounts and the body count rises, hidden secrets emerge. And as Seregil and Alec are about to learn, conspiracies and plagues have one thing in common: The cure can be as deadly as the disease.

Casket of Souls è il penultimo libro della serie Nightrunners, e mi ha suscitato emozioni contrastanti: è scritto bene, come ormai ci ha abituati la Flewelling, la storia procede in modo coerente con quanto successo nei cinque volumi precedenti (non nel senso che è prevedibile, bensì che è perfettamente comprensibile come mai succedano determinate cose) ed è una gioia da leggere visto che dopo le sofferenze e i dolori atroci nonché assoluti con cui l'autrice ci ha torturati nei due volumi precedenti (che, tra l'altro, facevano sembrare  carini e coccolosi i due che venivano prima ancora), qui abbiamo un'avventura "semplice" che ricorda molto - per il tono - L'arciere di Kerry.
Ma perché un libro divertente, che regala finalmente qualche gioia dopo centinaia di pagine in cui ciò sembrava impossibile, in cui ci sono cose adorabili tipo Theo e Klia (e che promettono adorabilità, come Theo e un bambino), mi ha lasciata un po' confusa?
Proprio per quello che è venuto prima: per quanto sia giusto e coerente che i toni si distendano (perché sul serio, sennò mai una gioia veramente), Shadows Return e The White Road erano le classiche montagne russe emotive, con sofferenza e panico costanti, e per forza di cose un libro dove i personaggi stanno più o meno bene, dove rispetto alle ultime avventure non stanno rischiando poi così tanto (o almeno lo stanno facendo con molte più possibilità di uscirne interi rispetto al 'ok, ho visto le cover dei libri dopo e ci sono ancora loro, perciò teoricamente non possono morire'), sembri un po' sottotono. Insomma, per cinque libri la Flewelling ha alzato l'asticella di feels, drama e angst e al sesto - a sorpresa - ha deciso di virare verso le origini.
E qui, tra l'altro, potete anche bacchettarmi a morte le dita visto che per quei due volumi mi lamentavo in continuazione perché non si andava avanti con la parte di trama che riguardava la guerra tra Skala e Plenimar, e ora che ci siamo tornati mi lamento proprio per quello.
Non sono mai contenta.

Tuttavia, poiché di Lynn Flewelling possiamo dire tutto ma non che le piaccia semplificarsi la vita, faccio subito presente che con la trama di questo libro secondo me poteva anche farne due. Mi spiego: Alec e Seregil hanno ripreso il loro posto nella capitale, e le conseguenze delle ultime disavventure si sono ridotte, i traumi affrontati, e di base rimangono solo l'eccessiva apprensione di Seregil ogni volta che Alec esce dal suo campo visivo, e la malinconia di Alec ogni volta che vede un bambino e ripensa a Sebrahn. Tuttavia non possiamo dimenticare che durante una guerra lunga e difficile tante cose possono succedere, e possono farlo contemporaneamente: siamo quindi di fronte a due sottotrame distinte. Una è prettamente politica, perché se metti insieme una regina dura, inflessibile, non tanto amata quanto rispettata, con la tendenza a prendere decisioni impopolari fregandosene dell'opinione pubblica; una successione non proprio chiarissima; l'erede al trono che è una ragazzina di quindici anni; l'ultima principessa in linea di successione amatissima dal popolo e dai soldati... indovinate cosa potrà mai succedere.
Di base Phoria e Klia vengono messe l'una contro l'altra da due fazioni di cospiratori, mentre sono impegnate a combattere in prima linea e più che mai hanno bisogno di fidarsi l'una dell'altra, e dei loro uomini. A questo punto spetta ai Nightrunners sbrogliare i fili della congiura prima che succeda l'irreparabile, con la consapevolezza che Phoria li metterebbe tutti a morte senza pensarci due volte perché paranoia, che cara amica che sei: la regina non riesce a comprendere che i nostri eroi servono lei anche se sono amici di Klia.
A questo casino si aggiunge il fatto che in una città dove si stanno radunando i profughi e dove il tasso di povertà aumenta vertiginosamente non puoi esattamente controllare tutti quelli che entrano, né puoi considerare strano o allarmante lo scatenarsi di una epidemia: Theo, Alec e Seregil dedicano alla strana malattia che imperversa nei bassifondi la stessa attenzione che Batman dedica al Joker nella prima parte de Il Cavaliere Oscuro (ossia nessuna, in caso ci fosse qualcuno che non ha visto la trilogia di Nolan), e le conseguenze sono simili perché si tratta di una minaccia enorme ed imprevedibile. Poi, siccome evidentemente non c'erano ancora abbastanza elementi, perché non inserire un nuovo tipo di magia, che nemmeno la casa di Orëska conosce?
I personaggi nuovi, invece, non mi hanno convinta del tutto: Atre, sarò sincera, mi è stato sull'anima dal minuto zero e non capivo perché tutti lo amassero, ma di base di tutta la compagnia di attori gli unici che mi interessavano erano i gemelli, che avevano importanza zero per la trama e si sono limitati ad essere lì; i cospiratori, invece, li ho trovati piuttosto generici. Pollice su, invece, per Elani: non l'abbiamo vista moltissimo ma promette bene, e vederla fangirlare come una matta sugli archi assieme ad Alec era esilarante. Sono due tali nerd in quell'ambito.

Alla fine mi è sembrato un libro che ha voluto chiudere un'arco narrativo in vista del prossimo, conclusivo volume, e questo mi spaventa molto.
Se Lynn Flewelling ha voluto farci tirare il fiato e tranquillizzarci, credo che ci ucciderà in Shards of Time.

2 commenti:

  1. Dopo aver letto la tua recensione ho davvero paura! Io devo ancora leggere il terzo, e spero di riuscire a farlo quest'estate, ma ho davvero paura per il mio povero cuoricino!

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    1. Io sono assolutamente terrorizzata da quello che potrebbe fare.

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