giovedì 14 marzo 2013

Il Gattopardo


Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Del Gattopardo conoscevo, di fama, il film. Non l'ho mai visto intero, solo la scena del ballo, e sapevo soltanto che viene considerato il nostro Via col Vento, visto che è ambientato più o meno nello stesso periodo e parla della fine di un epoca.
Ora che l'ho letto mi sa tanto che mi toccherà guardarlo.

Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico. E' di scena una famiglia delle più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi.
Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salino, lirico e critico insieme, il romanzo nulla concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari a tutta la narrativa europea dell'Ottocento. L'immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea.

Questo libro è partito in sordina: alle prime pagine mi stavo pentendo della scelta, complice anche l'inizio del tirocinio e la stanchezza, che non mi invogliavano certo a leggere qualcosa che faticava a prendermi.
Poi mi ha presa.
Eccome se mi ha presa.
Il trucco è non aspettarsi la classima "trama", ma godersi l'affresco della Sicilia e del periodo storico, perchè è quello il punto del libro.
Attraverso gli occhi del princpe Fabrizio si vede non solo la fine di un epoca ma la sua morte: anche se "perchè nulla cambi tutto deve cambiare" è chiaro che il mondo come è sempre stato ormai è finito, quello che si vede è un canto del cigno e neanche troppo dignitoso. Le persone non vedono le conseguenze che l'unità di Italia porterà con sé: anche se alcuni giovani si lanciano in nuove imprese (Tancredi su tutti) la maggioranza si attacca a tradizioni ormai morte, prive di significato e soprattutto di futuro.

Il principe, l'ultimo Gattopardo, è un personaggio potentissimo: è l'unico a rendersi conto di quello che si appresta a succedere, ed è abbastanza intelligente da non opporsi e da sapere che è troppo vecchio per far parte del nuovo mondo.
Fabrizio è qualcosa che non si vede quasi mai: è la dignità di arrendersi. Non combattere non perchè sconfitto, non perchè debole, ma perchè si riconosce con onesta dignità che il combattimento è inutile. Non si può fermare la Storia, solo adeguarsi a testa alta, e prendersela intimamente col destino perchè si è abbastanza intelligenti da capire che il futuro non riserverà tante cose buone.

Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.








Libro di aprile per la sfida di lettura: Robin Hood di Alexander Dumas.

2 commenti:

  1. Questo libro è un capolavoro.
    L'ho riletto tre volte e non mi stanco mai di scoprire nuove sfaccettature.
    C'è un sentimento così intenso in questo libro che leggendolo a volte ho un nodo alla gola.
    Per non parlare del finale, dopo la morte del Principe...è un finale che lascia proprio l'amaro in bocca ^^"

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    1. Concordo in pieno... tra l'altro riesce a trasmettere tantissimo facendo succedere veramente poco *-* non è pieno di avvenimenti, è bello da leggere *-*

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